domenica 17 settembre 2023

Intervista a Maria Cristina Buoso di Cao Shui

 


Ciao,

oggi condivido con voi la bella intervista che Cao Shui mi ha fatto qualche mese fa e che è stata pubblicata  su importanti blog del mondo della letteratura e della poesia, tra cui The Great Poetry Movement e il sito web degli scrittori cinesi. 

Ringrazio Fiori Picco per la disponibilità nel tradurla e aver contribuito che venisse fatta.

Tra i vari link vi lascio per il momento questi 4,  i primi due sono in inglese e gli altri in cinese.

https://ausnznet.com/new/?p=43365 

https://mp.weixin.qq.com/s/jxV1defjHwCJEGtuYhqivA 

https://mp.weixin.qq.com/s/CSiG4jM4QE0Bi2rh4w9H1g 

 http://www.zuojiawang.com/yishu/54784.html

Dialogo tra Italia e CinaIntervista a Maria Cristina Buoso

di Cao Shui

 1-Ciao Maria Cristina, l'anno scorso mi hai intervistato tu, ora ti intervisto io. Grazie per la tua disponibilità. In Italia sei una nota blogger, autrice di numerosi libri. Hai iniziato la tua carriera come autrice scrivendo poesie e fiabe. Cosa ti ha fatto scegliere di scrivere? Che impatto ha avuto l'infanzia sulla tua scrittura

-         Ciao, mi ha fatto piacere averti conosciuto attraverso la mia Tisana intervista, è stata una piacevole chiacchierata. (https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2022/09/una-tisana-con-cao-shui.html), sappi che ti aspetta anche la Tisana Bis, quando ti va di farla. Parlare di me non è mai facile ma ci provo sperando di non essere  troppo prolissa come il mio solito. Ti ringrazio per questa opportunità che mi stai dando, spero di farmi conoscere nel tuo paese come autrice attraverso questa intervista.  

Scrivere, per me, è stato quasi naturale. Ho sempre avuto molta fantasia fin da bambina e in quel periodo era alimentata dalla mia passione per la lettura appena scoperta, ho iniziato con i fumetti perché li trovavo nell’edicola di mia zia e mi immergevo in queste storie colorate piene di figure, mentre i libri mi aprivano mondi in cui immergermi. Il passo successivo fu quello di provare a mettere su carta quello che la mia mente fervida immaginava, ed essendo piccola le prime cose che scrissi furono favole.

2- Ho notato che sei passata ai gialli o thriller. Perché hai deciso di specializzarti in quest'ultimo genere letterario?

-                     Sono passata dalle favole alle poesie ai racconti alla narrazione, ho provato a scrivere copioni e simili e poi un  giorno sono arrivate le prime idee per i miei thriller. Essendo sempre stata una lettrice accanita di gialli e thriller e sapendo che non è facile scriverli, mi sono sempre astenuta dal farlo per rispetto verso questi generi... fino a qualche anno fa in cui ad una mostra di quadri mi è venuta l’idea per Vernissage e subito dopo ecco arrivare quella per l’Incidente e del Bardo. In contemporanea anche un’altra idea per un altro thriller molto particolare di cui non parlo perché è ancora un embrione tra la mia testa e la carta. Non mi sono specializzata in questi generi ma sono gli ultimi che ho affrontato e fino a che le idee sono buone e i lettori le apprezzano continuerò a scriverli perché mi sto affezionando anche io ai miei personaggi, stessa cosa per i gialli, noi li chiamiamo così perché, nel 1929, la casa editrice Arnoldo Mondadori pubblicò una collana di libri polizieschi che avevano la copertina di questo colore, per questo in Italia usiamo spesso questo termine per definire questo genere di letteratura. Scusa la divagazione, ma ho ritenuto giusto spiegare ai tuoi lettori il motivo per cui li chiamiamo in questo modo. Il mio editore  (https://www.placebookpublishing.it/),  circa tre anni fa,  ebbe l’idea di creare questa collana che richiama quella storica che ti ho nominato e gli autori che aderiscono a questa iniziativa scelgono una città in cui ambientare le loro serie, la mia è Padova. Scusami per essermi dilungata, ma ho ritenuto giusto spiegarti il motivo per cui ultimamente scrivo questi generi. Ti anticipo che è in uscita un libro di narrativa e in cantiere uno per Natale, se riesco a terminarlo, e forse uno per bambini.

