Ciao,
siamo ancora in compagnia di Elisa Averna per parlare di ... antropocentrismo.
Prima di iniziare vuoi dirci dove ci troviamo questa volta e che cosa mi proponi come aperitivo?
Elisa – Ti invito in un locale all’aperto, nella savana: il "Savannah Safari Lounge", un affascinante locale bar situato nel cuore della savana, progettato per offrire ai visitatori un'esperienza unica, che combina il fascino dell'Africa selvaggia con il comfort e l'ospitalità moderna. Questo locale è perfetto per coloro che desiderano ammirare gli animali in libertà, mentre si godono un drink rinfrescante e un ambiente accogliente. Il design del locale richiama lo stile rustico e naturale dell'Africa, con tonalità calde di marrone e beige, materiali grezzi come legno e pietra, e dettagli ispirati alla cultura locale. La struttura presenta ampie finestre panoramiche senza vetri per permettere agli ospiti di sentire la connessione con l'ambiente circostante. La terrazza esterna è arredata con comode sedie in vimini e divanetti, ideali per osservare gli animali mentre si rilassano. (il posto deve essere in Italia...ma essendo una amante di questi luoghi.... per questa volta ti concedo alternativa ;) )
Grazie per la concessione! Per farmi perdonare ti offro come aperitivo uno di questi cocktail creativi e analcolici, ispirati alla fauna selvatica e ai paesaggi dell'Africa: il "Lion's Roar" (un cocktail giallo a base di spezie), oppure il "Savanna Sunset" (un mix fruttato), oppure ancora l’"Elephant Elixir" (una bevanda analcolica rinfrescante a base di erbe locali). (Sembrano tutte buone)
MC - Puoi spiegarci cos’è “antropocentrismo”?
Elisa – È un concetto ben espresso nei vocabolari. Tuttavia, cercherò di dare una risposta esauriente.
Immaginate di avere due cerchi sovrapposti: uno rappresenta l'antropocentrismo e l'altro rappresenta l'antispecismo. Nel cerchio dell'antropocentrismo, gli esseri umani sono al centro e tutto il resto è considerato di importanza minore. Nel cerchio dell'antispecismo, invece, tutte le specie sono considerate allo stesso livello e si cerca di bilanciare i bisogni di tutte le creature, compresi gli esseri umani.
L'antropocentrismo è quindi un concetto che ruota attorno all'idea che gli esseri umani siano al centro dell'universo e che abbiano un valore intrinseco superiore rispetto ad altre specie e a tutto il resto della natura. In pratica, considera l'uomo come la misura principale di tutte le cose, ponendo le esigenze e gli interessi umani al di sopra di quelli di altre specie e dell'ambiente in generale. È innegabile che l’antropocentrismo abbia avuto un impatto significativo sulla storia umana, spesso influenzando le decisioni e le azioni a scapito delle altre forme di vita e dell'ambiente. Purtroppo è un concetto centrale in molte religioni, o meglio, forme di indottrinamento. Personalmente ritengo che una visione della vita antropocentrica sia fonte di gran parte dei problemi che abbiamo nel mondo, problemi che afferiscono alla violenza e alla prevaricazione sulle creature più vulnerabili. (sono d’accordo con te, basta vedere cosa sta succedendo L )
Dall'altro lato, l'antispecismo è un concetto che cerca di allargare la prospettiva e promuovere un approccio più equanime verso tutte le specie. L'antispecismo sostiene che tutte le forme di vita, indipendentemente dalla specie di appartenenza, dovrebbero essere considerate degne di rispetto e considerazione. Questo concetto si basa sulla premessa che il valore di un individuo non dovrebbe essere determinato unicamente dalla sua appartenenza a una specie, ma alla sua capacità di provare piacere, dolore e altre esperienze. Non ho problemi a definirmi antispecista, ma “vegana” sì, perché è un termine ghettizzante. ( ti andrebbe di approfondire questo concetto?)
