di Maria Teresa De Donato
Oggi continuiamo a viaggiare nella nostra Meravigliosa Italia con la nostra
cara amica Maria Cristina, Autrice e Blogger. Maria Cristina continua ad
ispirarci condividendo con noi le bellezze naturalistiche, storiche, artistiche
nonché apprezzatissime ricette del suo territorio.
Auguro a voi tutti una buona lettura!
MTDD: Ciao Maria Cristina e bentornata in questo mio Salotto Culturale Virtuale.
MCB: Grazie a te per l’invito. È sempre un piacere essere tua ospite.
MTDD: Maria Cristina, dopo averci presentato in maniera dettagliata la tua città, Rovigo, sei passata alla provincia.
Di cosa ci parli oggi?
MCB: Oggi voglio parlarvi delle Ville Venete in generale e in particolare di quelle
di Palladio. E magari poi farò dei post specifici per presentarvele meglio.
MTDD: Benissimo! Le ville mi hanno sempre affascinata.
Cosa puoi dirci di quelle venete in particolare?
MCB: Le Ville Venete raccontano secoli di storia e di arte; sono dei veri e propri gioielli
del territorio veneto ma anche nazionale. Solo a Rovigo e provincia ci sono circa dieci
ville venete, tra cui il Castello estense di Arquà Polesine e una progettata dal
memorabile Andrea Palladio, la Badoera.
Tutti sanno che l’architettura palladiana ha cambiato per sempre il modo e l’estetica
del costruire perché queste ville sono dei veri e propri capolavori tra equilibrio delle
forme, proporzioni e prospettiva.
Le Ville Venete e anche quelle Palladiane, tra il 1994 e il 1996, sono state inserite nella
lista Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
MTDD: Fantastico! Costituiscono, quindi, un patrimonio che va salvaguardato e di cui
noi tutti dovremmo essere orgogliosi.
MCB: Infatti. Sono assolutamente d’accordo.
MTDD: Chi ha costruito, o fatto costruire, queste Ville e a chi appartengono
al momento, allo Stato o a privati?
MCB: La villa veneta è un tipo di residenza patrizia fondata dalla nobiltà della
Repubblica di Venezia e che si è sviluppata nelle aree agricole delle loro
proprietà di Terraferma tra la fine del XV secolo e il XIX secolo.
In questo periodo furono costruite più di quattromila ville venete e molte di queste
sono ancora conservate e tutelate dall'Istituto regionale Ville Venete. Le possiamo
trovare maggiormente nel Veneto, in particolare la Riviera del Brenta e alcune
pianure del Friuli-Venezia Giulia. Circa l'80% delle ville sono di privati, il 5%
appartiene alla Chiesa cattolica e il rimanente è di proprietà pubblica o mista.
Nel Veneto ci sono 3807 ville e in Friuli 436.
L'architetto Andrea Palladio ha legato il suo nome ad uno specifico tipo di villa
veneta (24 ville) che ormai tutti definiamo il termine di villa palladiana, ma oltre
a lui altre costruzioni sono legate ai nomi di grandi architetti come Vincenzo
Scamozzi, Giovanni Maria Falconetto, Jacopo Sansovino, e di straordinari
artisti come Giovanni Battista Zelotti, Paolo Veronese, Giambattista Tiepolo.
(Andrea Palladio)
MTDD: Potresti condividere con i nostri lettori qualche particolarità storica e architettonica delle Ville Venete?
MCB: Volentieri. Prima di finire vi lascio qualche indicazione specifica su
queste abitazioni.
La villa veneta è inserita in una grande proprietà agricola. La costruzione è molto
ampia, al centro delle proprietà troviamo la Villa che è la residenza dei proprietari che
è un luogo di rappresentanza nonché di villeggiatura estiva (consiglio di leggere o
vedere le opere di Goldoni) e quasi tutte le ville erano prive di sistemi di
riscaldamento invernale e di cucina.
Accanto alla residenza del padrone c’erano le costruzioni per il lavoro agricolo:
depositi, serre, ecc. La barchessa, una costruzione generalmente allungata che
raccoglieva merci e attrezzature, per l’epoca era una grande innovazione perché
dava una forma architettonica e nobile ad esigenze fino ad allora ritenute indegne
di onore.
Questa struttura architettonica facilitò lo sviluppo di tutte le arti decorative a lei
connesse come la scultura, pittura, decorazione a fresco ed ebanisteria, arte dei
giardini regolazione delle acque necessarie alla regolazione di fontane e laghetti.
Come vedete l’argomento è molto ampio per cui vi lascio come al solito dei
link per approfondire se lo desiderate:
https://www.arte2000.it/blog/ville-palladiane-splendide-architetture-nelle-campagne-venete/
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_veneta
https://www.villevenetecastelli.com/un-po-di-storia/
https://www.gentepocket.it/le-piu-belle-ville-venete-da-vedere-a-rovigo/
MTDD: Ci lasci anche oggi con una ricetta per i nostri lettori?
MCB: Certamente! Oggi vi propongo la ricetta della memoria di mia mamma
Ricetta della memoria di mia mamma
Quando era piccola – periodo della seconda guerra mondiale – alla sera la cena consisteva, a volte, in una semplice scodella di polenta con il burro fuso all’interno, che ricorda ancora con piacere.
La polenta (scegliete se farla istantanea o normale - ormai dovreste farla ad occhi chiusi 😊) deve rimanere, tuttavia, morbida perché poi si mangerà con il cucchiaio.
Verso la fine della cottura mettete al suo interno del burro che mescolerete per bene fino a che non sia completamente amalgamato e sciolto. La quantità sarà a vostro gusto, ma tenete conto che dovete sentirne il sapore.
Poi verserete la polenta in una scodella e, se proprio volete esagerare, aggiungete qualche altro pezzettino di burro sopra che si scioglierà mentre la mangiate. Se desiderate una coccola extra, oggi possiamo permettercelo, completate con una grattatina di formaggio grana.
Questa è, quindi, una ricetta semplice di una volta quando non si aveva nulla come “companatico” da mangiare.
Buon appetito!
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