3-Oltre a poesie e fiabe, scrivi anche racconti, sceneggiature, romanzi, gialli, thriller, etc. Pensi che lo stesso materiale possa essere scritto con generi diversi? C’è una relazione tra di essi?

-                    Credo che sia la storia stessa a scegliere il tipo di narrazione che le è più congeniale. Esempio: Anime non poteva che essere un romanzo di tipo intimista e breve, visto l’argomento trattato. Altre volte sono io che penso ad una storia per quel tipo di libro o per un racconto. Per esempio, adesso devo decidere cosa scriverò nel terzo giallo, e sono un po’ indecisa tra 2/3 soggetti, non so decidermi, magari lasciando decantare queste idee una emergerà di più rispetto alle altre.

 

4-In termini di classificazione letteraria, in Cina i romanzi polizieschi appartengono al genere classificato come “letteratura di massa” o popolare piuttosto che come letteratura classica. Mi chiedo se esista una classificazione del genere anche in Italia? Come vedi queste due differenze?

-         Non è una risposta semplice, mi spiego... i polizieschi, come altri generi, sono nati come letteratura popolare, infatti molti venivano anche scritti a puntate e spesso servivano all’autore per mantenersi. Oggi quei libri sono diventati dei classici di quel genere di scrittura, i primi nomi che mi vengono in mente sono Agatha Christie e A.C. Doyle.  Ma se dovessimo suddividere oggi i gialli o polizieschi e i thriller, avremmo tutta una serie di sottogeneri che hanno influenzato anche il cinema e la TV. Ti faccio un altro esempio sempre con Doyle: il suo S. Holmes credo che sia tra i personaggi della letteratura più usati in entrambi i campi. Non vado oltre per non annoiarti, ma credo che etichettare questo genere di scrittura semplicemente di “massa” come “dispregiativo” o per comodità, oggi come oggi sia solo un  modo pigro per non volere capire la sua importanza nella società attuale.  E’ una mia opinione ma mi piacerebbe sapere come la pensi tu. E per tornare alla tua domanda iniziale, credo che si tenda a considerare i Classici come libri di un gradino superiore agli altri generi.

 

5-Tra i tuoi romanzi polizieschi noto alcuni titoli interessanti: Anime, Vernissage, L'incidente, Omicidio al Condominio Magnolia e Il mistero dei sei tiramisù. L'Italia è famosa, tra le altre cose, per i suoi deliziosi dessert, come il tiramisù. La mia domanda è: quando scrivi queste storie usi più la fantasia e l’immaginazione o ti ispiri a fatti realmente accaduti?

-              Anime è un libro di narrativa che tratta un argomento delicato in una maniera diversa. In breve è un uomo che malgrado sia soddisfatto al lavoro e con una bella famiglia sente un malessere interiore che non lo abbandona e scoprirà per caso che è nel corpo sbagliato. Farà una scelta e informerà la famiglia e qui avremo la sua voce e anche quella della moglie e della figlia che esterneranno il loro pensiero. Vernissage e L’incidente sono dei thriller ambientati a Treviso, mentre Omicidio al condominio Magnolia e  Il mistero dei sei tiramisù fanno parte della serie di gialli ambientati a Padova. In Italia tutta la cucina è buona, non solo i dolci, e il tiramisù è uno dei dolci più conosciuti al mondo, ma torniamo a me.  Indipendentemente da quello che scrivo, l’idea nasce sempre da un qualcosa di reale, sia che l’abbia letto, visto, sentito o che mi sia stato  raccontato o suggerito. Dopo sarà la mia fantasia a creare la storia e dar corpo ai personaggi sperando di aver fatto un buon lavoro e di non aver deluso i lettori.

6-Vivi a Rovigo, dove hai ambientato le tue storie in diversi libri. Vuoi parlarci di questa città? In che modo la cultura di questa città ha influenzato la tua scrittura?

-         La mia è una piccola città del Veneto.  Sembra che il primo documento storico attendibile faccia risalire la sua nascita al 24 aprile 838. Nel passato era stata spesso contesa dalle potenze locali per il suo posto strategico ... se ti può interessare sto raccontando la mia città e d’intorni nel blog di Maria Teresa De Donato (http://www.dedoholistic.com/) , successivamente riporto questi articoli sia nel mio blog  (https://mariacristinabuoso.blogspot.com/)  che in quello di  https://alessandria.today/ , con cui collaboro da quest’anno.  Credo che tutto quello che ci circonda e di cui ci nutriamo come cibo, letture, storia locale, pitture ecc., serva per farci crescere e per mettere quei mattoni che ci permettono di costruire la nostra personalità e che ci danno gli attrezzi per diventare adulti e per scrivere o fare altre cose. Non so dirti quanto di tutto ciò passi nei libri ma sono sicura che qualcosa ci sarà sempre. Fino ad ora i libri li ho ambientati per lo più nella mia regione che è il Veneto; Padova, Treviso, Dolomiti ma non ancora a Rovigo e altri libri in altre città italiane.