Non ho in simpatia il termine “vegan” perché una persona può essere anche vegana per motivi di salute o per altro, indipendentemente dalle ragioni etiche. “Antispecista” invece è un termine che rende molto più chiaro il rifiuto di ogni forma di violenza, implicando anche l’essere vegani. Il termine "vegan" è poi un termine di recente conio, risalente al 1944 per opera di Donald Watson, un membro della Vegan Society, un'organizzazione fondata nel Regno Unito. La parola "vegan" è stata creata prendendo la prima e l'ultima lettera della parola "vegetarian" (vegetariano in inglese) per sottolineare un'approccio alimentare e di vita più rigoroso e completo, che esclude non solo la carne, ma anche tutti gli altri prodotti di origine animale, come latticini, uova e miele. Prima dell'introduzione del termine "vegan", la parola "vegetariano" era usata per descrivere persone che evitavano il consumo di carne, ma spesso includevano ancora l'uso di altri prodotti animali, come latte e uova. A me sarebbe bastato il termine “vegetariano”. Comprendo comunque che, con l'evoluzione del movimento e la crescita della consapevolezza riguardo all'etica nei confronti degli animali e delle preoccupazioni ambientali, sia emersa la necessità di un termine più specifico per indicare un'approccio alimentare e di vita che escludesse completamente tutti i prodotti di origine animale. Tuttavia, spesso, il termine vegan è usato con un’accezione negativa. A volte il “vegano” è visto come un’estremista, estremista chi non mangia animali? “Estremista” chi rifiuta di cibarsi di morte? E allora che cos’è uno che si nutre di cadaveri? Se è estremista un vegano lo è anche un non vegano, nel senso opposto ovviamente. Io preferisco rifiutare la violenza e la prevaricazione in ogni sua forma.
Il discorso della scelta vegana meriterebbe un capitolo a parte… (mi sa di si)
MC – Quando è nato e come è cambiato nei secoli questo “termine”?
Elisa – Il termine "antropocentrismo" ha radici che risalgono all'antichità, ma è emerso come concetto ben definito soprattutto nel corso del Rinascimento europeo e ha subito evoluzioni nel corso dei secoli.
Sin dall'antichità, molte culture e società hanno sviluppato visioni dell'umanità come figura centrale nel mondo. Ad esempio, nell'antica Grecia, molte delle idee filosofiche e culturali erano fortemente antropocentriche, perché consideravano l'uomo come il punto focale dell'universo.
Durante il periodo medievale, l'antropocentrismo poteva essere contrastato da un approccio teologico che collocava Dio al centro di tutto. Tuttavia, c'era ancora una preoccupazione per il ruolo e il valore dell'umanità all'interno della creazione.
Il termine "antropocentrismo" inizia a emergere in modo più definito, come ho già detto, durante il Rinascimento, un periodo di rinnovato interesse per la cultura classica, l'arte e la conoscenza umana. Artisti, filosofi e scienziati come Leonardo da Vinci (antispecista inconsapevole nel cuore, dato che era vegetariano), Galileo Galilei e Nicolò Machiavelli contribuirono a una prospettiva che metteva l'accento sulla capacità dell’uomo di conoscenza, creatività e controllo sul mondo circostante. In questo contesto, l'umanità cominciò ad essere vista come una forza centrale e capace di influenzare attivamente il proprio destino.
Nel corso dell'Età Moderna, l'antropocentrismo si è sviluppato ulteriormente grazie alle rivoluzioni scientifiche, al razionalismo e alla crescita delle conoscenze umane. Le scoperte scientifiche e l'espansione delle teorie razionali hanno portato a una maggiore fiducia nell'abilità umana di comprendere e controllare il mondo naturale.
Nel corso dell'epoca contemporanea, con l'industrializzazione e l'espansione tecnologica, l'antropocentrismo ha continuato a influenzare la nostra relazione con la natura e le altre specie. Tuttavia, sono emerse sempre più preoccupazioni per gli impatti negativi delle azioni umane sull'ambiente e sugli altri esseri viventi.
Dal XX secolo, l'antropocentrismo è stato messo in discussione in risposta ai crescenti problemi ambientali. L'ambientalismo ha spinto a una maggiore consapevolezza delle interconnessioni tra tutte le forme di vita e ha promosso l'idea che l'uomo debba considerare le conseguenze delle sue azioni sulla biosfera.
