giovedì 8 agosto 2024

Libri: Eudaimonia – per animi inquieti di Elena Gianasso

 

Giusy Locatelli

Eudaimonia (in italiano eudemonia) è un vocabolo greco che rappresenta il desiderio di felicità insito nell'uomo, una felicità naturale e dovuta, che solo le deviazioni del mondo offuscano fino a celare del tutto. È la felicità vera, non l'edonismo affogato nel piacere immediato e nemmeno l'assenza di dolore, secondo l'accezione epicurea.

 E ancora, riportando da Wikipedia: “Non è la felicità degli stoici a cui si perviene malgrado la sofferenza, ma è la beatitudine ottenuta anche con la sofferenza, raggiunta non sempre in una vita terrena, che è immutabilmente dolorosa, ma in quella celeste dove la felicità è eterna.” Un concetto che, nel Cristianesimo, prende la valenza della beatitudine legata al senso della benedizione.

 Dopo questo preambolo, è chiaro che i versi contenuti nella raccolta di Elena Gianasso non parlano di felicità raggiunta, ma di dolore che nasconde il massimo potenziale della felicità. E qual è il sentimento più grande, capace di elevare nella sua quintessenza e distruggere nella sua mancanza? L'Amore, ovviamente. Un amore clandestino, il suo, che la rende viva e la fa morire nel contempo, capace di regalare attimi sublimi, ma in grado di gettare successivamente nel più profondo degli inferi. 

 Non sono versi sdolcinati, però, o farciti di vocaboli scontati, non ci sono le rime forzate in banalità. L'autrice scrive chiaro, schietto, con un linguaggio semplice e crudo, spesso breve, perché non servono gli orpelli per descrivere ciò che tormenta il cuore: un singolo urlo può comunicare con maggiore efficacia. Anche l'assenza di punteggiatura, salvo qualche rara virgola, sottolinea un'urgenza di comunicazione e uninquietudine di fondo (come da sottotitolo), pur mantenendo comprensibile il testo, in versi che spesso si sostengono da soli.

 Una scrittura che ho sentito vicina alla mia maniera di poetare e che pertanto è entrata in sintonia col mio sentire, anche se avrei apprezzato qualche azzardo maggiore (in fraseggi, scelta di vocaboli e figure retoriche d'effetto), ben concesso nell'arte poetica.

 L'autrice, in colloquio con se stessa, dà voce a tutti quegli animi inquieti alla ricerca di una serena felicità, di una meritata beatitudine al di là delle battaglie della vita. Oltre l'amore, infatti, c'è qualche excursus in altre tematiche universali, come la guerra o il senso di inadeguatezza. Una silloge poetica, quindi, alla portata di tutti, perché parla con lingua comune e di aspirazioni globali.

 Casa al mare: Le mie paure, i sentimenti, i dolori albergano in una casa in riva al mare / Salutano i turisti / Si asciugano al sole di un luglio infuocato / Giocano con i bambini / Brillano diamantinei sulla sabbia bruciante / Come gabbiani volano sul pelo dell'acqua verso l'orizzonte / Stridono feroci / La sera ritornano a dormire tra le conchiglie rumorose appese alle finestre / Aspettando un'anima errante con cui trovare la pace

Equilibrista: Instabile / In attesa / Sospesa nel vuoto della vita / Trattengo il respiro / Precipito improvvisamente / Mi mutilo per non sentire dolore / Ma tutto mi resterà nel sangue / Eternamente

Dolore: Anestetizzi il dolore fisico / Resta quello dell'anima / Cadi nell'abisso più nero. / All'indietro / Il tonfo non si ode / Non c'è mai fine alla corsa / Nessuno sente un'anima che va in pezzi / È il rumore assordante del silenzio / Convivi perennemente / Con il dolore nascosto tra le costole e il cuore / Respiri piano per non sentirlo / Sorridi di giorno / Piangi ogni notte

 Dio: […] Comunque sorrido al mondo / e mi gioco le mie carte al tavolo della vita / Mettendo in palio l'amore

 

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Giusy Locatelli (La Penna d'Oca)



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