mercoledì 31 luglio 2024

Margherita mix – Intervista a Maria Cristina Russo che ci parla del suo libro "Lia"

 

Ciao,

con  Maria Cristina

 

e  parleremo del suo libro

 

            


MC – abbiamo lo stesso nome... per cui le tue iniziali le metterò leggermente diverse per non fare confusione...

Mc – Va benissimo. (grazie)

MC -  Ti va di raccontare qualcosa di te ai lettori?

Mc – Certamente! Innanzitutto, grazie per l’intervista. (il piacere è mio, conoscere nuovi autori e autrici è sempre una bella cosa) Nella vita di tutti i giorni sono  una mamma a tempo indeterminato e avendo un figlio ed una figlia ormai adulti ed autonomi  ciò mi consente di dedicarmi completamente a me stessa.

MC – Cosa pensano i tuoi figli di questa passione che hai per la scrittura?

Mc - Sono contenti, anche perché mi vedono serena e nel mio piccolo realizzata. Il fatto è che io ho sempre cercato di essere per loro un esempio positivo di fattibilità, nel senso che ho cercato di infondere in loro la consapevolezza che gli unici limiti che incontriamo nella vita ce li poniamo noi stessi; questo non vuol dire che la loro vita sarà scevra da ostacoli, ma spero di aver insegnato loro che questi devono essere uno stimolo, non un disincentivo a realizzare i propri sogni.

MC -  So che la biblioteca è un posto speciale per te, giusto?

Mc – Certamente è così, coltivo la passione per la lettura sin da bambina, ho iniziato con i prestiti della biblioteca di classe ed ho proseguito nel tempo arricchendo la mia libreria di libri di diverso genere essendo per natura una persona con una vivace curiosità per le cose della vita. (il fascino della biblioteca quando si è piccoli è...unico)

MC –  E so che hai avuto anche piccola parentesi con la recitazione. Ti va di parlarci  di questa esperienza e come mai non  hai più proseguito?

Mc – L’esperienza di recitazione è nata per caso perché un giorno sono stata letteralmente fermata per strada da un regista teatrale di una compagnia amatoriale di San Giorgio a Cremano, dove attualmente vivo, il quale mi ha proposto una particina nel suo spettacolo. Io ho accettato volentieri e alla fine la particina è diventata più ampia e così mi sono ritrovata a calcare per la prima volta le tavole di un palcoscenico, cosa che mi ha aiutata molto. Attualmente sto seguendo un corso di recitazione sempre a San Giorgio con un’associazione culturale e con due maestri d’eccezione: Massimo De Matteo e Sergio di Paola e devo dire che anche qui sto avendo una meravigliosa esperienza. (mi sa che dovremmo approfondire argomento...magari con la tisana?)

MC – Perché dici che ti ha aiutato molto?

Mc -    Quando ho iniziato con la prima parentesi recitativa avevo ripreso da poco gli studi universitari per poter finalmente conseguire la Laurea in Giurisprudenza, dal momento che avevo interrotto la carriera universitaria a due esami dalla fine per dedicarmi al mio primo figlio. Ebbene, recitare mi ha aiutata a dare gli esami con più facilità perché come tu sai recitare è sia un lavoro che esercita la memoria, sia (e soprattutto direi!) un lavoro su se stessi e le proprie timidezze. Così gli esami sono scivolati via che è stata una bellezza! (Complimenti per laurea)

MC – Cosa ti ha spinto a scrivere il tuo primo libro e di cosa trattava?

Mc – Il primo libro è una raccolta di racconti brevi in ognuno dei quali la protagonista è perlopiù sempre una donna, le sue scelte di vita e il modo in cui affronta le conseguenze di tali scelte, diciamo che i racconti sono stati anche dei pretesti per accennare anche a questioni come la pedofilia, il testamento biologico ed altro. Il libro si chiama “Ortensia ed altri fiori” ed è edito dal Albatros il filo.

MC – Scusa se ti faccio questa domanda spinosa... Come sai Albatros è un editore.. diciamo che non ha una buona reputazione soprattutto perché è a pagamento. Cosa ti ha portato a pubblicare con lui?

Mc -  L'inesperienza! (ne so qualcosa anche io L )

MC – Parlaci adesso di questo tuo ultimo lavoro, come mai hai scelto titolo?

Mc – Il titolo l’ho pensato con l’intenzione di puntare subito l’attenzione sulla protagonista, perché Lia è il libro, nel senso che ruotando l’intera vicenda intorno a questa donna fragile ma desiderosa di riscattarsi da una vita di violenza e prigionia, mi sembrava giusto metterla da subito al centro dell’attenzione.

MC –  L’idea per questo libro come ti è venuta?

Mc – Diciamo che l’idea è nata strada facendo nel senso letterale della frase, perché in una delle mie tante passeggiate vicino al mare che sono la principale fonte di ispirazione per i miei scritti, ha preso forma l’idea di dedicare un racconto al tema della violenza domestica; poi, come spesso accade a chi scrive, il racconto da breve è diventato lungo e pian piano, tante erano le cose che volevo dire, è diventato un romanzo. (Argomento spinoso e purtroppo troppo attuale)

MC –  So che hai detto che non volevi un libro a lieto fine, come mai questa scelta?

Mc – Perché la realtà delle donne vittime di violenza non sempre è a lito fine e mi sembrava giusto attenermi alla cronaca reale anche se i libri non a lieto fine non sono sempre graditi dai lettori in quanto chi legge lo fa per evadere dalla realtà non per immergervisi ulteriormente dentro.

MC – Cosa vorresti che fosse fatto di più per evitare tutti questi ”omicidi di donne”?

Mc – Vorrei una attenzione ancora più pressante da parte dell’istituzione, per carità molto è stato fatto, ma io vorrei che quel molto si trasformasse in un “tutto”, nel senso che vorrei strumenti efficaci al cento per cento atti ad aiutare nell’immediato, senza dover passare per trafile burocratiche che non aiutano sempre. Parlo del fatto, ad esempio, che, quando una donna si reca da un’autorità a denunciare una violenza reiterata, dovrebbe essere posta nell’immediato nelle condizioni di proteggere se stessa e l’eventuale prole dal marito-compagno-ex tale e non ritornare a casa dopo la denuncia dal suo aguzzino. (Dovrebbero rispettare di più le vittime e i famigliari e non dare nessuna attenuante a chi si macchia di questo crimine)

 MC – Cosa vuoi aggiungere?

Mc – Che spero che il fenomeno sia definitivamente debellato, ma per arrivare a ciò c’è ancora tantissima strada da fare, una strada che per l’educazione al rispetto e dalla solidarietà, perché mi duole dirlo ma spesso le prime nemiche delle donne siamo proprio noi donne. (purtroppo, a volte è proprio così)

 

Alla Prossima

MC




Nessun commento:

Posta un commento