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Cammino nel freddo della sera, le luminarie della strada sono accese per alleggerire l’amarezza di un Natale in cui il Covid ci obbliga ancora a rimanere a casa e a muoverci il meno possibile, come l’anno scorso queste festività avranno il sapore della solitudine che ci ricorda la nostra vulnerabilità e fragilità.
Respiro l’aria fredda e pungente che sa di neve, attorno vedo il riflesso delle luci rimbalzare sul bianco che copre ogni cosa, quest’anno ho voluto gratificarmi con un regalo che mi facesse sentire bene ed è questo magnifico cappotto rosso che indosso, che mi fa sentire speciale e mi regala il suo tepore.
Cammino veloce, il freddo si è insinuato sotto la sciarpa congelandomi il viso che diventa sempre più ghiacciato, ho voglia di una bella tazza di cioccolata calda con tanta panna sopra, quest’anno ho imparato a farla senza acquistare le bustine già pronte e il sapore è molto più buono e per darle quel tocco in più uso il latte alla mandorla.
Entro in casa, sbatto i piedi sul tappetino dell’ingresso per far scendere la neve che si è attaccata alle scarpe, mi tolgo cappotto, guanti, sciarpa e tutto il resto e come prima cosa accendo qualche candela da mettere alle finestre, mi piace la luce che si intravede da fuori, ma soprattutto mi piace guardarle mentre mi rilasso sul divano sotto ad una coperta colorata. Quando ero bambina mia nonna materna ne metteva sempre qualcuna in camera mia, con la scusa che così Babbo Natale non poteva sbagliarsi quando doveva portarmi i regali. Il ricordo mi fa sorridere mentre vado in bagno per struccarmi e lavarmi per bene le mani.
Indosso una tuta rossa in ciniglia, che avevo messo vicino al termosifone per trovarla calda e mi reco in cucina per prepararmi la super golosa tazza natalizia di cioccolata con tanta panna e sorseggiandola raggiungo il salotto per rilassarmi davanti alla televisione per guardare uno dei film a tema natalizio che mi fanno compagnia in questo periodo. Lo so, sono super scontata e sdolcinata, ma che ci posso fare? Mi piacciono e mi fanno sorridere.
Entro nel salotto sovrappensiero e, seduto comodo e tranquillo sulla poltrona vicino alla finestra, trovo un vecchio amico che mi guarda sornione: Babbo Natale.
«Hai una tazza anche per me?»
«Ma allora è proprio un’abitudine la tua!»
«Di che parli?»
«Comparire così senza nessun preavviso» torno in cucina e in velocità preparo una tazza anche per lui. Il microonde è come sempre utile nelle emergenze o quando si ha fretta «ecco la tua tazza di cioccolata con panna, ho messo anche un paio di biscottini.»
«Grazie, sei sempre gentile» si sistema meglio sulla poltrona «allora, come è andata con l’incontro dell’anno scorso?»
«Babbo Natale curioso e impiccione mi mancava» sorrido e mi siedo di fronte a lui «quell’incontro è stato un tuo regalo.»
«Non era quello che desideravi?»
«Si. E’ stato inatteso ma piacevole. Quella mattina di Natale è stata particolare. Abbiamo fatto colazione assieme, c’era un po’ di imbarazzo all’inizio ma poi…» Ripensando a quel giorno non riesco a trattenere un sorriso «… ma poi ci siamo trovati a parlare con naturalezza. Avevamo molte cose in comune.»
«E… Siete rimasti amici, oppure…» mi strizza l’occhio sorseggiando la cioccolata.
«Ci siamo frequentati per qualche settimana come amici… poi ci siamo accorti che il sentimento era cambiato così… una sera, di ritorno dal cinema, ci siamo fermati a parlare e…»
«Mamma, come sei lenta… allora state assieme oppure no?»
«Sì, stiamo insieme» un sorriso enorme mi illumina il viso.
«Bene, bene. Sono felice per tutti e due. Lo sapevo che sareste stati bene assieme.»
«Come secondo lavoro hai una agenzia di appuntamenti?»
«Ahahah…» la risata lo fa ballare sulla poltrona che si muove in maniera preoccupante.
«Per favore, calmati, altrimenti ti ritroverai per terra e io senza poltrona.»
«Scusami, si potrebbe dire che mia moglie ha il pallino di voler combinare le persone tra loro a Natale, vuole che ci sia sempre tanto amore per il mondo in questi giorni di festa.»
«Hai una moglie???»
«Certo, perché sei così sorpresa?»
«No, figurati ma… lei che tipo è?»
«Curiosa?»
«Sì.»
«Ti dirò solo che stiamo insieme da tanti, tanti, tanti anni e che senza di lei io non sarei il Babbo Natale che tutti immaginate. È la mia stella Polare, la mia amica del cuore, è la persona con cui organizzare ogni anno Natali speciali per tutti voi.»
«Hai una sua foto?»
«Non mi servono foto per ricordarla e… dovrà rimanere per sempre un segreto.»
«Insomma non potrò sapere com’è e…»
«No, dovrai accontentarti di quello che ti ho detto.»
«Va bene. Però non è giusto» mi fingo offesa e l’osservo da sopra la tazza mentre sorseggia la sua bevanda calda.
«E come mai sei sola la sera della vigilia?»
«Arriverà domani mattina, stasera è al lavoro. Ma più tardi ci saluteremo prima che io vada a letto.»
«Sono felice per tutti e due» si alza e nella stanza diventa enorme, imponente, si avvicina e mi fa una carezza sulla guancia; pian piano mi addormento sul divano. Lui mi copre con un plaid e mi sussurra qualcosa all’orecchio. Guarda fuori dalla finestra e vede in lontananza le prime luci dell’alba.
Sorride felice e con la sua camminata ondeggiante e sicura scivola fuori dalla finestra chiusa, un’ombra luminosa che si trasforma in raggi di sole.
Dalla porta entra un uomo infreddolito e, dopo essersi tolto cappotto e scarpe, si avvicina al divano, vede per terra il cellulare spento e sorride, lo raccoglie e lo mette in carica. Si avvicina e mi dà un bacio lieve sulla bocca.
«Buon Natale amore.»
Apro gli occhi sorpresa e mi accorgo che è mattina.
«Accidenti, mi sono addormentata di nuovo, scusa» lo guardo dispiaciuta.
«Per caso hai perso anche quest’anno Babbo Natale?» mi sorride accarezzandomi il viso.
«Si, però in compenso ho avuto te come regalo» lo bacio stringendolo forte «Buon Natale amore.»
Dalla finestra il sole freddo dell’inverno incornicia il nostro abbraccio e in lontananza si sente una risata perdersi nell’aria pungente di dicembre.
Buon Natale a tutti voi.
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