Ciao,
ringrazio Serana Passani per aver segnalato il mio secondo giallo in Instagram.
Grazie e buona lettura :)
https://www.instagram.com/stories/direct/2936489575187674083_10983123180/
ringrazio Serana Passani per aver segnalato il mio secondo giallo in Instagram.
Grazie e buona lettura :)
https://www.instagram.com/stories/direct/2936489575187674083_10983123180/
Ringrazio L'Aura per la bella Recensione che ha fatto al mio Thriller.
Grazie e Buona lettura :)
https://www.instagram.com/p/CjFePFxsWP0/
https://leggimangiaviaggia.blogspot.com/2022/09/review-party-lincidente-maria-cristina.html
https://www.instagram.com/stories/direct/2937888207117570894_8381779881/
ringrazio Ilaria Vecchietti che è sempre disponibile per segnalare e recensire i miei libri nel suo Blog e i vari canali social.
Grazie e Buona lettura :)
https://www.facebook.com/groups/3201322056804280/posts/3403628353240315/
Ciao,
ho deciso di raccogliere i video dei BookNews dei miei libri che Telesia ha messo in onda, fino ad ora, nei suoi canali.
Ringrazio e Buona visione :)
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L'Incidente
https://www.youtube.com/watch?v=is6UuwNSetM
Vernissage
https://www.youtube.com/watch?v=lfW3FlYSC9Y
Schegge di Parole
https://www.youtube.com/watch?v=HcWMuhiMVf4
Anime
Elisa Delpari nasce a Casalmaggiore il 15 novembre del 1988 e vive insieme al suo compagno a Moglia, un paesino in provincia di Mantova. E’ diplomata in agraria ed attualmente disoccupata.
Non ha grosse esperienze lavorative alle spalle, ma fin da piccola ha sempre avuto una passione per la lettura ed un’altra, non meno significativa inerente alla storia che l’hanno portata a scrivere il suo primo romanzo “1944: The rebellion” ed il suo seguito “2030: Apocalypse war”. Oltre a questi due grandi amori adora viaggiare, andare a teatro, fare lunghe escursioni immersa nella natura ed andare con la sua fidata bicicletta nelle campagne della sua città.
Schegge di parole – Silloge di Maria Cristina Buoso
Recensione di Maria Teresa De Donato
Una capacità espressiva notevole ed un desiderio di sperimentazione caratterizzano la produzione letteraria di Maria Cristina Buoso.
In Schegge di parole questo secondo aspetto domina sicuramente e riporta il lettore, almeno per ciò che concerne la forma, alle avanguardie letterarie degli inizi del Novecento, che miravano alla rottura con il passato e con la tradizione e, al contrario, erano proiettate verso il futuro, la modernità, la velocità e la tecnologia.
Questo fu il caso soprattutto della corrente futurista cui questa Silloge sembra ispirarsi.
Da un punto di vista estetico, espressioni onomatopeiche, ‘parole in libertà’ che non rispettano l’uso dei margini; maiuscole e minuscole usate per enfatizzare concetti e sentimenti piuttosto che rispettare regole di ortografia; frasi estremamente brevi, spesso espresse da un singolo verbo sono come proiettili che colpiscono un bersaglio, arrivano dritti al punto, non si perdono in spiegazioni o narrative.
Il concetto è chiaro, il messaggio quasi brutale. Non ci sono abbellimenti di alcun tipo.
La precarietà della Vita viene denunciata apertamente e senza sotterfugi né eufemismi:
*Dipingiamo
con le Mani
Per Non Sporcare il Cuore
con Troppa Allegria.* (Buoso, 2021, p. 12)
Il tema della femminilità è anche presente in questa opera. Non si tratta, tuttavia, di una femminilità superficiale, effimera o sdolcinata, ma piuttosto autentica, viscerale, ribelle e contestatrice che osserva scrupolosamente il mondo intorno a sé ed in modo particolare le proprie “crepe”:
Sono un’ombra
Che ATTRAVERSA il Mio Corpo
Che Arranca Stanco
[…]
Tra Petali Smarriti […]
Di Polvere e di Fumo. (p. 13)
Aspetti quali falsi sentimenti, indifferenza ed ostilità vengono denunciati evidenziando la povertà spirituale che domina il Mondo di oggi pieno di “corpi senz’anima…” (p. 19)
Parentesi utilizzate al contrario ed inframezzate da puntini di sospensione sembrano essere la metafora di come tutto ed il contrario di tutto sia possibile: nulla è certo, nulla è definito, tutto è ancora da scoprire, da capire, da evolversi…mentre all’osservatore non resta che aspettare che ciò che deve essere…si riveli.
Per il lettore che non si fermasse all’esame estetico, Schegge di parole è una Silloge dai concetti profondi, dalle verità, anche scottanti, che vengono urlate, rivelate senza sotterfugi né giochi di parole. Chi deve capire…e vuol capire…capirà, mentre gli altri… continueranno a condurre la loro vita priva di senso
“Nel Freddo dell’Inverno
Di un Mondo Moderno.* (p. 44)
L’altalenarsi di sensazioni, sentimenti, speranze e desideri è un’ulteriore caratteristica di questo lavoro che, proprio per questi aspetti, di fatto si distanzia dal Futurismo.