 

7-Sento che c'è una tendenza femminista nei tuoi romanzi. Come vedi il femminismo? Come esprimi le tue opinioni attraverso i tuoi romanzi?

-         Il termine “femminismo” non è corretto, di solito gli uomini con questa parola tendono a voler denigrare e umiliare il percorso di crescita che il genere femminile ha fatto negli anni per ottenere quelle libertà o riconoscimenti che avrebbero dovuto avere al pari del genere maschile, come il diritto al voto o ad avere lo stesso stipendio al lavoro o venire rispettate senza essere molestate. Queste sono le prime cose che mi vengono in mente. Io nei libri tendo a scrivere al “femminile” che non vuol dire “femminismo”, ho specificato perché sono due termini con significati diversi. Mi è venuto spontaneo scrivere così, il punto di vista della donna spesso è diverso da quello maschile e vedere la stessa cosa ma con un occhio diverso credo che sia importante. All’inizio non m’ero neppure accorta che lo facevo, mi veniva naturale. Credo che dare spazio ai  personaggi femminili come protagoniste al pari dei loro colleghi maschi nei libri sia stato un  percorso naturale che sempre più spesso altri autori e autrici stanno facendo, e non solo in letteratura. In questo modo sono loro in prima persona a parlare di se stesse ed esprimere la loro opinione direttamente e non  più filtrata attraverso la voce gli uomini.

 

8-Nel tuo blog collabori anche con Fiori Picco e Fiori d'Asia Editrice che, insieme alla China Writers Association, ha fondato il Club dei Lettori della Letteratura Cinese, di cui sei membro e promuovi gli autori cinesi. Ci vuoi parlare di questa collaborazione? Come promuovi la letteratura e la cultura cinesi?

-         Questa collaborazione è nata per caso, ho fatto a Fiori una delle mie Tisane interviste anni fa (https://mcbuoso.wordpress.com/2021/06/08/una-tisana-con-fiori-picco/) e subito mi hanno incuriosito il suo percorso e le sue conoscenze, così le ho chiesto se voleva collaborare nel mio blog, lei ha accettato e in base ai suoi impegni, di solito una volta al mese, scrive un articolo parlando soprattutto della Cina.  I suoi pezzi sono sempre letti con piacere anche a distanza di settimane. Inoltre segnalo i libri che mi propone e ultimamente si sono aggiunte anche le interviste che faccio sempre con molto piacere. Se ci saranno altri tipi di collaborazioni o idee per approfondire questa cultura in futuro, ne sarò felice, credo che la conoscenza reciproca aiuti a creare ponti.

 9-Vedo che scrivi anche sceneggiature. Ti piace guardare drammi, film o serie TV? Quale pensi sia la differenza tra le fiction e i film italiani e quelli cinesi? Cosa pensi della famosa opera lirica "La Turandot"?

-         Le ho scritte molti anni fa, se dovessi farlo adesso dovrei imparare di nuovo come fare, perché non ricordo più nulla. Sono una persona onnivora, non solo per il cibo ma anche per lettura, film, musica ecc... mi piace spaziare pur avendo le mie preferenze, è logico. Ammetto che alcuni generi ho difficoltà a capirli e ad affrontarli, ma credo che sia normale anche questo, tutto si evolve ed è legato al tempo in cui si vive.  Purtroppo non ho visto molta TV e film cinesi e la vostra cultura non  la conosco molto bene, per cui non posso fare un paragone con la mia. Mi dispiace. Della Turandot l’aria Nessun dorma cantata da Pavarotti è una delle mie preferite. Che dire... è un’opera molto bella, l’ho vista molti anni fa per cui ho un ricordo vago... ma spero prima o poi di rivederla.

 

10-In passato hai ricevuto diversi premi internazionali di poesia, tra cui un premio australiano e molti altri. Cosa significa per te la poesia? Che tipo di poesia scrivi? Perché in Schegge di Parole la definisci “visiva”? In Cina si dibatte sul tema della poesia moderna senza rima e la poesia antica con rime. In Italia i poeti moderni utilizzano le rime?

