Ciao,
oggi parleremo con Francesco
del suo libro
MC – Brevemente ci parli di te e di quello che ti piace fare quando non scrivi?
F – La parte predominante del mio tempo libero lo dedico alla lettura e alla ricerca. Sono da sempre interessato alla storia della seconda guerra mondiale e alle vicende politiche del periodo. Cerco sempre di sviluppare avvenimenti ed eventi che sono sconosciuti o che sono stati confinati in un angolo della storia senza essere stati abbastanza trattati e divulgati.
Riesco a farlo quando non sono rapito dei miei figli… crescono troppo velocemente e lo spazio per la famiglia ha sempre la precedenza.
MC – Lo so, il tempo non è mai abbastanza. Come mai ti affascina questo periodo storico?
F – Sono affascinato da questo periodo da quando mio nonno me ne parlava a seguito della sua deportazione. Ho sempre cercato di capire il motivo per cui si possa arrivare a togliere libertà e diritti alle persone che decidono di non allinearsi a un regime. Con la ricerca mi sono proprio appassionato poi alle vicende dell’Armistizio, agli intrighi durante la lunga notte del Gran Consiglio del fascismo, al Consiglio della Corona dell’8 settembre che stava per sconfessare la firma di Castellano… non vado nei particolari ma se iniziamo a parlare di questo periodo storico sarei capace di non fermarmi più…
MC – E come fai a trovare eventi poco conosciuti su cui scrivere?
F – Ascolto molto le persone anziane, l’ho sempre fatto. Quando qualcuno racconta mi fermo, analizzo, chiedo e scavando riesco a tirare fuori racconti davvero interessanti. (Bravo)
La guerra in nord-africa, la campagna russa, la campagna greca sul monte Pindo dove sono morti moltissimi soldati italiani congelati… in ognuna di queste campagne ci sono stati eventi su cui potremo scrivere pagine e pagine. Oppure sulla mancanza del cibo, sul razionamento del pane e dello zucchero. Solo di recente ad esempio ho scoperto che lo zucchero era merce rara in tempo di guerra e per addolcire il latte utilizzavano il sale. I libri non ci raccontano queste esperienze di vita eppure le trovo molto interessanti.
MC – Quando hai scritto questo libro e come mai hai scelto questo argomento.
F – Il libro l’ho scritto dopo una viaggio in Grecia e sul Monte Athos, una zona d’Europa rimasta isolata e ancora oggi stato autonomo ortodosso. Ho cercato di unire la storia dei caduti di Cefalonia, ripercorrendo la vita di un soldato e facendo memoria su di un periodo storico che merita ancora oggi un grande approfondimento.
Il tema che vorrei portare all’attenzione è lo sbandamento dell’esercito post Armistizio: le forze armate non hanno avuto direttive e hanno vissuto in un caos che ha portato morte e distruzione.
Si sono succedute commissioni d’inchiesta nel trovare responsabilità ma quello che è importante ricordare è che la morte di migliaia di uomini durante l’Eccidio di Cefalonia per la mancanza di direttive sia una parte centrale della nostra memoria collettiva.
MC – Brevemente ci racconti di cosa parla?
F – La storia ha due binari: da un lato un giovane dei giorni nostri con una vita piuttosto complicata e dall’altro un soldato della seconda guerra mondiale che vive la vita del fronte.
Le due vite si accostano quando il giovane di oggi inizia a studiare le lettere del soldato e si appassiona alla sua storia, diventando il mezzo per uscire dal caos quotidiano.
La ricerca porterà a un epilogo davvero avvincente e mi piace ricordare che, anche per questo romanzo ho fatto un lavoro di ricerca, supportato, in questo caso, dall’Associazione Mediterraneo di Cefalonia.
MC – Dove si trova questa associazione e come è stato questo lavoro di ricerca? E’ durato molto?
F – Si trova proprio nell’isola di Cefalonia e rappresenta la memoria storica dell’isola proprio in relazione all’Eccidio e agli eventi a esso collegati. Ci sono fascicoli, foto, documenti. Ho avuto il supporto prezioso della Presidente che mi ha fornito alcuni documenti su sopravvissuti che hanno avuto un particolare percorso di cui si parla proprio nel libro.
Ci sono testimonianze dirette e ricordi documentati di personaggi insigniti anche di medaglie al valore; la “medaglia d’argento al valore militare” fu assegnata ad Amos Pampaloni che ha avuto un ruolo importante nella cacciata dei nazisti supportando i partigiani greci. L’associazione serve proprio a mantenere la memoria di tutto questo e lo fa anche supportando la ricerca in maniera molto rapida e precisa, nel mio caso in pochi giorni. (Interessante)
MC – Nel precedente libro (https://www.amazon.it/coraggio-dei-vinti-Francesco-Bianchi/dp/8868682605/ref=mp_s_a_1_1?crid=1IABB9OTBUZUA&keywords=il+coraggio+dei+vinti&qid=1670768681&sprefix=%2Caps%2C85&sr=8-1 ) hai parlato della seconda guerra mondiale attraverso una famiglia mentre in questo parli di un fatto specifico sempre relativo alla seconda guerra mondiale e sempre attraverso una famiglia. Come mai ti affascina così molto questo periodo storico?
