domenica 3 aprile 2022

L'incidente di Maria Cristina Buoso


 Ciao, 

oggi ho deciso di regalarvi  l'inizio del Prologo  del mio Libro.

Buona Lettura :)

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Prologo

L’auto scivolava sull’asfalto bagnato della sera. Una pioggerellina scendeva sottile impastandosi alla polvere che si era posata sulla strada creando una patina pericolosa. Alberto guidava come sempre, sicuro e veloce, anche quando la mente era rivolta altrove. Troppi pensieri. Le ombre della sera s’intrecciavano ai fari delle auto che, come un nastro interminabile, si aggrovigliavano tra loro nell’impazienza dei guidatori di tornare a casa. Tutti sembravano avere fretta, tutto era rumoroso e veloce, troppo veloce.

La frenata fu brusca, la sterzata istintiva, ma l’impatto fu lo stesso tremendo.

Come una scena girata al rallentatore, tutto si mosse creando una sequenza di causa-effetto.

La testa urtò l’airbag che si aprì nello scontro con l’auto che la precedeva. Le cinture lo bloccarono contro il sedile fermandolo nella speranza di salvargli la vita. La vettura che aveva dietro si fermò contro la parte sinistra della sua auto che si era girata nel movimento di frenata, un altro colpo lo ricevette anche da destra e in breve si trovò inscatolato e bloccato dalle lamiere contorte della sua Toyota Celica, di color grigio metallizzato, praticamente quasi nuova. L’ultimo pensiero fu quello che doveva pagare ancora gli ultimi 3.000 euro.

Un attimo di fermo immagine seguito subito dalla frenesia del dopo incidente. I clacson impazziti, le persone sotto shock, le telefonate d’emergenza, un lungo tamponamento, le auto della Polizia Stradale, le ambulanze. Il caos era totale. 

E poi, il silenzio.

Alberto percepiva i rumori che lo circondavano come echi rarefatti.

Lo liberarono dalle lamiere e lo portarono d’urgenza in ospedale. Tutto era ovattato e lontano, provava una strana sensazione di distacco, benessere e pace. Non si era mai sentito così tranquillo e sereno. Aprì gli occhi e si accorse di osservare sé stesso da una strana angolazione. Era vicino al soffitto e gli infermieri e i dottori erano in basso, attorno al suo corpo immobile, si agitavano preoccupati di non farcela. All’improvviso si rese conto che lui non avrebbe dovuto trovarsi fuori dal suo corpo e questo gli causò una sorta di panico, cosa gli stava succedendo? La sua mente, logica e razionale, non poteva accettare una risposta che non fosse ragionevole. Come avrebbe potuto spiegarsi quella scena? Un sogno? Uno scherzo della mente?

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