-                    Questa è una delle poesie che ci sono all’interno del mio libro Schegge di Parole. Come puoi vedere è scritta in una maniera particolare, per questo io la chiamo visiva.

 

……SHHH……

 

…….Occhi   che  Fissano

                   l’Ultima  Goccia /

                                /Scivolare/

                                       / verso il Vuoto    

        dell’Anima

                                 …………SHHHHH…………

 

Credo che ognuno debba scrivere la poesia come la sente dentro di sé,  io non credo che riuscirei a scrivere in rima,  mi viene naturale scrivere in una certa maniera, forse perché tra i miei poeti preferiti ci sono gli ermetici o un tipo di poesia come quella di Alda Merini, Emily Dickinson… Questi sono i primi nomi che mi vengono in mente. Credo che oggi la maggior parte dei poeti preferisca scrivere in versi liberi perché gli permette di esprimersi con più facilità e poi non credo che la maggior parte dei lettori ami leggere in rima, ma è una mia opinione.

 

11-So che hai scritto anche favole. Le fiabe italiane sono molto famose e quasi tutti in Cina conoscono "Le avventure di Pinocchio". Anch’io ho scritto 18 fiabe che Fiori Picco tradurrà in Italia. Puoi introdurci le fiabe italiane? Quale pensi sia l'aspetto più importante della scrittura di questo genere?

-         Piccola premessa, ci sono le fiabe popolari e le favole scritte da scrittori. Tra quelle popolari ti potrei suggerire quelle delle Dolomiti (le sto rileggendo in questo periodo per una cosa che devo scrivere), ma ogni regione italiana ha le sue tramandate negli anni. In Italia ci sono alcuni nomi molto conosciuti per questo genere letterario, tra questi Gianni Rodari è sempre stato molto letto e se non ricordo male è l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen.  Parlare in breve di un mondo fantastico come le fiabe sarebbe riduttivo per cui cedo la parola a un grande autore italiano, Italo Calvino con il suo “Fiabe italiane raccolte e trascritte da Italo Calvino”, credo che potrebbe rispondere meglio di me alla tua domanda.

 

12- Al giorno d'oggi i lettori di libri sembrano diminuire in tutto il mondo, sono più rivolti alle opere visive, specialmente in Cina. Come pensi che si svilupperà la letteratura in futuro? Come dovrebbero rispondere gli scrittori a tale cambiamento?

-         Purtroppo tutto si evolve perché è nella natura delle cose il cambiamento, e spesso non sappiamo né gestirlo e neppure interagire nella maniera giusta perché ci troviamo impreparati in questa corsa continua verso il nuovo. Ma non dobbiamo averne paura, dobbiamo solo cercare di usarlo in una maniera che ci viene più facile. Questo vuol dire cercare anche un linguaggio che si adegui a questi cambiamenti altrimenti rischiamo di parlare due lingue diverse. Il problema è che mentre una volta i tempi erano più lenti, adesso sono super veloci e quello che va bene oggi non è detto che vada bene domani. L’importante, secondo me, è evolversi senza perdere di vista chi siamo. Oggi molti leggono e-book o ascoltano audiolibri, chi ama il libro cartaceo inorridisce, ma per i lettori diventa sempre più una cosa normale perché se lo portano dietro e lo ascoltano o leggono tra una cosa ed un’altra. Questo vuol dire avere una scrittura meno arzigogolata ma più diretta e incisiva perché si distraggono facilmente e, se una cosa non è immediata, vanno oltre, forse è per questo che preferiscono le opere visive, almeno è quello che credo io.  Dobbiamo considerare anche la loro età e la loro abitudine ad usare cellulari e affini che ha modificato il loro modo di parlare e di scrivere, per noi che siamo più “grandi” è più difficile capire e adeguarci a tutto  questo perché siamo ancora legati ad una forma diversa di lettura e scrittura.

 

13-Vedo che sei interessata anche alla cultura orientale. Credi nella reincarnazione? Nella religione cristiana, le persone dopo la morte vanno in paradiso o all'inferno. Credi nella vita dopo la morte?

