Quest’anno le feste di Natale saranno un po’ tristi e solitarie, il motivo è questo maledetto Covid che ci mostra la nostra vulnerabilità e ci ha fatto capire che nessuno è immune al contagio. Se fossimo stati tutti meno egoisti e più responsabili, forse adesso non saremmo stati investiti da questa ondata di dolore e di scelte inevitabili per la nostra sopravvivenza. Preferisco lasciare questi pensieri tristi al freddo della notte mentre cammino veloce per rientrare a casa dopo la messa di mezzanotte che è stata anticipata alle 20.00 per emergenza Covid.
Che strano trovarsi in una chiesa semivuota mentre il prete parlava e ci benediva. Attorno a me il bianco della neve avvolge gli alberi e le case nel suo mantello di silenzio e le luci delle stelle si uniscono a quelle degli alberi addobbati più del solito per trasmetterci la gioia di questi giorni in cui non possiamo trovarci in tanti a festeggiarlo attorno ad una tavola piena di cibo e risate.
Rientro in casa infreddolita e sbatto i piedi per terra per togliere la neve dalle scarpe, metto il cappotto e la sciarpa vicino al termosifone per asciugarli e indosso dei caldi calzettoni colorati e un caldo pigiama in felpa, mi avvolgo in un cardigan colorato, entro in salotto per accendere il mio albero di Natale prima di andare in cucina e…..
…. Rimango a bocca aperta a fissare la figura che tranquilla è seduta in poltrona a sorseggiare una tazza enorme di cioccolata, il suo profumo mi solletica le narici e mi fa capire che non sto sognando. Rimango bloccata sulla soglia mentre lui mi sorride e mi porge un’altra tazza colorata con tanta panna sopra alla mia cioccolata calda.
- Se non ricordo male a te piace così …
- Ma tu sei…
- Babbo Natale. – Mi sorride sornione. E’ enorme, a fatica riesce a stare seduto sulla mia poltrona preferita, una barba candida, lunga fino al pancione prominente, sembra abbia una vita propria quando si muove, il vestito è di un rosso rubino che riflette le luci dell’albero, sulla testa il berretto è un po’ spostato sulla sinistra. – Sono come mi immaginavi da piccola?
- Si. – Mi esce una vocina che non riconosco e mentre mi avvicino vedo riflesso nella finestra il mio aspetto. Sono io all’età di circa 10 anni. Mi sento male, cosa sta succedendo?
- Non aver paura. Fra qualche ora tutto tornerà come sempre. Ma per adesso – mi prende la mano e mi attira vicino a lui per farmi sedere sulle sue ginocchia morbide e ampie – io e te ci faremo una chiacchierata. Sempre se ti va.
- Ma come è possibile… non capisco. – Non so se essere felice per quell’incontro o mettermi a gridare terrorizzata per la mia trasformazione.
- E’ la notte di Natale e tutto è possibile, compresi i desideri di una bambina.
- Non sono più una bambina.
- Lo so, ma quest’anno è un anno difficile per tutti, molti hanno perso il lavoro, altri i loro cari, altri se ne sono andati da soli come da soli hanno vissuto … invece di gioia e amore, in questi giorni c’è paura e disperazione e tanta solitudine.
- Continuo a non capire.
- La Magia del Natale è anche questo – mi sorride – nel mondo la Magia si è incontrata con l’Energia Positiva e con i Sogni Dimenticati, in un posto della Fantasia che è ancora vivo nei bambini e in alcuni adulti che non sono mai riusciti a smettere di sognare. Insieme hanno deciso di regalare a chi crede nell’amore puro e non solo... la realizzazione di un desiderio dimenticato di quando si era bambini, così da salvare la Magia del Natale nei cuori di più persone possibile e restituire a chi lo desidera un momento di pura gioia da conservare nel cuore per quando ne avranno più bisogno.
- Non so cosa dire...
- Non devi dire nulla. L’amore e la speranza che riceverete in questa notte speciale distribuiteli attorno a voi, non siate egoisti.
- E’ una cosa bellissima. Ma perché io?
- Perché dentro di te c’è ancora la voglia di sognare e di sperare esattamente come quando eri bambina. – e sotto alla barba si intravede un sorriso fare capolino.
- Me ne ricorderò domani?
- Questo dipende da te. Se credi che sia tutto reale, domani sarà vivo nei tuoi ricordi, se invece penserai ad un sogno …. Piano piano lo dimenticherai
- Lo voglio ricordare, voglio ricordare ogni momento di questa notte in tua compagnia.
- Brava – mi accarezza la mano e mi guarda negli occhi – cosa desideri più di tutto in questo momento?