F – La Seconda guerra mondiale è densa di avvenimenti che hanno tracciato il nostro percorso. Essendo una storia recente abbiamo molto da imparare da quello che è successo e soprattutto dobbiamo cercare di evitare di fare gli stessi errori.
Il percorso di memoria che sto portando avanti, prima con l’altro libro e adesso con questo, prevede incontri con le scuole, approfondimenti di ricerca, convegni e dibattiti per ricordare e memorizzare quanto sia sempre vicina la deriva autoritaria.
MC – Nei tuoi incontri con le scuole cosa ti ha colpito di più?
F – Rimango sempre colpito dall’interesse dei ragazzi. Ci sono classi quinte superiori che durante il mio intervento ascoltano davvero con attenzione quando un minuto prima avevano il telefono in mano o stavano sdraiati sul banco. Nel momento in cui si inizia a parlare di deportazione, di ideologia antifascista oppure quando faccio circolare le lettere con il tagliando della censura fascista per farli immedesimare nello spirito dell’epoca, diventano interessati e attenti. Questo significa proprio che se sollecitati rispondono molto bene e possono davvero diventare veicolo di diffusione di memoria collettiva.
Anche i ragazzi delle elementari hanno un grande interesse, certo si tratta di argomenti trattati in maniera diversa. Alle elementari si parla di fonti scritte, fonti orali, di deportazione magari differenziando quella razziale da quella di altro tipo. Ma quando viene sollecitato, l’interesse è alto.
MC – Nel primo libro si potrebbe dire che è al maschile la storia mentre in questo è attraverso gli occhi di una donna?
F – Nel primo libro la storia riguarda tre fratelli ma anche la madre Emilia, fulcro centrale e collante della famiglia.
Nel libro “Cefalonia. L’ultima speranza.” il fulcro è ancora una volta una donna, Nella, non rassegnata alla morte del fratello dato per disperso nell’Eccidio. Le vicende principali riguardano il giovane ricercatore e il fratello Gildo.
MC – Come mai questa scelta narrativa?
F – Ho cercato di coniugare passato e presente: quando il giovane che trova rifugio nelle lettere di Gildo inizia la lettura di una singola lettera, si apre una finestra nel campo militare del soldato e le vicende prendono il sopravvente rispetto alla narrazione contemporanea. Ho voluto sperimentare un metodo narrativo. Ho ricevuto anche un “diploma di merito” per questa scelta al Premo letterario Mangiaparole per inediti. (Complimenti)
MC – ti va di ricordare, brevemente, questo fatto storico?
F – L’Eccidio di Cefalonia è una delle stragi più atroci della storia e fu perpetrata dai nazifascisti sulle truppe italiane del Regio Esercito che, dopo l’Armistizio, non ebbero direttive sufficienti per prendere decisioni. Non avremo mai un numero preciso di morti, molti sono dispersi, ma il numero è superiore alle 5.000 unità.
Rappresenta un chiaro esempio di come le mancate scelte strategiche possano impattare sulle truppe. A Cefalonia i soldati italiani erano in netta maggioranza e avevano le posizioni strategiche più importanti ma l’inerzia dei governanti ha causato la loro morte contro un nemico, ex alleato, che invece era agguerrito e organizzato.
MC – Cosa vorresti aggiungere in merito al tuo libro?
F – Trovo che il nuovo romanzo, in uscita a Marzo 2024, sia qualcosa di nuovo nel panorama della narrativa. Non è propriamente un romanzo storico ma contiene tratti storici reali con contenuti di ricerca. Lo consiglio a chiunque cerchi una romanzo che possa dare spunti di approfondimenti storici ma, al contempo, contenga dinamiche della vita di oggi.
Invito i lettori a scrivermi ai riferimenti rintracciabili sul sito www.francescobianchiautore.com perché l’interazione, l’interesse e i vostri ritorni sono ragione di ulteriori approfondimento e crescita.
MC – Grazie, spero che approfitterai di AperiChiacchierata per approfondire questo argomento.
Alla Prossima
MC
Ringrazio pubblicamente Maria Cristina per la gradevole intervista, i suoi modi, il suo interesse e la divulgazione che offre quotidianamente. Grazie! Francesco Bianchi.
RispondiEliminagrazie per le belle parole...spero che sarai ancora nostro ospite :)
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