mercoledì 31 luglio 2024

AperiChiacchierata con ... MariaTeresa De Donato - "Il bisogno di star soli"


Ciao,

Questa sera saremo in compagnia di Maria Teresa De Donato (https://mcbuoso.wordpress.com/2020/12/22/una-tisana-con-maria-teresa-de-donato/  e  https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/08/aperichiaccherata-con-mariateresa-de.html) 

che vuole parlare oggi della Solitudine, o meglio, del bisogno di star soli.

 

MT: Salve a tutti. Grazie, Maria Cristina, per avermi di nuovo invitata alla

 tua AperiChiacchierata. È sempre un piacere parlare con te.

Prima di iniziare a trattare l’argomento che ho scelto, vorrei invitarti per un 

Apericena. Generalmente, in queste occasioni, si sceglie un locale, così come 

abbiamo fatto la volta scorsa, in cui ci siamo godute una bellissima vista della

 mia città natale, Roma, da una fantastica terrazza.

Oggi, al contrario, in sintonia con l’argomento che ho scelto, ho pensato di fare 

qualcosa di diverso organizzando la nostra AperiChiacchierata all’aperto. Che ne

 dici se ce ne andiamo al Parco di Georgetown, sul lago, qui in Texas? Non ti 

preoccupare: ho preparato tutto io! 😉

 

(Attribution: Austex at English Wikipedia)

(This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.)

 

MC – La regola sarebbe aperitivo in Italia, ma come sai... ci sono eccezioni a

 cui non so dire di no... e questa è una di quelle J . Mi sembra che non manchi nulla ...

MT – Grazie per aver fatto questa eccezione!

 

MC – Allora, prima di iniziare, dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.

Maria Teresa – Perché sento il bisogno di starmene in pace, a contatto con

 la Natura, avvolta dal silenzio e dalla bellezza del paesaggio... piuttosto

 che dagli assordanti rumori e dal vocio che avremmo intorno se andassimo 

in un locale. Ogni tanto fa bene ‘staccare la spina da tutto e da tutti’ per ritrovare

 se stessi e ricaricare le proprie ‘batterie’, per così dire. Qui possiamo 

parlare tranquillamente, respirare aria pura, goderci il paesaggio e starcene

 tranquille e serene lontane dai ritmi frenetici delle nostre rispettive città.

MC – Vero ... e poi con me sfondi una porta aperta, lo sai che amo la natura.

 Ma continua pure, scusa per l’interruzione.

MT - Per quanto riguarda l’Apericena ho pensato a qualcosa di sfizioso, tutto 

a freddo. Ho preparato, quindi, dei supplì (sì lo so sono fritti, ma io le fritture

 sono anni che non le mangio, quindi stasera posso fare una eccezione), dei

 cornetti salati con mozzarella, prosciutto crudo, insalata e avocado affettato, 

una insalata di riso, uova farcite, un misto di verdure da mangiare a crudo – olive,

 sedano, carote, broccoli e una macedonia di frutta mista. Come bibita

 beviamo acqua e birra, ma senza alcool, altrimenti non possiamo guidare 

per tornare a casa. 😊

 

MC – Non avevo visto tutto quello che avevi preparato prima, mi ero

 distratta dal paesaggio.  Complimenti. Vedo che è una cena molto Italiana, come

 sei riuscita a trovare  tutti i prodotti qui?

MT – Da circa 15 anni, trovo praticamente quasi tutti i prodotti che voglio 

anche al supermercato. Laddove non li trovo, posso sempre ordinarli online. Non

 c’è alcun problema, quindi.

 

MC -  Hai scelto un argomento veramente insolito, perché proprio questo?

Maria Teresa – Perché, come ho menzionato poco fa, ogni tanto sento il bisogno 

di staccare la spina, di ‘disintossicarmi’ dai social, dai rumori e richiami e dai 

bip di ogni genere della moderna tecnologia che ci ha invasi e senza la quale 

sembra quasi impossibile vivere. Ho bisogno di starmene un po’ sola con Maria Teresa,

 a riflettere, a riconnettermi con me stessa lontano dal frastuono della Vita... Voglio

 godermi il silenzio – o al massimo un sottofondo di musica classica, il fruscio

 delle foglie degli alberi ed il cinguettio degli uccelli. Voglio ascoltare il mio

 respiro. Fare tutto questo serve a rigenerarmi. Mi ricarico di nuova energia,

 mi purifico, elimino le tossine che accumulo. (ti capisco molo bene)

Molte persone hanno paura della Solitudine. Forse perché ne hanno una veduta

 errata. Noi tutti abbiamo bisogno di avere relazioni con il prossimo, di 

parlare e di confrontarci con gli altri e l’isolamento totale non è affatto 

un qualcosa di positivo per la nostra salute mentale.

