Ciao,
Giusy Elle ci parla di un libro che ha letto.
Grazie e Buona lettura :)
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“PAGINE - Sul filo sottile del tempo”, Lilia Slomp Ferrari
(Edizioni arca 2017, Lavis -TN-)
Lilia Slomp Ferrari è una rinomata poetessa trentina con una trentennale carriera alle spalle. Attualmente vice presidente del Gruppo “Il cenacolo trentino di cultura dialettale” e segretaria della “Pro Cultura” di Trento, oltre ad avere vinto svariati concorsi di poesia, è essa stessa ricercatissima giurata. Molte le sillogi a suo nome, quindi, ma anche i racconti in prosa. E proprio una raccolta di racconti è ciò che mi accingo a presentarvi quest'oggi.
“PAGINE - Sul filo sottile del tempo” è un libro che mi è stato omaggiato in occasione di un simposio di poesia organizzato proprio dal Cenacolo trentino di Elio Fox, in quanto rappresentante del collettivo La Penna d'Oca, gruppo partner del Gruppo '83 di Rovereto. Non conoscevo ancora la penna di Lilia in prosa e ciò che mi sono trovata tra le mani è sicuramente il dono più prezioso che potessi ricevere in quella già ricca giornata. 35 racconti brevi, confezionati con una grazia e un'eleganza fuori dal comune e con una squisitezza che manca sempre più nelle opere moderne. Lo stampo poetico dell'autrice traspare tra le righe in maniera preponderante, lasciandoci una sensazione di sospesa meraviglia che inonda il cuore, mentre la struttura di ogni racconto si chiude sempre in un cerchio perfetto.
Come suggerisce il sottotitolo, si tratta di una raccolta di memorie, di un'infanzia passata nei nuovi caseggiati alla periferia di Trento degli anni '50 (i cosiddetti 'Casoni'), quando una folta manodopera di campagna si riversava in città per lavorare nelle sempre più numerose fabbriche. L'Italia si stava faticosamente riprendendo dal secondo conflitto mondiale e le difficoltà erano innumerevoli, eppure la voglia di crescita e riscossa colorava quei giorni, ancora di miseria, con una luce di speranza.
Lilia ripercorre così, in racconti di poche pagine, attimi di vita, microcosmi che si schiudono nella culla del ricordo: la quotidianità del quartiere popolare, la nonna tra le ultime lavandaie, la sagra di Santa Lucia, il padre che rincasa dai turni della fabbrica “dei veleni”, i racconti di guerra o semplici scene, come la madre che cucina le frittelle. Eppure sono proprio questi singoli momenti, fatti di piccole cose cariche di sentimento, che ben impresse nei suoi ricordi si rivelano tra queste pagine in un tripudio di meraviglia. La scrittura è altamente lirica, senza far uso di certi vocaboli altisonanti, piuttosto con una leggerezza dolcissima destinata a incantare qualsiasi lettore. Ogni racconto è una bolla di tempo descritta nell'ovatta della memoria, cammeo di infanzia dipinto con penna delicata.
Un vero gioiello questo “PAGINE - Sul filo sottile del tempo”, che consiglio a chiunque, perché non esiste lettore insensibile alla bellezza dell'anima e alla magia di una scrittura soave. L'eleganza non è da tutti, ma chiunque la può percepire e restarne ammaliato.
“Le mie mani ora sono grandi, quasi come i sogni di allora. Gli ingredienti mi sorridono in quantità dalle piccole zuppiere. Vado ancora 'a pugno' però raddoppiato e provo una gioia antica nell'impasto. Mi naviga dentro una musica di parole, di sospiri a cantilena, di passi stanchi, di immagini sfocate. Lo sguardo si posa sul forno luccicante che aspetta di essere riempito. A due a due ogni natale faccio gli zèlten, tanti, decorati di mandorle a corolla, per regalarli agli amici e per regalarmi l'incanto di un sogno bambino, uno dei pochi che si sono avverati. Ovattati mi giungono echi di campane lontane, nenie di presepi dal profumo di muschio, concerti di voci appese alle comete di carta stagnola.
Sento uno strano bruciore agli occhi mentre sulla vetrata plana la prima danza di neve.”
Da “Sentore di neve” pagg. 112-113
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