mercoledì 11 ottobre 2023

AperiChiacchierata con ... Dario Zizzo gli anni’80

Ciao,

Questa sera saremo in compagnia di  Dario Zizzo  con cui parleremmo degli anni’80.

 

MC – Allora prima di iniziare dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.  

 

Dario  – Il posto per il suo valore affettivo; si tratta di un bar, principalmente gelateria, che ha rifocillato generazioni, che dico "generazioni"?! generazioni e generazioni di termitani (abitanti di Termini Imerese); una volta, negli anni Ottanta c'era anche un grande juke-box. Sull'aperitivo veramente ho detto al barista: "Un aperitivo per favore." e m'ha dato un San Bitter, "C'est plus facile.", infatti non ho una grande fantasia, si vede? (...è in tema con  il tuo argomento ;) )

MC – Come mai vuoi parlarci  degli anni’80?

D – Perché sono l'esatto opposto del nostro periodo, una lunga Quaresima, con crisi economica, ambientale, guerre, pandemie, e chi più ne ha, più ne metta; gli Ottanta invece:  "Erano anni dolci, di Candy Candy, di «zucchero filato», di Zucchero Fornaciari, anni di «che mi scappa da vivere», di 'A wonderful world', nei quali ciascuno aveva provato Urrà..."

MC –  E se dovessi raccontare ai ragazzi di oggi quel periodo così particolare?

D  – Oh, non mi crederebbero! Mi darebbero del "folle", come quegli anni seppero essere in modo esemplare.

MC – Fai un esempio...

D - Gli unici luoghi d'incontro erano quelli fisici, non c'erano Internet o addirittura il Metaverso, il Metaverso ce lo inventavamo noi, il nostro avatar era il noi riveduto e corretto dalla fantasia: uno che cuccava, andava bene a scuola eccetera, che faceva tutto in modo migliore di quanto facevamo.

Furono anni colorati, come il cubo di Rubik, come l'abbigliamento; i colori, meglio se accesi, venivano prima di tutto, e poi un sacco di parole sulle t-shirt, nomi di località straniere, esotiche, che ci portavano lontano, anche solo col pensiero.

MC –   Hai dei libri da suggerire per approfondire l’argomento, musica da ascoltare e film da vedere che secondo te potrebbero raccontare molto bene quel periodo?

D  – Direi "Rimini" di Pier Vittorio Tondelli, che parla di quel divertimentificio che fu la città dell'Emilia Romagna negli anni Ottanta; ecco, rappresentò bene lo spirito di quel periodo, l'edonismo reaganiano, definizione di un giovane Roberto D'Agostino, quando ancora "Dagospia" era in mente Dei.

Per quanto riguarda la musica,  fu un fiorire di canzoni destinate a restare nella sua Storia; le canzoni allora duravano anche quindici minuti, diciamo che i cantanti erano più resistenti. Consiglio l'ascolto di "Cosa resterà di questi anni 80' " di Raf, del 1989, con un testo molto significativo, una specie di testamento di quel periodo.

MC – Se dovessi scegliere una canzone... quale e perché questa.

D - Una canzone degli Orchestral Monoeuvres in the Dark, "Enola Gay", dall'aereo che sganciò l'atomica, perché quegli anni furono atomici.

MC -  Ne hai parlato  in qualche tuo libro?

D – Ne ho parlato nel mio romanzo "Rivoglio i Matia, con Antonella Ruggiero", dove quell'età, nei ricordi del protagonista Agilulfo, di quando era liceale, diventa un altrove inattingibile ormai: "Oggi, noi, per come ci fu dato vivere la nostra giovinezza, siamo ancora lì, splendidi, inimitabili, imperturbabili, lontani da qui e ora, in quel luogo dove non s’invecchia mai; noi siamo personaggi! non più persone, personaggi di un libro fuori catalogo, e perfino le piccinerie di allora acquistano una loro grandezza, e ogni cosa è perfetta nell’impossibilità di essere modificata".

Circa i film, scelgo le commedie, che allora erano perlopiù commedie e basta, senza il risvolto sociale di oggi, quello sulla crisi economica, sul precariato; insomma, potremmo dire che allora si rideva e basta.

MC – Ne hai una che rivedi spesso? E perché?

D - "Il commissario Lo Gatto" di Dino Risi, con Lino Banfi, perché fa ridere anche se è un giallo, tanto per dimostrare la tesi espressa nell'ultima risposta.     

MC - Cosa ti irrita  di più leggere nei libri su questo periodo e perché o anche vedere nei film.

D – Nei libri e nei film niente, ma in certa narrazione che si fa per esempio alla TV mi irrita sentire dei tortellini con la panna che a me piacciono tantissimo (anche se non li posso mangiare, maledetto colesterolo!) e agli chef plurigraduati fanno ribrezzo (non so perché, problemi loro); mi irrita sentire delle spalline e dei capelli cotonati; ridurre gli anni Ottanta a questo è riduttivo.

MC - Secondo te oggi  che percezione si ha degli anni’ 80?

D  – C'è una nostalgia infinita in chi li ha vissuti, perché furono degli anni di benessere, in cui ognuno poteva guardare a un proprio orizzonte con speranza e serenità, quella fu l'ultima generazione a essere in grado di sperare fondatamente di poter migliorare la posizione economica dei propri padri e madri, di poter avere, come minimo, un posto fisso, insomma Checco Zalone ha copiato da noi.

MC – Secondo te negli altri paesi gli anni ’80 hanno avuto un percorso storico diverso e perché?

D – Se nell'Occidente avvenne sostanzialmente quanto ho detto, il blocco sovietico invece iniziò a evidenziare i primi tarli; in questo decennio ci sarebbero state la perestrojka e la glasnost di Gorbaciov, riformismo e trasparenza, fino all'inaspettato crollo del Muro di Berlino con cui si chiudono gli Ottanta.

MC – un periodo anche pieno di cambiamenti.

D - Sì, si usciva dal grigiore degli anni Settanta con la crisi energetica e gli Anni di Piombo, fu come andare in un party lungo dieci anni; all'impegno politico totalizzante del decennio precedente, si oppose l'individualismo, furono i cosiddetti anni del riflusso, cosa che il preside del liceo di Agilulfo fa notare ai suoi studenti, definendoli come la generazione delle tre "P": pasta, pane e patate.

MC – In chiusura cosa ti va di aggiungere su questo argomento?

D    È un invito che rivolgo a quelli che non hanno vissuto quegli anni: leggeteli! visto che non hanno ancora inventato la macchina del tempo; a chi li ha visti direttamente, dico che in fondo sono stati fortunati, specialmente se allora sono stati giovani, in quegli anni giovani.

MC –  Vuoi dire qualcosa ai lettori di questa rubrica?

D - Che sono dei buongustai; è una rubrica con domande non scontate, con domande nuove; seguitela, anche quando non sono intervistato io.

MC – Grazie e.... prepara il prossimo argomento ;)

 

https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/09/intervista-con-dario-zizzo.html 

 

 

1 commento:

  1. Ti ringrazio per l'intervista intelligente, Maria Cristina; peccato per l'intervistato che non era all'altezza.

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