MC – Secondo te, oggi, l’uomo è cosciente di come si pone nei confronti dell’ambiente e degli animali che ha attorno? Ha la coscienza di capire che non è superiore o migliore degli altri esseri che vivono con lui nel mondo ma ne fa parte, per cui deve cambiare il suo modo di agire e pensare?
Elisa – La consapevolezza dell'umanità nei confronti dell'ambiente e degli animali è un argomento complesso e varia da persona a persona, da cultura a cultura e nel corso del tempo. Molti individui e gruppi sono diventati sempre più consapevoli dell'importanza di considerare l'ambiente e gli altri esseri viventi con maggiore rispetto e considerazione, riconoscendo che gli esseri umani fanno parte di un sistema interconnesso. Tuttavia, questa consapevolezza non è universalmente condivisa o attuata da tutti. Molti fattori influenzano la percezione dell'uomo nei confronti dell'ambiente e degli animali. Le credenze culturali e l'educazione possono avere un impatto significativo sulla visione dell'uomo nei confronti dell'ambiente e degli animali. In alcune culture, gli esseri umani sono visti come superiori e separati dalla natura, mentre in altre culture è sentita una connessione più profonda con l'ambiente circostante (pensiamo per esempio alla cultura-religione giainista). Le credenze religiose e spirituali possono influenzare la percezione dell'umanità rispetto all'ambiente e agli animali. Alcune religioni insegnano il dominio umano sulla creazione, mentre altre sottolineano la responsabilità della cura e del rispetto per tutte le forme di vita. Le scoperte scientifiche, specialmente nel campo dell'ecologia e della biologia, hanno portato a una maggiore comprensione delle interconnessioni tra le specie e all'importanza dell'equilibrio ecologico. Queste scoperte possono contribuire a una maggiore consapevolezza dell'umanità sul proprio ruolo nel mondo naturale. Eventi come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e altre crisi ambientali hanno attirato l'attenzione globale sull'importanza di agire in modo sostenibile e di proteggere l'ambiente per il bene delle generazioni future. I movimenti che promuovono i diritti degli animali e l'ambientalismo hanno contribuito a sollevare la consapevolezza e a spingere per un cambiamento nel modo in cui gli esseri umani interagiscono con l'ambiente e con altre specie. In definitiva, mentre c'è una crescente consapevolezza dell'importanza di considerare l'ambiente e gli animali con rispetto e considerazione, questa consapevolezza non è uniforme e continua a evolversi in risposta a fattori culturali, educativi, religiosi, scientifici e sociali. (è un argomento veramente vasto da trattare)
Già…
MC - Cosa si potrebbe fare per far sì che i bambini di oggi siano maggiormente consapevoli del loro ruolo nell’ambiente?
Elisa – Incoraggiare la consapevolezza ambientale fin dall'infanzia può contribuire senz’altro a formare individui che abbiano un rispetto profondo per l'ambiente e agiscano in modo sostenibile nella loro vita quotidiana. Promuovere la consapevolezza ambientale tra i bambini è fondamentale per costruire future generazioni che siano più attente e responsabili nei confronti dell'ambiente…non c’è dubbio! Le strategie che potrebbero aiutare a incoraggiare una maggiore consapevolezza ambientale nei bambini non sono mai troppe. Si potrebbe introdurre l'educazione ambientale come materia scolastica. I docenti potrebbero insegnare ai bambini concetti fondamentali sull'ecosistema, la biodiversità, il riciclaggio e altre pratiche sostenibili. Coinvolgere i bambini in attività pratiche legate all'ambiente, come la piantumazione di alberi, il riciclaggio, la pulizia dei parchi o la creazione di giardini, può aiutare a far loro capire l'impatto delle loro azioni sulla natura. Portare i bambini a esplorare la natura, come parchi, boschi e spiagge, porta a stimolare l'interesse per l'ambiente e far loro apprezzare la bellezza e la fragilità della natura. Utilizzare storie, libri e racconti che affrontano temi ambientali è un modo coinvolgente per far comprendere ai bambini l'importanza della natura e degli animali. Gli adulti possono essere modelli positivi per i bambini: mostrare pratiche sostenibili nella vita quotidiana, come il risparmio di energia e l'uso consapevole delle risorse, può influenzare il loro comportamento. Utilizzare il gioco e l'arte per far apprendere ai bambini concetti ambientali in modo divertente e creativo (ad esempio, giochi a tema ecologico o progetti artistici incentrati sulla natura) è un mezzo efficace per la loro sensibilizzazione in questo senso. Portare i bambini in centri di educazione ambientale o musei che trattano temi legati all'ambiente offre esperienze pratiche e interattive che stimolano la loro curiosità. (sarebbe bello e molto educativo)
Coinvolgere i bambini in progetti di conservazione, come il monitoraggio degli animali selvatici o la pulizia delle spiagge, può far loro sentire di essere parte attiva nella protezione dell'ambiente. Utilizzare app, video educativi e risorse online che trattano tematiche ambientali può aiutare i bambini a comprendere meglio il mondo naturale. Intraprendere conversazioni aperte e oneste sui problemi ambientali e le sfide che affronta il pianeta, adattando il linguaggio all'età dei bambini, è un altro modo efficace.
