lunedì 25 dicembre 2023

Racconto di Natale di Maria Cristina Buoso

 

Babbo Natale e i bambini di 80 anni

 

Fuori la notte brillava di luci arcobaleno e di stelle lontane che riflettevano il loro chiarore sulla neve,  che candida aveva coperto ogni cosa, compresa la casa di Babbo natale.

Si vedeva solo un filo di fumo in  lontananza che si perdeva nei cumuli di neve alta e incontaminata.

Nel silenzio ovattato, la notte con la sua coltre stellata cedeva il posto al sole che piano piano avvolgeva la sonnacchiosa natura e dava il buon giorno a Babbo Natale che ancora semiaddormentato si era seduto davanti al camino canterino. Aveva appena aggiunto un bel ceppo di legno di pino grosso e profumato al fuoco crepitante e colorato di un bel rosso accesso. Sua moglie gli aveva appena portato una bella tazza fumante di caffellatte che sorseggiava tranquillamente mentre pregustava la sostanziosa colazione che avrebbe mangiato a breve, prima di mettersi al lavoro. Doveva preparare ancora molti pacchi e pacchetti da mettere nel suo magico sacco.

Ad un tratto il grosso ceppo si mise a saltellare nel camino e Natale si sedette ritto a guardare cosa stava succedendo di strano, pronto ad intervenire se fosse stato necessario.  Dopo aver saltellato per un  po’ il ceppo si aprì in due parti e  nel mezzo ecco comparire il viso sorridente e gioviale della Befana che fu accolta da una risata sonora e allegra.

«Cosa ti porta a casa mia a quest’ora? Non hai anche tu del lavoro da fare?»        

«Si, quello non manca mai in questo periodo, per quanto uno cerchi di organizzarsi … queste ultime settimane sono sempre super impegnative»  

«Allora, dimmi, cosa hai di così urgente da dirmi  per venire a rovinarmi la colazione. Lo sai che questo momento per me è sacro!»     

«Lo so, brontolone, lo so bene. Ma se non fosse importate non sarei qui a parlarti in questo modo, sarei venuta direttamente a casa tua, ma come hai detto tu prima … il lavoro è tanto e il tempo poco» 

«Va bene, dimmi di cosa si tratta» Si mise comodo nella sua grande poltrona rossa e continuò a sorseggiare la sua bevanda calda. 

«Ieri sera mi è successa una cosa strana che mi ha fatto pensare e…»    

«Devo preoccuparmi?»       

«No, ma sono sicura che anche tu alla fine sarai d’accordo con me. Dicevo, ieri sera stavo camminando per la strada di un paesino di montagna,  lo sai che mi piace fare le mie passeggiate al crepuscolo così da passare inosservata perché nessuno guarda più chi gli attraversa la strada o lo urta, troppo preso dalla frenesia di correre e di pensare ad altro»     

«Lo so, si perdono molte cose belle della vita»  Sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona che scricchiolò lievemente. «Cosa è successo ieri sera?»     

«Ho visto una bambina di otto anni che piangeva  davanti ad una vetrina che era al buio»   

«In questo periodo ci sono vetrine buie? Non mi è mai capitato di vederne una, come mai era spenta?»  

«Era spenta e senza luci, sembrava che il nero della notte più buia si fosse impadronito di quella vetrina e di quello che c’era dietro. Ti giuro che sentii tutta la tristezza di quella bambina avvolgermi e mi sarei messa a piangere anche io se un gatto non  si fosse strusciato contro la mia gamba facendomi l’occhiolino e sorridendomi. All’improvviso mi sentii meno triste, così abbracciai forte la bambina che smise di piangere e mi sorrise grata per essere lì con lei»  

«I gatti hanno una magia particolare e sanno sempre quando è il momento di regalarne un  po’ a chi ne ha bisogno»   

«Già.» Sospirò e per qualche secondo, sembrava che pensieri conosciuti solo a lei le avessero occupato la testa distraendola … ma durò poco e dopo un lungo sospiro continuò con  il suo racconto «Allora … presi per mano la bambina e andammo a sederci su di una panchina che si trovava poco distante da quella vetrina. Le asciugai le lacrime con uno dei miei fazzolettini colorati che la fecero sorridere e mi racconto il motivo di quell’infelicità infinita che le aveva riempito il cuore»

«E’ una storia molto triste!» Nicola appoggiò la tazza vuota sul tavolino che aveva vicino.  

