mercoledì 3 luglio 2024

AperiChiacchierata con ...Ilaria Vecchietti - Odissea

 

 

Ciao,

siamo di nuovo in compagnia di Ilaria Vecchietti per parlare dell’Odissea, ammetto che mi è sempre piaciuta molto.

I - Piacere di essere ancora qui con voi, spero che le mie chiacchierate vi piacciano e vi tengano compagnia. (è un piacere leggerti e anche i lettori del blog apprezzano molto questo argomento)

 

MC – Dove siamo per il nostro aperitivo?

I - Oggi, siccome parleremo dell’Odissea, vi porto a Napoli a bere un bel tè freddo. (ottimo, i limoni sono buonissimi)

Vi chiederete perché questo collegamento tra l’Odissea e Napoli? La leggenda dice che la città fu fondata da Partenope, una delle sirene che tentarono di ammaliare Odisseo.

Però parlare di “Sirena” sapete che non è totalmente giusto, in ambito di mitologia greca? Volete sapere perché?

 

MC – Certo che lo vogliamo sapere, dai spiegaci...

I – Quando si parla di “sirene” nell’immaginario collettivo si identificano quelle creature metà donna e metà pesce, che con la loro ammaliate voce cantavano per attirare i marinai. Però originariamente, nella mitologia greca, non era così: le sirene erano creature dal corpo di uccello e testa di donna, anche loro con la suadente voce. Solo dal Medioevo hanno “mutato” corpo, o meglio la parola si è fusa con altre creature del folklore europeo.

 

MC – Abbiamo parlato dell’Iliade adesso ti va di parlare dell’Odissea?

I – Certamente! Si tratta di uno dei miei poemi preferiti 😊

 

MC - Chi ha scritto l’Odissea e quando?

I – Come per l’Iliade, l’autore è Omero.

 

MC – Di cosa parla?

I – Possiamo considerarla il seguito dell’Iliade e narra le tormentate vicende del ritorna a Itaca di Odisseo / Ulisse.

MC – Bisogna dire che per tornare a casa Odisseo ha preso la strada più lunga... ma continua, scusa per interruzione.

 

I -  Il nome Odissea prende infatti il nome dal suo protagonista, Odisseo in greco, Ulisse in latino. Non so perché si sia diffuso maggiormente il nome latino. (in effetti è una curiosità che ho sempre avuto anche io)

Interessante è il significato dell’etimologia del nome “Odisseo”: “colui che odia”.

 

MC – Si potrebbe dire che ci sono due narrazioni in questo libro? Quella di Ulisse e quella di sua moglie Penelope?

I – Brava, infatti la storia la vediamo dai due punti di vista: lui che racconta cosa ha dovuto patire per tornare a casa e lei che lo aspetta, circuita dai pretendenti al trono.

Però c’è anche una terza narrazione, quella di Telemaco, e si trova proprio all’inizio dal primo al quarto capitolo, e questa narrazione va sotto il nome di Telemachia. Narra come, spinto dalla Dea Atena camuffata, parta per trovare notizie di suo padre. (questa parte non la ricordavo)

 

Probabilmente non la ricordi perché a scuola non la spiegano (o almeno a me è capitato così) seguendo i vari capitoli in sequenza, e forse neanche nei film seguono la storia scritta. (mi sa che hai ragione L )

Di sicuro nel film “L'Odissea” del 1997 (uno dei miei film preferiti) non segue alla lettera la storia, molte cose erano state cambiate e altre omesse. Il film invece del 1968 non lo ricordo bene, ma mi sembra più fedele.

Comunque in genere per “spiegare” la storia, citano solo appunto che Odisseo per tornare a casa fa tappa nei vari luoghi, eccetera eccetera, e che Penelope attende il ritorno, tessendo la tela… di Telemaco tacciono tutto.

E a proposito di punti che escludono sempre: quando Odisseo entra nell’Ade, alla ricerca di Tiresia, il profeta gli dice che una volta tornato a Itaca non potrà restare, ma dovrà viaggiare ancora.

Lascio il testo della profezia: «da uomini che non sanno del mare, che non mangiano cibi conditi col sale, che non conoscono navi dalle gote purpuree né i maneggevoli remi che sono per le navi ali» (Od. xi 122-25).

Quindi una terra lontana, e per riconoscerla Tiresia gli dice che sul percorso incontrerà un viandante che scambierà il remo di Odisseo, portato in spalle, per un ventilabro (un attrezzo per la semina). A quel punto Odisseo potrà fermarsi, piantare il remo in terra e fare un sacrificio per Poseidone, per placare la sua ira. Solo a quel punto potrà tornare definitivamente a casa.

