Ciao,
Questa sera saremo in compagnia di Fiori Picco https://mcbuoso.wordpress.com/2021/06/08/una-tisana-con-fiori-picco/ con cui parleremo della Poesia Orientale.
Fiori Picco durante un reading poetico
MC – Allora prima di iniziare dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.
Fiori – Ho scelto la città di Napoli, che adoro, e il Caffè Gambrinus vicino a Piazza del Plebiscito, dove Giacomo Leopardi, mio mentore, era solito sostare. Mi reco spesso a Napoli per organizzare eventi e presentazioni di libri dei miei autori asiatici. Napoli è una città accogliente e propositiva sotto l’aspetto culturale. Ordino un analcolico senza ghiaccio perché non amo le bevande fredde e alcoliche, un semplice Crodino. (mi unisco)
(dal Web)
MC – Come mai vuoi parlarci della Poesia Orientale?
Fiori – Mi occupo di Oriente dal 2000, quando sono diventata sinologa e ho incominciato a scrivere i miei libri a tema Cina. Mi sono specializzata in romanzi antropologici con una parte storica e sociale e non avevo mai preso in considerazione la stesura di poesie. Dal 2011 traduco poeti cinesi, ho curato diverse antologie e ho sempre trovato la traduzione dei versi rilassante e semplice. Negli anni ho ampliato le mie conoscenze poetiche e ho tradotto autori diversi con stili differenti. Ho scoperto che mi risultava piacevole e mi sono chiesta se anch’io avrei potuto affrontare una nuova sfida dedicandomi alla poesia. Il Giappone mi ha fortemente ispirata. Prima durante un viaggio nel 2018, poi grazie a scambi culturali con autrici giapponesi, tra cui la scrittrice e poetessa Satoko Motoyama https://mcbuoso.wordpress.com/2021/06/16/una-tisana-con-satoko-motoyama/, di cui ho tradotto diverse opere. Nel 2023 ho scritto la mia prima raccolta poetica affidandomi a uno stile particolare ovvero gli haiku. Ho pubblicato “Neve a Kamakura” con uno stile tutto mio ovvero usando le terzine nella stesura di poemi o racconti del Giappone tradizionale, lasciando la mia impronta di autrice di narrativa e ambientando le storie nelle stagioni dell’anno.
MC – Perché trovi rilassante tradurle?
Fiori – Mi risulta facile e gradevole. A quattro anni mi rifiutavo di andare all’asilo e rimanevo in ufficio con mia mamma. In questo modo ho imparato presto a leggere e a scrivere, soprattutto poesie. Più in là non ho coltivato questa passione dedicandomi alla narrativa. Nel tempo ho ritrovato le poesie della mia infanzia e qualcosa si è risvegliato in me.
MC – Quando hai letto la prima poesia di questo genere cosa hai pensato e provato?
Fiori – La poesia orientale si differenzia da quella occidentale, innanzitutto nella metrica. In Oriente i versi sono liberi e la poesia risulta più un racconto o narrazione dettagliata. Questa particolarità l’ho riscontrata sia nella poesia cinese sia in quella giapponese. In questo caso il traduttore deve attenersi al testo originale senza fare variazioni. In particolare, nel Guangdong troviamo la poesia operaia che evidenzia la realtà nelle fabbriche, la vita dei salariati, le difficoltà a cui vanno incontro. Le poesie di questo genere sono molto lunghe e descrittive, quasi dei resoconti o reportage. In Giappone mi ha incuriosito l’amore per i gatti, che si esprime nei versi, sempre sotto forma di racconto. Da traduttrice ho cercato di riportare i sentimenti e le sensazioni degli autori avvicinandoli alla scrittura occidentale. (Interessante)
Fiori Picco al Festival dell’Oriente con lo stand di Fiori d’Asia Editrice
MC - Per chi non la conosce, con quale autore o autrici consigli di iniziare e perché.
Fiori – Un autore che mi ha affascinata, ispirata e coinvolta è il tibetano Samar Darkpa https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/04/margherita-mix-rinascero-in-tibet-di.html. Le sue poesie sono un inno alla vita, all’amore, alla natura, alla famiglia e a ogni sensazione che ci accompagna fino alla morte. I suoi versi ci avvicinano al Buddismo, al misticismo e ai misteri del Tibet e alla città di Lhasa che il poeta definisce una madre, il turchese nel suo cuore. Sono onorata di aver tradotto e curato il suo libro “Rinascerò in Tibet” che consiglio di leggere a tutti per godere della musicalità delle parole e di immagini che ci trasportano nelle praterie tibetane.
Un altro autore che ho tradotto nell’antologia trilingue “I Fiori dell’Impero” è lo scrittore, poeta e drammaturgo Cao Shui https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2022/09/una-tisana-con-cao-shui.html. I suoi versi ci trasportano in un mondo magico, surreale e senza tempo, in un contesto epico-cavalleresco di unione tra Oriente e Occidente, tra antico e moderno, tra realtà e fiaba, con la presenza dominante della natura e della fauna.
