mercoledì 14 agosto 2024

Meravigliosa Italia: Visitando le Ville Venete con Maria Cristina Buoso - di Maria Teresa De Donato

Meravigliosa Italia:Visitando le Ville Venete con Maria Cristina Buoso

di Maria Teresa De Donato

 

 

Oggi continuiamo a viaggiare nella nostra Meravigliosa Italia con la nostra 

cara amica Maria Cristina, Autrice e Blogger. Maria Cristina continua ad 

ispirarci condividendo con noi le bellezze naturalistiche, storiche, artistiche 

nonché apprezzatissime ricette del suo territorio.

Auguro a voi tutti una buona lettura!

 

 

MTDD: Ciao Maria Cristina e bentornata in questo mio Salotto Culturale Virtuale.

MCB: Grazie a te per l’invito. È sempre un piacere essere tua ospite.

 

MTDD: Maria Cristina, dopo averci presentato in maniera dettagliata la tua città,  Rovigo, sei passata alla provincia.

Di cosa ci parli oggi?

MCB: Oggi voglio parlarvi delle Ville Venete in generale e in particolare di quelle

 di Palladio. E magari poi farò dei post specifici per presentarvele meglio.

 

MTDD: Benissimo! Le ville mi hanno sempre affascinata.

Cosa puoi dirci di quelle venete in particolare?

MCB: Le Ville Venete raccontano secoli di storia e di arte; sono dei veri e propri gioielli 

del territorio veneto ma anche nazionale. Solo a Rovigo e provincia ci sono circa dieci 

ville venete, tra cui il Castello estense di Arquà Polesine e una progettata dal

 memorabile Andrea Palladio, la Badoera.

Tutti sanno che l’architettura palladiana ha cambiato per sempre il modo e l’estetica

 del costruire perché queste ville sono dei veri e propri capolavori tra equilibrio delle 

forme, proporzioni e prospettiva.

Le Ville Venete e anche quelle Palladiane, tra il 1994 e il 1996, sono state inserite nella

 lista Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

 

MTDD: Fantastico! Costituiscono, quindi, un patrimonio che va salvaguardato e di cui

 noi tutti dovremmo essere orgogliosi.

MCB: Infatti. Sono assolutamente d’accordo.

 

MTDD: Chi ha costruito, o fatto costruire, queste Ville e a chi appartengono

 al momento, allo Stato o a privati?

MCB: La villa veneta è un tipo di residenza patrizia fondata dalla nobiltà della

 Repubblica di Venezia e che si è sviluppata nelle aree agricole delle loro 

proprietà di Terraferma tra la fine del XV secolo e il XIX secolo.

In questo periodo furono costruite più di quattromila ville venete e molte di queste 

sono ancora conservate e tutelate dall'Istituto regionale Ville Venete. Le possiamo 

trovare maggiormente nel Veneto, in particolare la Riviera del Brenta e alcune 

pianure del Friuli-Venezia Giulia. Circa l'80% delle ville sono di privati, il 5% 

appartiene alla Chiesa cattolica e il rimanente è di proprietà pubblica o mista. 

Nel Veneto ci sono 3807 ville e in Friuli 436.  

L'architetto Andrea Palladio  ha legato il suo nome ad uno specifico tipo di villa

 veneta (24 ville) che ormai tutti definiamo il termine di villa palladiana, ma oltre

 a lui altre costruzioni sono legate ai nomi di grandi architetti come Vincenzo 

Scamozzi, Giovanni Maria Falconetto, Jacopo Sansovino, e di straordinari 

artisti come Giovanni Battista Zelotti, Paolo Veronese, Giambattista Tiepolo.

  


(Andrea Palladio)


MTDD: Potresti condividere con i nostri lettori qualche particolarità storica e architettonica delle Ville Venete?

MCB: Volentieri. Prima  di finire vi lascio qualche indicazione specifica su 

queste abitazioni.

La  villa veneta è inserita in una grande proprietà agricola.  La costruzione è molto

 ampia, al centro delle proprietà troviamo la Villa che è la residenza dei proprietari che

 è un luogo di rappresentanza nonché di villeggiatura estiva (consiglio di leggere o 

vedere le opere di Goldoni) e quasi tutte le ville erano prive di sistemi di

 riscaldamento invernale e di cucina.

Accanto alla residenza del padrone c’erano le costruzioni per il lavoro agricolo:

 depositi, serre, ecc. La barchessa, una costruzione generalmente allungata che 

raccoglieva merci e attrezzature, per l’epoca era una grande innovazione perché

 dava una forma architettonica e nobile ad esigenze fino ad allora ritenute indegne 

di onore.

Questa struttura architettonica facilitò lo sviluppo di tutte le arti decorative a lei 

connesse come la  scultura, pittura, decorazione a fresco ed ebanisteria, arte dei

 giardini regolazione delle acque necessarie alla regolazione di fontane e laghetti.

Come vedete l’argomento è molto ampio per cui vi lascio come al solito dei

 link per approfondire se lo desiderate:

 

https://www.arte2000.it/blog/ville-palladiane-splendide-architetture-nelle-campagne-venete/

https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_veneta

https://www.villevenetecastelli.com/un-po-di-storia/

https://www.gentepocket.it/le-piu-belle-ville-venete-da-vedere-a-rovigo/

http://www.villevenete.net/

 

 

MTDD: Ci lasci anche oggi con una ricetta per i nostri lettori?

MCB: Certamente! Oggi vi propongo la ricetta della memoria di mia mamma

  


Ricetta della memoria di mia mamma

Quando era piccola – periodo della seconda guerra mondiale – alla sera la cena consisteva, a volte,  in una semplice scodella di polenta con il burro fuso all’interno, che ricorda ancora con piacere.

La polenta (scegliete se farla istantanea o normale - ormai dovreste farla ad occhi chiusi 😊) deve rimanere, tuttavia, morbida perché poi si mangerà con il cucchiaio.

 

Verso la fine della cottura mettete al suo interno del burro che mescolerete per bene fino a che non sia completamente amalgamato e sciolto. La quantità sarà a vostro gusto, ma tenete conto che dovete sentirne il sapore.

Poi verserete la polenta in  una scodella e, se proprio volete esagerare, aggiungete qualche altro pezzettino di burro sopra che si scioglierà mentre la mangiate. Se desiderate una coccola extra, oggi possiamo permettercelo, completate con una grattatina di formaggio grana.

Questa è, quindi, una ricetta semplice di una volta quando non si aveva nulla come “companatico” da mangiare.

 

Buon appetito!

 

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