Io, tuttavia, non sto parlando di un isolamento forzato o comunque prolungato – 

il che può essere deleterio, danneggiare la nostra salute e compromettere il nostro

 benessere e il nostro equilibrio psicofisico e mentale, bensì mi riferisco alla scelta

 di avere dei momenti – che possono durare ore o anche giorni – in cui uno

 ‘stacca la spina’, pensa a se stesso/a, ritrova se stesso/a e riacquista le energie

 che gli/le sono state tolte dalla quotidianità della Vita con i suoi problemi, i suoi 

‘rumori di sottofondo’. Isolarsi, quindi, per rigenerarsi, per ritrovare se stessi, per 

tornare ad essere in forma, “centrati”, sereni, disintossicati e di nuovo pronti a

 continuare il nostro viaggio ... a lavorare ad altri progetti che ci entusiasmano,

 e così di seguito.

 

MC – Questa necessità l’ho sempre avuta anche io, soprattutto in certi 

momenti molto caotici. Secondo te, come mai la maggior parte delle persone

 ha paura di questa parola e soprattutto di rimanere da sola con se stessa?

MT – Presumo che la causa risieda nel drastico cambiamento di stile di vita,

 accompagnato dai suoi ritmi frenetici, dagli assordanti rumori e dal continuo 

ed incessante utilizzo dell’alta tecnologia e dei social cui abbiamo assistito 

da circa 40 anni a questa parte.

Se non riesci a capire che questi strumenti, se non usati con criterio ed

 equilibrio ti risucchiano completamente rendendoti prigioniero/a finisci 

nella trappola e, con il passare del tempo, essendo diventati essi parte della 

tua quotidianità, non riesci più a farne a meno.

Questo, che già di per sé è drammatico, non è, tuttavia, l’aspetto peggiore.

L’aspetto peggiore è, a mio modesto avviso, il fatto che molti, troppi individui 

reputino tutto ciò “normale”!

Questo processo è cominciato, o quantomeno si è intensificato, circa 40 anni fa, 

quando iniziarono a tenerci – o quantomeno a tentare di tenerci – inchiodati in

 casa con le telenovele. Perché? Perché c’era la puntata successiva di una serie

 televisiva che ti piaceva e per molte persone il solo pensiero di perderne

 una era intollerabile! Piuttosto rinunciavano ad uscire e a fare altro.

Come venirne fuori? È semplice: Devi imparare a vivere la vita – ogni attimo 

di essa – in piena consapevolezza rendendoti conto delle dinamiche e delle 

conseguenze di certi meccanismi che possono diventare – anche se apparentemente 

innocui – delle vere e proprie trappole, delle prigioni dalle quali è poi difficile 

liberarsi perché è subentrato il fattore ‘abitudine’, ossia tu gli hai permesso di

 diventare parte integrante della tua Vita, della tua quotidianità. Ne sei 

diventato/a assuefatto/a, schiavo/a, completamente dipendente, proprio come

 se fosse una droga. Il meccanismo è, infatti, lo stesso: ci sono dipendenze

 fisiche, ma anche e soprattutto dipendenze mentali e/o psicologiche.

 

 

MC – Secondo te,  la “solitudine” come è stata percepita e vissuta negli 

ultimi... 20-30 anni? Ho l’impressione che i giovani di oggi ne hanno paura

 mentre una volta era vissuta in maniera diversa. Mi sbaglio?

MT – No, non ti sbagli. Purtroppo qui per amore di conversazione devo 

generalizzare, pur essendo consapevole che non siamo tutti uguali, né lo sono,

 quindi, tutti gli appartenenti alle generazioni cui farò riferimento.

Proprio per le ragioni che ho menzionato prima, le generazioni nate in questi

 ultimi 40 anni sono cresciute e state abituate, quindi, sin dalla più tenera

 età ai rumori, all’alta tecnologia seguita poi dall’uso sfrenato dei social media. 

So di tanti ragazzi che si alzano la mattina e vanno all’università o al lavoro

 sentendo musiche assordanti con le cuffiette o in macchina o sui mezzi pubblici.

 Molti di loro ammettono di non riuscire né a studiare né a concentrarsi senza

 la loro musica – che molto raramente è quella di Bethoven e Mozart 

che è stato scientificamente provato che ha un impatto benefico sull’attività

 celebrale e aumenta il quoziente intellettivo di chi le ascolta – ma piuttosto

 musiche assordanti da ritmi e volumi che la impattano negativamente diminuendo

 il QI di chi le ascolta.

 

MC – Molto interessante! Che ne dici se continuiamo a parlarne un’alta sera? 

Credo che mi farebbe piacere fare il bis sia della tua compagnia e di altre 

cose buone da mangiare.

MT – Certamente. Sarà un piacere. Alla prossima allora. Grazie, Maria Cristina, 

per avermi ospitata di nuovo e grazie a tutti i lettori e alle lettrici che ci seguiranno.

 

 

(Attribution: Kharker at the English-language Wikipedia)

(This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.

Subject to disclaimers.)

 


 

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