MC – La politica potrebbe fare qualcosa, aiutata dai scienziati per migliorare una situazione che è arrivata quasi al punto di non ritorno?
Elisa - Assolutamente sì! La politica e la collaborazione tra scienziati possono giocare un ruolo cruciale nel migliorare la situazione ambientale e affrontare sfide come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. È importante sottolineare che affrontare le sfide ambientali richiede un approccio integrato, coinvolgendo governi, industrie, istituzioni accademiche, organizzazioni non governative e la società civile. La politica può giocare un ruolo cruciale nel coordinare questi sforzi e creare un ambiente favorevole alla sostenibilità a lungo termine. I governi potrebbero introdurre leggi e regolamenti per limitare le emissioni di gas serra, promuovere l'energia rinnovabile, incentivare il riciclaggio e la gestione sostenibile delle risorse, e proteggere habitat e specie a rischio. Sostenere la ricerca scientifica è fondamentale per comprendere meglio i problemi ambientali e sviluppare soluzioni innovative. Gli scienziati possono contribuire a identificare le cause dei problemi e a sviluppare strategie per affrontarli. I governi possono incentivare l'adozione di fonti di energia pulita, come il solare, attraverso politiche di sostegno e incentivi fiscali. L'istituzione di parchi nazionali, riserve marine e altre aree protette contribuirebbe alla conservazione della biodiversità e degli habitat naturali. La collaborazione internazionale è essenziale per affrontare le sfide globali. Gli accordi internazionali come l'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico possono stabilire obiettivi comuni e promuovere azioni coordinate a livello globale. La politica potrebbe sostenere programmi educativi che promuovono la consapevolezza ambientale fin dalla scuola dell'infanzia, creando una futura generazione di cittadini informati e impegnati. Sarebbe auspicabile una Tassazione Ambientale adeguata alle entrate dei vari strati sociali. L'introduzione di tasse sulle emissioni di carbonio o sull'inquinamento potrebbe incentivare imprese e cittadini a ridurre il loro impatto ambientale. La politica potrebbe spingere verso pratiche industriali e agricole sostenibili, promuovendo l'uso efficiente delle risorse, la riduzione degli sprechi e la conservazione del suolo. Le politiche di pianificazione urbana potrebbero favorire la creazione di città verdi, con aree verdi, trasporto pubblico efficiente e pratiche di costruzione sostenibili. La politica potrebbe sostenere l'innovazione e la ricerca nello sviluppo di tecnologie pulite e soluzioni sostenibili.
Tutto ciò è pura utopia in un paese retrogrado e vecchio, ancorato persino agli aberranti allevamenti intensivi.
Grazie Maria Cristina per questa nuova intervista e un saluto a tutti!
Grazie a te per aver parlato di un argomento così delicato e poco conosciuto.
Alla
prossima J
https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/08/aperichiacchierata-con-elisa-averna-la.html
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