mercoledì 3 gennaio 2024

FIORI PICCO CI PARLA DI… “IL DRAGO DI SUA MAESTÀ” di Daniele Cellamare

   

 

“IL DRAGO DI SUA MAESTÀ” di Daniele Cellamare

Oppio e colonialismo inglese nella Cina del 1800.

 

Una storia intrigante e avventurosa, narrata con uno stile scorrevole, chiaro e accessibile a ogni tipo di lettore: così è “Il Drago di Sua Maestà” (Les Flâneurs Edizioni), interessante romanzo storico dello scrittore Daniele Cellamare.

Il periodo riguarda la Prima Guerra dell’Oppio del 1839. Siamo nel Regno di Mezzo, nella Cina dell’ultima dinastia imperiale ovvero quella mancese.

 

Lo scrittore Daniele Cellamare

 

Nel libro la storia non fa solo da sfondo ai personaggi e alle ambientazioni ma è essa stessa protagonista e sovrana. Per tutta la narrazione irrompe con la sua spietata inflessibilità. Tante sono le ingiustizie che accadono, innumerevoli i soprusi e i livelli di degrado nella società cinese messa in ginocchio e costretta a mortificarsi per mano del colonialismo britannico. Nel 1800, gli inglesi, chiamati dagli indigeni “diavoli dai capelli rossi”, giocarono sporco in territorio cinese e annientarono la popolazione locale sotto ogni aspetto: economico, sociale, etico, esistenziale. Fino a scatenare la guerra.

Pagando le merci cinesi con l’oppio anziché con gli argenti, la Compagnia Britannica delle Indie, sostenuta dalla Regina Vittoria, diede vita a un vasto traffico illecito di stupefacenti che rovinò un impero di per sé già fragile e minacciato. Il porto di Canton era il principale centro di smistamento della cosiddetta fragranza nera che, come un drago affamato e insaziabile, divorava la gente.

 

 

Durante la lettura sembra di entrare nelle fumerie di quegli anni e imbattersi in quei volti tumefatti, in quegli sguardi persi nel vuoto, in quei corpi emaciati e attaccati ai fucili da fumo o pipe d’acqua simili ai narghilè. Una miriade di personaggi carismatici anima il romanzo, in primis la cruenta e distaccata Regina dei Pirati che guida le flotte di fuorilegge del Mare Orientale e che infligge torture ai seguaci infedeli. Ai tempi della storia è una donna ormai anziana e, come una statua o un vecchio cimelio, riflette la decadenza della Dinastia Qing che ha origini da tribù barbare provenienti dal Nord-Est, da popoli rozzi della lontana Manciuria, poco considerati dall’orgogliosa e sprezzante etnia Han. Il potere a Pechino è rappresentato da individui corrotti e senza spina dorsale che hanno consentito agli europei di comandare imponendo la droga. 

Le descrizioni delle battaglie tra le navi inglesi e le giunche cinesi sono un punto di forza del romanzo.

L’autore pone molta attenzione anche alle tematiche femminili raccontando di donne senza diritti né possibilità, sottomesse ai mariti e al patriarcato confuciano. Donne con i piedi fasciati, disposte a porre fine alla loro vita a causa del disonore, o schiave bambine acquistate per pochi denari da funzionari e commercianti abbienti di mezza età. La storia d’amore tra Piccolo Lupo, ex pirata che decide di staccarsi dal giro criminoso, e Giada Preziosa, giovane serva molestata dal padrone ricco, è un flebile barlume di speranza, un sogno romantico in un mondo caotico, pericoloso, dominato dagli istinti e dall’arroganza.

 

Foto di dominio pubblico da Wikipedia

 

Nel libro si parla anche di società segrete come la Triade e di fanatici religiosi come i ribelli Taiping che, in nome di un Dio Occidentale, compiono atti scellerati e inenarrabili per rovesciare l’Impero.  

Tanta ricerca, studio meticoloso e passione innata traspaiono dalle pagine dense di vicende e di intrighi che, suddivise in capitoli o scene, si adatterebbero a un set cinematografico. Della Cina si sa poco o quasi nulla, specialmente del suo passato burrascoso e “Il Drago di Sua Maestà” è un libro che spalanca una finestra su una cultura antica e misteriosa che affascina e spesso lascia sgomenti. 

Daniele Cellamare ci catapulta in quel mondo e in quell’epoca, riportando usi, costumi, abitudini e ambientazioni fedeli, oltre a tipiche espressioni in lingua cinese, che caratterizzavano il modo di esprimersi del periodo.

Docente presso l’Università La Sapienza di Roma, autore di numerose pubblicazioni storiche e studioso di tecniche militari, il Professor Cellamare si addentra nelle trame delle sue narrazioni, con la serietà e la professionalità dello scrittore che vuole raccontare l’umanità.  Con una penna piacevole, diretta e ricca di descrizioni avvicina i lettori a una realtà lontana.  

 

Fiori Picco

 

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