Purtroppo di questo viaggio non si hanno scritti, forse perduti per sempre oppure Omero non scrisse più nulla, non si sa. (peccato)

 

MC – Ti va di parlarci di Penelope?

I – Penelope era la cugina di Elena di Troia e discendeva dall’eroe Perseo, quindi possiamo dire che ha del sangue divino nelle vene.

Penelope era una donna forte e simbolo di fedeltà, infatti anche se dovette aspettare vent’anni il ritorno del marito mai lo tradì!

Inoltre come Odisseo era davvero dotata di furbizia, con la quale ingannò i Proci per prendere il tempo per non accettare la loro corte.

 

MC – Mi sono sempre chiesta una cosa... ma perché Penelope doveva per forza spossarsi di nuovo invece di governare lei o suo figlio?

I – Da una parte Odisseo le aveva fatto promettere che si sarebbe risposata se lui fosse morto in guerra, in più non siamo in una società dei vichinghi dove le donne potevano governare sole, gli uomini volevano avere il potere, anche su una piccola isola come Itaca. (e ti pareva L )

E perché Telemaco non passa ereditare il regno questa è sempre stata anche la mia domanda, ma non ho mai trovato risposta. (se la trovi fammi sapere che sono curiosa)

 

MC – Come mai invece di tronare a casa subito ha girato per tutto il Mediterraneo?

I - Beh, Odisseo avrebbe voluto tornare subito a casa (anzi, non avrebbe mai voluto partire, aveva anche ideato un astuto stratagemma per ingannare Agamennone quando andò a reclutarlo, ma per il fato non ci riuscì).

Dopo aver conquistato Troia i vari eserciti fecero ritorno ognuno nella propria terra, e anche Odisseo fece rotta per Itaca. La sua flotta però si imbatté in una tempesta che li portò fuori rotta, portandoli nella terra dei Lotofagi, per essere poi catturati dal famoso ciclope Polifemo.

Come sappiamo Polifemo era un essere gigantesco con un occhio solo, e si chiuse nella sua caverna con Odisseo e la sua ciurma, spostando un grande masso, che i greci non sarebbero mai riusciti a muoverlo da soli.

Polifemo iniziò a nutrirsi dei suoi prigionieri, e a quel punto Odisseo ideò un modo per uscire. Prima di tutto non svelò il suo nome, disse di chiamarsi Nessuno, e poi fece ubriacare il ciclope. Una volta assopito, con un palo che avevano aguzzato, lo accecarono. Polifemo urlò disperato chiamando i fratelli ciclopi, dicendo: “Nessuno mi ha accecato”, quindi i fratelli alla parola “Nessuno” non accorsero in aiuto.

Polifemo così tolse il masso e cercò di agguantare Odisseo e i suoi uomini, ma essi si mescolarono con il gregge di pecore del ciclope, scappando così al triste destino dei loro compagni.

Una volta al sicuro sulle loro navi, Odisseo gridò a Polifemo la sua vera identità… qui entra in gioco Poseidone.

Polifemo era figlio del Dio del mare, così per vendicare il figlio la divinità azzurra maledisse Odisseo, portandolo a peregrinare in tutto il Mediterraneo e a perdere a uno a uno i suoi uomini.

Solo grazie al popolo dei Feaci riuscì a tornare finalmente a Itaca.

 

Mc – ecco un’altra cosa che mi sono sempre chiesta.... ma se era così furbo perché poi gli ha detto come si chiama, doveva immaginarlo che ci sarebbe stata una vendetta...

I – Probabilmente peccò anche lui di superbia, prendendosi doppiamente gioco del ciclope, in quando un semplice umano era riuscito e ingannare il figlio di un Dio.

 

MC - Nell’Odissea hai qualche parte che ti piace più e perché?

I – Adoro ogni parte dell’Odissea, ma se devo scegliere una preferita è solo un tratto, una scena molto triste in verità.

Si tratta di quando tornato a Itaca, sotto mentite spoglie, Odisseo rivede Argo, il suo fedele cane, ormai vecchio. Lui è il primo che lo riconosce, per poi morire felice del suo ritorno. Mi è sempre parso come se rimandasse la sua morte, solo per rivedere il suo padrone un’ultima volta. (una scena toccante)

 

MC – Argomento interessante anche questo, grazie... ti va se la prossima volta parliamo dell’Eneide?

I – Certamente, così torniamo un po’ anche nella mitologia romana 😉

Grazie ancora tantissimo!

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