-         Sono cristiana perché sono stata battezzata ma non sono una praticante, e qui preferisco andare oltre perché il discorso potrebbe diventare un po’ complicato da trattare in questa intervista.  Credo che ci sia “un qualcosa nell’universo” a cui ognuno di noi dà un nome diverso anche dal punto di vista religioso e credo che ognuno di noi abbia un percorso da fare e cose da imparare anche in vite diverse. Credo alla reincarnazione in questi termini. Nella religione cattolica ci sono paradiso, inferno e purgatorio. E ognuno di questi piani ha la sua funzione ben definita. Per i primi due credo che sia evidente, mentre il purgatorio è quel luogo in cui un’anima deve purificarsi per raggiungere il paradiso. Lo so che è una spiegazione molto elementare ma ho cercato di essere il più sintetica possibile.

 

14-I romanzi polizieschi e i thriller hanno un vasto pubblico di lettori in tutto il mondo. Ti piacciono lo scrittore britannico Arthur Conan Doyle, lo scrittore americano Stephen Edwin King e lo scrittore giapponese  Keigo Higashino? Come valuti le loro opere

-         S.E. King ho provato a leggerlo qualche volta, ma non ci riesco, i suoi libri mi fanno stare male. Sa scrivere in una maniera che coinvolge i lettori facendoli diventare suoi fedeli fan, ma le storie mi mettono ansia.

-         A.C. Doyle con il suo protagonista Holmes è un classico che non si può non conoscere e apprezzare.

-         Keigo Higashino ammetto di non conoscerlo e rimedierò presto, hai dei libri da consigliarmi da cui iniziare?

 

15-Anche la mia serie "La storia segreta di Kunlun" ha elementi di suspence, e così "Il sigillo imperiale e la corona romana", che racconta la storia dell’Impero cinese e di quello romano. In futuro hai in programma di scrivere romanzi thriller con elementi cinesi?

-         Non lo so, mi piacerebbe ma dovrei conoscere meglio questa cultura.

 

16-L'intervista tisana che mi hai dedicato qualche tempo fa è particolare e approfondita. Cosa significa per te intervistare autori asiatici internazionali? Da scrittrice occidentale come vedi la Cina?

-         Quel tipo di intervista era nata per poter conoscere la persona dietro l’autore e, devo essere sincera, mi ha dato molte soddisfazioni e permesso di conoscere tante persone incredibili. Intervistare autori asiatici internazionali è stata per me una finestra che si apriva in un mondo che non conoscevo e mi ha concesso di sbirciare realtà che ignoravo e sapere di libri che mi hanno incuriosita. La Cina per me è un Paese di cui so molto poco e che spero attraverso voi autori di conoscere sempre un po’ di più magari con interviste personali o sui vostri libri. Credo, che come me, molte persone siano curiose di approfondire la vostra realtà attraverso un approccio diretto e non filtrato da articoli giornalistici.

 

17- Conosciamo tutti il centralismo occidentale che, del resto, esiste anche in Oriente, in Cina. Come vedi lo sviluppo della cultura orientale e di quella occidentale? Secondo te come si svilupperà la civiltà mondiale?

-         Domanda difficile. Onestamente, le Civiltà Mondiali (uso il plurale perché non è una sola ma tante e diverse) le vedo male. Se non  capiscono che stanno percorrendo una strada che le sta portando verso il “nulla”, verso il non ritorno... Che siano occidentali o orientali, non cambia nulla perché oggi si è tutti collegati e l’azione di uno va a discapito di un altro Paese. Un esempio evidente: l’aria circola, per cui se un Paese cerca un metodo ecologico e un altro vicino no...  è evidente quale sarà il risultato. Dobbiamo smetterla di pensare in maniera egoistica, al singolare, ma dobbiamo pensare in maniera altruistica, in maniera globale. Il mio non vuole essere un discorso utopistico. Se ci guardiamo attorno credo che sia ovvio per tutti vedere che siamo arrivati ad un livello di criticità globale che mette in pericolo tutti i Paesi. Per questo credo che sia ovvio che solo mettendoci tutti insieme senza distinzione di grande e piccolo si possa sperare di arrivare ad una soluzione che includa tutti senza differenziazioni. Non voglio annoiarti oltre con pensieri che tutti avremo fatto almeno una volta dopo aver ascoltato report d’inchiesta.

Ti ringrazio per questa lunga chiacchierata e spero che potremo sentirci ancora.

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E grazie anche a voi lettori :)

 

 

 


 

 

1 commento:

  1. Avevo già letto la tua Tisana intervista a Cao e mi ha fatto piacere sentire le sue domande. Ho studiato lingue orientali (Hindi però) e sono molto curiosa delle culture straniere. Il confronto è sempre utile e costruttivo. Grazie ad entrambi di questo approfondimento. Giusy Elle

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