Gran Bretagna, 1912 / E. C. Bentley
Alto e dinoccolato, giovanile e cordiale, un po' donchisciottesco, sempre vestito di tweed e sempre abbastanza in disordine, Philip Trent è un apprezzato giornalista di cronaca nera, ma fa anche l'investigatore dilettante per hobby oltre che per amore dell'avventura. Non ricorre mai a procedimenti scientifici, e il suo metodo d'indagine si basa soprattutto sull'osservazione e sull'approfondito esame psicologico delle varie persone implicate nei delitti di cui ha di volta in volta modo di occuparsi.
La sua prima avventura, La vedova del miliardario (The woman in black. 1912), è un romanzo incentrato su un delitto clamoroso perpetrato ai danni di Sigsbee Manderson, un magnate dell'alta finanza newyorkese, e la vicenda poliziesca è volta principalmente a velare le circostanze e le modalità dell'atto criminoso più che a coprire l'identità del colpevole.
Da questo romanzo sono stati tratti tre film. I primi due, diretti rispettivamente nel 1920 da Richard Garrick con Gregory Scott e nel 1929 da Howard Hawks, hanno avuto scarso successo, contrariamente all'ultimo, Ritorna il terzo uomo, diretto nel 1953 da Herbert Wilcox e interpretato da Michael Wilding.
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