Se dal punto di vista estetico questa Silloge ci riporta, quindi, a Filippo Tommaso Marinetti e al Manifesto della corrente letteraria d’avanguardia da lui elaborato, nella sostanza si percepisce dai versi dell’autrice, Maria Cristiana Buoso, un sentimento sì di rabbia e frustrazione, ma anche una vena nostalgica per un qualcosa che l’Umanità ha perduto e che sembra difficile, se non impossibile, recuperare e, quindi, il conseguente e velato rimpianto per una tradizione ed un passato certamente più significativi.
https://www.amazon.it/Schegge-parole-Poesie-grafiche-Ippocampi-ebook/dp/B08ZJGWJZC/
sono felice di segnalare il libro di un amico che ci ha deliziato, nel precedente mio Blog, con alcuni suoi articoli.
Questo libro lo ha scritto a quattro mani e... sono sicura che qualcuno di voi lo metterà sotto l’albero quest’anno.
Buona lettura:)
https://www.amazon.it/Dive-donne-uomini-Marlene-Dietrich-ebook/dp/B0B8TV9W3R/
Un sogno irraggiungibile del secolo scorso rivive in un libro di Gian Stefano Spoto, scritto con Anna Marina Gualdesi.
Marlene Dietrich non è morta trent’anni fa: vive e parla con l’autore, raccontando un Novecento di scintillanti follie, con lo stile di una donna contemporanea, che giura di non fare alcuna distinzione di sesso quando una persona le accende i sensi.
Diva irraggiungibile, egoista, egocentrica. Pochissimi
avevano il privilegio di vederla o anche solo di intravvederla, e il mito cresceva a dismisura. Ma lei non ha sentimenti, pretende che al suo servizio ci
sia il mondo intero iniziando da marito e figlia, i quali sono il suo archivio e
le ricordano a quali amanti concedere un’altra chance. Le sue bugie, poi, sono verità
assolute, e l’intera umanità accetta tutto ciò.
Sullo schermo di questo libro scorre una società con
personaggi della storia e della cultura con un privato inimmaginabile. Un “circolo del
cucito” formato da lesbiche militanti dell’alta società, talvolta costrette a “matrimoni
lavanda”, cioè di copertura. E poi Greta Garbo, la sua amante poi nemica,
divenuta un’ossessione, Edith Piaf, il passerotto che Marlene amò e soprattutto
protesse.
Fino a Burt Bacharach e agli altri attori della sua vita che
le permettono di vivere la nostra epoca parlando lo stesso linguaggio dello
scrittore del libro al quale Marlene consiglia l’acquisto di un’isola caraibica
dove lei visse e che torna in vendita mentre
“Dive” sta uscendo.
Gian Stefano Spoto, emiliano, si reputa un giornalista della carta stampata prestato alla televisione. Un prestito a lungo termine, dal momento che entrò in Rai nel 1988 diventando poco dopo inviato speciale. Bravo, forse. Fortunato, certamente, ha avuto dalla vita molto di più di quello che desiderava, come quando, da bambino, vinse il primo premio in un concorso canoro del comune di Modena e gli consegnarono un giocattolo immenso, mentre lui desiderava una barchetta minuscola.
Così, il suo amore per il giornalismo di costume si infranse sulle nomine a raffica che ricevette: caporedattore a Bologna, poi al Tg2, dirigente Raiuno e poi vice-direttore di Raidue, travolto da cento, magari duecento programmi. E di Rai Internazionale, dove si è appassionato al cambiamento dello stile di vita degli italiani all’estero.
Voleva l’emozione? Accontentato: corrispondente Rai dal Medio Oriente dall’inizio della guerra di Gaza, e da questa esperienza ha tratto due libri, Mediorientati e Deserto Bianco (Graphofeel).
All’inizio del terzo millennio, per dirla scolpita nella roccia, lui , astemio e uomo inequivocabilmente urbano ha condotto Linea Verde Orizzonti su Raiuno, scoprendo un mondo che ricordò con affetto anche quando, su Raidue, creò Futura city , tecnologia a misura d’uomo. E da Futura nacque un romanzo, Most, mentre Centocinquanta Indie è un libro fotografico, con immagini dell’autore, che celebrò un secolo e mezzo dalla nascita di Emilio Salgari.
Precoci studi di musica classica, fuori fuoco per un appassionato di jazz e ritmi brasiliani con orecchio assoluto sprecato, in quanto suona tutto e male. Ma spesso, almeno, in cuffia.
Anna Marina Gualdesi, romana, laureata in scenografia, un diploma in pianoforte alconservatorio di Frosinone.
Negli anni ’90 approda alla Direzione Esteri della Rai scrivendo i testi di numerosi programmi radiofonici dedicati alla musica classica e alla musica leggera italiana del 900, un’esperienza che le ha permesso di cogliere le sensazioni, i gusti e la cultura di italiani all’estero attraverso le loro telefonate e soprattutto le loro lettere che ricostruivano un mondo.
In seguito, a Rai International, ebbe l’intuizione di moltiplicare il numero di brani musicali dagli anni Venti agli anni Cinquanta, coinvolgendo, valorizzando e appassionando i collezionisti di dischi d’epoca che avevano trovato nel programma Notturno Italiano uno straordinario punto d’incontro. Questa full immersion in quel periodo storico-culturale ha fatto di lei un’insostituibile consulente per la redazione di libri come quello che state leggendo (se non l’avete già divorato).
A Rai Internazionale e, in seguito, a Raidue Anna Marina Gualdesi per anni si occuperà di documentari culturali e musicali in qualità di programmista multimediale.
https://mcbuoso.wordpress.com/2021/02/09/una-tisana-con-gian-stefano-spoto/