Il mistero dei sei tiramisù
I casi del Commissario Capo Caterina Angeli
di Maria Cristina Buoso
Recensione di Maria Teresa De Donato
Nella città di Padova, nel quartiere in cui si trova il condominio Magnolia, dove qualche tempo fa è stato compiuto un delitto, uno sconosciuto, per ragioni apparentemente incomprensibili e che emergeranno solo alla fine del libro, sta creando un grande scompiglio.
Si tratta della stessa persona o di più persone? e Questi fatti sono collegati tra loro o no? – si chiedono gli inquirenti.
Una serie di circostanze e comportamenti nonché le riprese fatte dalle telecamere collocate all’esterno dei vari uffici in cui il tizio è andato sembrano dimostrare che si tratti della stessa persona.
Nel giro di alcuni giorni è entrato in alcuni uffici e, mentre nessuno lo vedeva, ha messo tutto a soqquadro: semplici atti vandalici o cercava qualcosa?
Ha visitato anche l’ambulatorio della veterinaria Andrea Stella e, mentre questa era andata un attimo nella sua stanza, ha rovistato all’interno di una cesta piena di conchiglie, sassi ed altri oggetti che era stata collocata all’ingresso dell’ambulatorio a scopo esclusivamente decorativo. Quando Andrea è uscita dal suo ufficio e gli ha chiesto cosa stesse facendo, lui, prima di fuggire, le ha dato uno spintone e rovesciato sul pavimento il contenuto della cesta.
Anche la pasticceria di Alice sembra essere stata presa di mira. Alice stessa lo ha visto di spalle uscire dalla sua pasticceria dopo che lei era uscita dalla stanza in cui era entrata per rispondere ad una chiamata sul cellulare. I suoi tiramisù erano pronti per essere consegnati ai clienti elencati in una lista lasciata accanto al vassoio su cui erano stati depositati in attesa di essere messi temporaneamente nella cella frigorifera. Il tizio, entrato velocemente ed altrettanto velocemente uscito dal suo locale, potrebbe aver nascosto qualcosa in uno dei suoi tiramisù e, per poter essere certo di poterla recuperare, con il suo cellulare potrebbe aver scattato una foto alla lista dei nomi in modo da poter individuare l’eventuale nuova collocazione dei tiramisù.
Le varie telecamere che hanno ripreso questa persona hanno permesso di capire che si tratta di un uomo, vestito di scuro, che indossa – siamo al tempo del Covid – la mascherina, oltre ad un paio di guanti che gli consentono di non lasciare impronte.
Dei sei tiramisù della lista l’unico che forse si è salvato al massacro, perché è stato già ritirato, è quello di una certa Teresa Sales, una donna che si è trasferita da poco nel quartiere e che nessuno conosce né sa quale lavoro faccia. Teresa, però, mentre la polizia indaga, non è in casa. Probabilmente è partita ed è impossibile sapere dove sia e quando ritornerà.
“Il tiramisù che ha comprato nella pasticceria di Alice, lo avrà già mangiato o lo avrà conservato in frigo per gustarselo al suo ritorno?” – si chiedono gli inquirenti. Stando, infatti, alle azioni compiute sino ad ora dall’aggressore, la polizia teme che, nel caso questi non abbia ancora trovato ciò che sta cercando, tenterà in tutti in modi di verificare se questo qualcosa si trovi proprio nell’ultimo tiramisù della serie, ossia quello che Teresa Sales ha acquistato.
In questo caso, la rabbia e frustrazione probabilmente accumulate nel non essere ancora riuscito a trovare e ad impossessarsi di questo ‘qualcosa’ che sta cercando ansiosamente, potrebbe rendere l’uomo violento portandolo a compiere un omicidio, cosa che fino ad ora, ringraziando il cielo, non è avvenuta.
Benché tutti, vittime ed inquirenti, tra cui il Commissario Capo Claudia Trini, il Sovrintendente Luciana Verdi e l’Assistente Alessia Goretti ed altri colleghi della Squadra Mobile si diano tutti un gran da fare per condurre le indagini e venirne a capo, il Commissario Capo Caterina Angeli, andata di recente in pensione, sarà ancora una volta la persona che risolverà il caso.
Malgrado ufficialmente abbia smesso di lavorare, nel suo DNA rimarrà sempre un poliziotto (p. 39), come le fa notare sorridendo la sua amica ed ex-collega Claudia che conta sempre sul suo aiuto e sulla sua totale dedizione ad ogni singolo caso.
Caterina, con la sua fervida creatività, il suo profondo intuito e l’esperienza maturata nei vari decenni in servizio riuscirà a sbrogliare la matassa, risolvendo l’arcano e a portare, dopo aver teso un tranello allo sconosciuto grazie all’aiuto di vittime ed inquirenti, al suo arresto e alla sua confessione finale.
Insomma, come sostiene suo figlio Amos “il giorno che Caterina riuscirà a non fare nulla per tutta la giornata… nevicherà a Ferragosto” (p. 89). Forse il suo ex marito, padre di Amos e della sua sorella gemella Kalene, e soprattutto i suoi suoceri avrebbero potuto mostrare più comprensione ed empatia e capire quanto fosse grande la passione che Caterina ha sempre avuto per il suo lavoro. Se lo avessero fatto, probabilmente i due, che ancora si amano, non si sarebbero mai lasciati.
Un giallo leggero e persino divertente, pieno di colpi di scena e di spunti di riflessione, scritto in uno stile snello, veloce e piacevole, tipico dell’autrice Maria Cristina Buoso, la cui lettura consiglio a tutti.
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