- La pace nel mondo e che il Covid scompaia.
- AHAHAHAHAHAH – La risata è bassa e profonda e tutto di lui si muove mentre ride senza freni – non ho detto miracolo ma desiderio.
- Pensavo che potessi …
- Non ho la bacchetta di Harry Potter o di Merlino. Non sono attrezzato per i miracoli, mi dispiace. – Smette di ridere e mi osserva – Allora, quale è la prima cosa che vorresti veramente, ma per te, solo per te.
- Solo per me. Ci sarebbero due o tre cosette che mi piacerebbe …
- Quella che proprio sgambetta per arrivare per prima?
- Oddio…… qualche anno fa non sarebbe stata tra i primi posti ma adesso invece ….vorrei trovare l’amore. Quello vero, quello in cui lasciarsi andare senza paura di venire feriti e che sai che quando hai bisogno di lui, lo avrai vicino. Niente fuochi d’artificio ma solo sincerità, affetto e solidità nel creare insieme una storia che sia solo nostra.
- Per realizzarlo dovrai metterci qualcosa anche tu.
- Cosa devo fare?
- Per prima cosa devi aprire il cuore, non avere paura di metterti in gioco e… per ricevere amore non devi aver paura di amare, amare, amare.
- La vedo dura.
- No se io metterò nel tuo cuore un pizzico di speranza, tutto si realizzerà. Ma tu non dovrai permettere alla tua paura di alzare i soliti muri.
- Ok. – mentre parlo sento la mia voce che sta tornando normale – posso chiederti un’altra cosa?
- Si.
- Prima che tutto torni come prima e che tu te ne vada, possiamo fare un gioco insieme?
- Quale gioco vuoi fare?
- Una partita a dama. Da bambina mi piaceva giocarci.
Con un gesto della mano fa comparire sul tavolo una scacchiera con tutti i pezzi già sistemati sopra. I pezzi bianchi erano fiochi di neve fatti con il cristallo di rocca mentre quelli neri erano fatti con il quarzo morione
- Che belli.
- Grazie. Cominciamo?
- Si
Ci sediamo di fronte con la nostra tazza di cioccolata che sorseggiamo mentre il gioco ci assorbe. Lentamente ritorno adulta e sento un calore che non avevo mai sentito prima avvolgermi, mi sento leggera e felice perché so che nel mio futuro ci saranno solo cose belle e mi sento di nuovo felice come quando ero bambina. Questa sensazione è legata alla speranza, un sentimento poco apprezzato dalla mia generazione perché sono persone sempre proiettate al “dopo” e non “al presente”.
Apro gli occhi, mi sento un po’ ammaccata... mi sono addormentata sulla poltrona… meglio andare a letto. Mi alzo, mi stiracchio e… sulla tavola vedo la scacchiera fatta con i cristalli. Mi giro verso la finestra e vedo il sole alto nel cielo. Mi precipito fuori sorpresa e nella foga vengo investita da un cane che corre felice sulla neve che è scesa durante la notte facendomi sprofondare in una montagna bianca vicino ai gradini di casa. Non so se arrabbiarmi o ridere, in compenso sento il freddo attraversare la maglia e il pigiama, mi alzo borbottando.
- Tutto bene?
Mi giro e vedo davanti a me un uomo attraente, con due occhi chiari che mi guardano tra il divertito e il preoccupato. – Si , tutto bene. – Mi scrollo di dosso la neve con le mani , sono un po’ imbarazzata.
- Ma esci sempre così da casa?
- Solo quando mi perdo Babbo Natale – Mi guarda divertito. - L’ho detto a voce alta?
- Si
- Mi fermerei a parlare ma sono infreddolita e…
- Leggermente zuppa?
- Già. Per la frase di prima…
- Non preoccuparti, è la frase più originale che mi sia mai stata detta la mattina di Natale.
- … se ti va, posso invitarti a bere un caffè bollente a casa mia? Così potremmo continuare la nostra chiacchierata al caldo?
- Va bene, io sono Nicolas e lui – indica il cane – Pippo.
- Bianca – Rientriamo in casa. Sento un calore allargarsi dal cuore e avvolgermi come un abbraccio caldo e sicuro, un sorriso mi si stampa sul viso, se fosse successo due giorni prima non mi sarei comportata cosi, ma adesso … adesso devo mantenere una promessa, il cane si accomoda sotto alla finestra, lui si siede tranquillo sulla poltrona che prima aveva ospitato Babbo Natale ed io … io mi sentivo come quando da bambina trovavo ai piedi del letto il regalo che avevo chiesto a Babbo Natale.
Nessun commento:
Posta un commento