In Italia entrambi i poeti hanno avuto riconoscimenti e vinto premi per le loro poesie. Sono orgogliosa di averli pubblicati con la mia casa editrice Fiori D’Asia, multilingue e specializzata in letteratura orientale.
MC - Secondo te, questo tipo di poesia può essere apprezzata dagli Italiani?
Fiori – Bisogna avere un minimo di conoscenza del mondo orientale per capire appieno le tematiche esposte. A volte si parla di reincarnazione con metafore sottili e non sempre comprensibili dagli occidentali, come ad esempio, nella nota poesia di Cao Shui “Il sogno della sirena”: “Camminavo trasportando un pesce ferito, nel secchio ce ne stava solo uno. Chissà come si era infortunato? Volevo tanto sapere il suo segreto... e ancora “Ora il pesce si è trasformato in sirena, con due ancelle ai lati è volata sulla Luna…”
Si parla della Sepoltura Celeste, il rito funebre tibetano e di molti altri aspetti che comunque non tolgono bellezza né dolcezza ai versi. Per poter apprezzare questo tipo di poesia occorre una certa predisposizione mentale. Sono testi consigliati a chi vuole approfondire la conoscenza di un mondo diverso dal nostro.
- MC . Se ti va di condividere con noi una breve poesia....
Fiori - Quando ho visitato il Giappone e la città di Kobe, in particolare la Weathercock House, costruita nel 1909 dal mercante tedesco Gottfried Thomas nello storico quartiere di Kitano-cho, un tempo abitata dalla famiglia e ora diventata museo, ho provato un forte senso di malinconia nel vedere le foto in bianco e nero della figlia ancora bambina, dei genitori e della tata giapponese e ho scritto una delle mie storie in haiku. Ti riporto le prime terzine composte seguendo lo schema sillabico 5-7-5:
Villa con gallo
In cima alla torre,
casa-museo.
Mattoni rossi,
centrini e velluti,
sale lussuose.
Vecchia cornice
con foto ingiallita,
tempi passati.
Bambina bionda,
tedesche origini
a Kitano-cho.
Questi sono i primi versi di un poema di 25 terzine che descrive l’atmosfera di Kobe in primavera.
La Weathercock House di Kobe
MC – Come si è evoluta in oriente la Poesia?
Fiori - Nell’antichità i poeti cinesi come Li Bai, Du Fu, Du Mu, Wang Wei e Li Qingzhao seguivano schemi ben precisi e una metrica stabilita. I loro componimenti erano costituiti da un numero definito di ideogrammi che risultavano in armonia e in rima. Un personaggio importante fu l’imperatore Cao Cao, che si dilettava nella stesura di ballate e che era l’antenato del poeta Cao Shui da me tradotto e che hai intervistato con una delle tue tisane. Oggi i poeti cinesi, come gli italiani, scrivono in modo libero, senza schemi e/o metrica. La scelta di usarli o meno è a loro discrezione, mentre in passato erano regole rigide del mondo letterario.
- MC - Oggi è letta e apprezzata come una volta secondo te?
Fiori - In Oriente la poesia ha una certa importanza, è seguita, si organizzano eventi di reading e festival e scambi tra Paesi. Da due anni ho l’onore di fare parte della giuria internazionale del Bo’ao International Poetry Festival dell’Isola di Hainan (Cina) che vede partecipanti da tutta l’America, dall’Europa, dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia. Il mio intento è portare la poesia orientale anche in Italia. (Ti auguro di riuscirci)
MC – Ci sono Paesi in cui è più valorizzata e amata di altri?
Fiori – In Francia c’è un ottimo riscontro, periodicamente vengono organizzati eventi e tour poetici durante i quali gli autori leggono ad alta voce le proprie opere e scambiano idee con i colleghi. Questi eventi sono molto seguiti dai lettori. Stessa cosa in Slovenia e in Messico. In Italia abbiamo poeti validi e propositivi, così come community on line molto attive su Facebook. Purtroppo manca l’interesse di molti giovani che non leggono e preferiscono i social.
MC – Come mai, secondo te, in Francia il riscontro è maggiore rispetto all’Italia?
Fiori – Non conosco le motivazioni, riporto quanto mi è stato raccontato dalla mia amica poetessa italo-francese Marilyne Bertoncini che vive a Nizza. È molto attiva nei circoli letterari e ha anche partecipato al Salotto del Menestrello, durante un evento on line dedicato a Samar Darkpa, di cui ha tradotto alcune poesie.
MC – In chiusura cosa ti va di aggiungere?
Fiori – Sto traducendo e curando un progetto internazionale di poesia Italia-Giappone per creare un ponte culturale e di amicizia tra i due Paesi. Il libro uscirà questo autunno e sarà presentato in occasione della visita in Italia di Satoko Motoyama. Il suo tour comprenderà Roma, Napoli e Matera. Io l’affiancherò nella presentazione del suo nuovo romanzo e dell’antologia.
Le poetesse Hiromi Bando e Satoko Motoyama
MC. Tutto molto interessante, magari ci ritorniamo per un altro aperitivo insieme.
Grazie per la tua disponibilità.
Grazie a te, Maria Cristina, è stato un piacere!
Allora.... al prossimo AperiChiaccherata J
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