«Si» Fece un lungo e rumoroso sospiro che mosse le fiamme in una breve danza colorata. «Quella era la vetrina di uno dei negozi più antichi del paese. Era gestito da un  paio di vecchietti che non hanno mai voluto chiuderlo. Si erano sempre opposti ai nipoti che lo volevano vendere a qualche “affarista” di città. Preferivano tenerlo chiuso durante l’anno e riaprirlo da Dicembre fino a Gennaio, solo perché i bambini potessero entrare e perdersi tra i tanti scaffali colorati e loro erano felici di guardarli e di fare il pieno di quella gioia che li avrebbe accompagnati per il resto dell’anno»  

«Spesso mi chiedo come dei bambini tanto adorabili possano diventare degli adulti così freddi e spesso anche molto egoisti e privi di scrupoli»   

«Me lo chiedo spesso anche io» La voce della befana si incrinò lievemente per poi scrollarsi di dosso quel momento di malinconia con un gesto della mano e continuò il suo racconto. «… la bambina si chiama Caterina ed è la pronipote di quei due anziani vecchietti di 99 anni, che si sono conosciuti da bambini e da allora non si sono più lasciati. Purtroppo, adesso hanno un problema di salute. Così i figli li hanno messi in una casa di riposo affinché vengano seguiti e curati. Vivono lì da qualche mese, è un posto bello e possono rimanere insieme. Però sono tristi al pensiero che proprio in questo periodo dell’anno, per la prima volta, il loro negozio rimarrà chiuso. E sapere che nessun bambino  potrà entrare per cercare quel particolare giocatolo che nessun genitore pensa più di regalare … li ha resi tristi e con poca voglia di vivere» 

«Capisco la tristezza di quella bambina. Ma non capisco tu cosa hai pensato …» 

«Un attimo che arrivo alla proposta. L’idea l’ha avuta quella bambina e mi è piaciuta subito» Gli strizzò l’occhio e sorniona continuò il suo racconto «Caterina mi ha  chiesto come poteva fare arrivare una sua letterina sia a Babbo Natale che alla Befana, perché voleva chiedere ad entrambi una cosa speciale» Gli strizzò l’occhio di nuovo   furbescamente e continuò. «Allora ho preso un ramo di pino che era per terra, ho spolverato la neve per bene facendola diventare una lavagna bianca e poi le ho detto di dirmi cosa voleva chiedere, che avrei scritto io per terra la sua richiesta e che alla fine bastava soffiare sopra e la letterina sarebbe arrivata a destinazione» 

«E ti ha creduto?»

«Le ho detto che quelli erano giorni magici e che tutto poteva succedere. E mi ha creduto,  perché ha ancora la magia della fantasia dentro di lei»

«Speriamo che le rimanga dentro per molti anni ancora. Allora cosa voleva chiederci?» 

«Che quest’anno i regali non li portiamo ai bambini piccoli ma ai bambini di 70, 80, 90 anni e più. Mi sono commossa e le ho chiesto come mai desiderasse questo»

«Perché quando invecchiano diventano anche loro come bambini e nessuno pensa più a farli felici e che forse così la sua bis nonnina ed il suo bis nonnino non si sarebbero sentiti inutili e soli perché qualcuno avrebbe pensato a loro»

«Mi piace come idea. Ma i bambini cosa penseranno?»    

«Saranno i nonni che riceveranno i regali  a scrivere una letterina per i bambini, tu porterai i doni ai nonni ed io le letterine ai bambini che metterò dentro ad una calza colorata e piena di dolciumi. Allora che ne dici? Lo facciamo?»   

«Si»  Si fregò le mani contento per questa idea diversa dagli altri  Natali.  «Realizzerò i desideri che avevano da  bambini e che hanno dimenticato crescendo, così li farò tornare indietro nel tempo. Ogni regalo avrà con sé una un biglietto magico dove scriveranno ai  bambini i loro pensieri … e quando chiuderanno la busta con  un bacio  questa volerà  da te che poi la porterai ai bambini e dopo … »

 «Dopo ci troveremo seduti insieme  da me per una colazione abbondante e piena di sorrisi e dei racconti legati  alla mia notte di consegna di doni speciali. Perché  saranno due notti piene di magia e diverse dal solito, e la mia sarà anche quella che porterà il dono legato all’amore più puro perché viene dai nonni …» Sorrise e il crepitio dei ceppi sembrò lo schiocco di un bacio regalato ad una persona amata. « Dopo raccoglieremo questi momenti in tante palle di vetro e neve che appenderemo agli alberi nei boschi durante le feste, così nulla sarà dimenticato e tutti potranno rivivere la magia di queste notti piene d’amore e altruismo. Solo chi sarà puro di cuore potrà vedere e ascoltare i racconti racchiusi dentro le sfere di vetro e neve. I nonnini e i bambini  saranno legati da un  filo lungo di amore  che li renderà per sempre gioiosi e felici di dare  calore e non di ricevere regali vuoti che spesso vengono dimenticati in fretta»

 «Allora cominciamo » Babbo Natale si alzò di scatto pieno di voglia di fare  mentre la Befana con  un guizzo scomparve nel fuoco del camino.

Dalla cucina una voce allegra lo chiamò per la colazione e una musica lieve e tintinnante  circondò la casa espandendosi per tutto il bosco e oltre, fino al confine della terra che incontra il cielo e tutto risplende, mentre nell’aria la gioia e l’amore invade tutto e tutti.

Buon Natale bambini piccoli e bambini di 80 e più anni, oggi è un giorno speciale per tutti voi.

 


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