LA SCELTA DI ARTEMISIA, Guja Boriani
(Self Amazon, 2023)
Con il romanzo “La scelta di Artemisia”, l'ex giornalista Guja Boriani giunge alla sua seconda opera letteraria.
Prequel di “Ladra di mamme”, dove l'autrice racconta la storia di una bambina, Elenia, che ha perso la mamma
in età precoce, il libro è comunque auto conclusivo e può essere quindi letto a sé.
Nella ricerca di materiale
materno per la stesura dell'opera di esordio, la protagonista si imbatte
in una vecchia
cassettiera contenente i diari della giovane madre e alcune
formelle di ceramica da lei realizzate, e incise con
originali aforismi. Tra quelle pagine e ritagli di giornale, Elenia ricostruisce il mondo interiore della madre
Artemisia e apprende pure di un'epica impresa alla quale essa aveva partecipato negli anni sessanta. Materiale
ce n'è in abbondanza e decide quindi di scrivere un romanzo incentrato sulla vita della donna, in quel gesto
di sublimazione ben espresso dalla citazione di apertura: “Ogni cosa che ho visto di te, te la restituisco
amata” (Maria Grazia Calandrone).
Artemisia era una giovane brillante appena uscita dagli anni cinquanta, aspirante pittrice e scalatrice per passione.
Le cime della Val d'Aosta erano come casa per lei, tanto da lasciare poi in eredità un bizzarro nome alla figlia,
ispirato proprio alla toponomastica locale.
Sposata con un uomo altrettanto moderno e abile alpinista, sembra condurre una vita felice, per lei piena e sufficiente,
ma non completa, secondo la visione della severa madre che
la vorrebbe classica donna di famiglia, e del marito, che nonostante tutto
sogna di diventare padre. Il tema della maternità diventa così un assillo per
lei, vivendolo sia come un
obbligo che come un freno al suo desiderio di affermazione personale.
Un'insolita e inattesa proposta la scuote da questo dilemma, un'utile occasione per capire cosa volere veramente
dalla vita. L'iniziativa è ambiziosa e di quelle che resteranno per sempre negli annali storici: una scalata sul
Monte Rosa di sole donne, come stendardo di emancipazione femminile.
Ecco allora che il romanzo prende la piega dell'avventura, riportando questo elettrizzante evento: centoventinove
alpiniste che il 26 e 27 luglio 1960, in una colonna lunga oltre un chilometro, si inerpicano per sentieri innevati
verso Capanna Margherita, il rifugio più alto d'Europa, a 4550 metri di altitudine. La seconda tappa le porterà
infine in cima alla montagna, attraverso il ghiacciaio di del Lys.
Uno splendido spaccato di vita tra reportage semi seri della stampa dell'epoca, mariti e fidanzati feriti
nell'orgoglio per essere stati lasciati a casa da soli, club alpini che nemmeno avevano fatto circolare la
notizia tra le loro iscritte.
Elenia si lascia trasportare dalla fantasia e romanza la vita della madre con incontri e dialoghi freschi e bizzarri.
Sarà un incidente di percorso, però, a far capire ad Artemisia quanto la vita possa essere breve e quali siano
veramente i valori importanti: la famiglia, la continuità della stirpe, la preziosità dei figli. Neanche avesse
avuto sentore della sua stessa fine tra le cime, qualche anno più tardi.
È così che quest'atto di riscossa e ribellione in Artemisia produce l'effetto opposto, portandola a desiderare
essa stessa un figlio, completando il sogno d'amore del marito e riallacciando i fili generazionali con l'austera madre.
Sarà quest'ultima a rivelare in un'intima confessione, i veri motivi del suo comportamento oppressivo.
Un racconto profondo, anche se volutamente espresso con penna leggera, che ci riporta da una parte a un
evento storico poco conosciuto, dall'altra a indagare il non scontato argomento della maternità.
Ho trovato belle e interessanti le massime, profonde e universali, che Artemisia incise indelebilmente su
piastrelle decorative e che la figlia Elenia sparpaglia sapientemente tra le pagine del libro, ed è proprio
con alcune di queste che voglio concludere:
“Prima dell'azione
c'è il sogno” Pag.24
“Ogni viaggio comincia
da vicino” Pag.60
“La forza non viene dalla capacità fisica,
ma dalla volontà indomabile” Pag.129
“La montagna non è un luogo dove andare,
è uno stato d'animo” Pag.7
“Non esiste la cima della montagna,
ma solo un nuovo punto di partenza” Pag.95
“Quando sei consapevole
il viaggio è finito” Pag. 191
“Il futuro appartiene
a coloro che credono
nella bellezza dei propri sogni” Pag.202
“La bellezza deve rompere il cuore
per diventare poesia” Pag.134
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