Ciao,
siamo ancora in compagnia di Ilaria per continuare a parlare di Tarocchi e del suo affascinate mondo.
MC - Oggi parleremo della scuola francese, mi sembra che tu abbia detto che è stata la prima, a quando risale?
Ilaria – Buongiorno a tutti, è un piacere tornare qui con voi 😊
La scuola francese nasce tra XVIII e XIX secolo, quando Jean-Baptiste Alliette, conosciuto come Etteilla, forma il primo mazzo di tarocchi.
MC – Ti va di dirci chi è Jean-Baptiste Alliete?
I - Jean-Baptiste Alliette (Etteilla) (1738 – 1791) fu un esoterista francese e il primo divulgatore dell’uso dei tarocchi come divinazione.
Una curiosità: il suo soprannome è semplicemente il cognome al contrario 😉 (un personaggio di cui parlare)
Con i suoi studi formò il primo mazzo per scopi divinatori.
MC - Chi è e cosa lo ha portato a creare questa scuola?
I – Come detto prima è stato Jean-Baptiste Alliette, conosciuto come Etteilla, a creare il primo mazzo di tarocchi, usando le conoscenze astrologiche, numeriche, esoteriche, simboli della cabala, dell'alchimia e della magia, e lo creò appunto per dimostrare la corrispondenza con tali elementi e i tarocchi.
MC – Perché ha pensato di unire tutte queste conoscenze?
I – Credo perché trovò una correlazione in tanti ambiti.
MC – Io ho letto, da qualche parte, che hanno avuto origine in Italia e che dopo si sono spostati in Francia... mi sembra nel finire del XIV, ricordo male?
I – L’origine esatta dei tarocchi si è persa nella storia. Si ipotizza che nascano in Egitto o anche in Cina. In Italia, specificamente a Bologna, nel XVII secolo, si diffondono come gioco divinatorio, per poi espandersi in Europa, arrivando quindi in Francia.
MC – Che giro... chi le ha portate a Bologna?
I – Mi sa che la storia è ancora più intrigata e piena di buchi e controsensi… perché ho trovato che ci sono dei riferimenti datati 1442 alla corte Estense di Ferrara, dove compaiono citazioni dei Trionfi.
E una lettera del 1449 da un capitano militare veneziano alla regina di Napoli, Isabella d'Angiò, che le offrì uno speciale mazzo di carte. E si dice che fu ideato 30 anni prima da un giovane principe di Milano, il duca Filippo Maria Visconti.
A Bologna compare nel 1440, sviluppato dal nobile Francesco Fibbia. (interessante J )
MC – Come è stato scelto il nome “Tarocchi”, prima avevano un altro nome?
I – Anche per la storia del nome “Tarocchi” non si ha una risposta certa e univoca.
Inizialmente si diffuse l’idea che derivi dalla parola in arabo “turuq”, (vie o sentieri), ma c’è chi sostiene che invece derivi da “tarock”: cioè un gioco tedesco, tradotto poi in altre lingue, come appunto in italiano Tarocchi o in inglese Tarot, infatti i mazzi di tarocchi riportano la scritta Tarot.
La storia dice poi che in Italia arriva all’inizio del 1500 il termine Tarocchi, in riferimento a un gioco di carte (Ludus Triumphorum, cioè il Gioco dei Trionfi), associandolo soprattutto agli Arcani Maggiori. Infatti gli Arcani Maggiori sono chiamati anche Trionfi.
MC – Interessante, mi sa che parleremo anche dei giochi associati ai tarocchi, che ne dici?
I – Va bene, mi piace approfondire gli argomenti 😊
MC – Come è stato accolto questo metodo di lettura?
I – Se intendi come metodo di divinazione… beh, come tutte le forme di “magia” non era accettata dalla Chiesa (e tutt’ora non lo è).
Pensa che anche nella Divina Commedia c’è un girone dell’Inferno per i maghi e gli indovini, costretti a guardare sempre indietro per la legge del contrappasso.
E anche oggi non sono sempre ben visti, soprattutto per tutte le truffe che esistono.
Infatti io in genere non leggo le carte per gli altri, se non per amici e parenti, quando però mi è stato chiesto ho sempre specificato che le carte non dichiarano il futuro certo, ma sono da prendere come un consiglio, un modo per agire e pensare, perché il futuro può cambiare sempre per qualsiasi fattore. (si sono i “truffatori” che approfittano delle persone fragili)
MC - Come si sono evoluti negli anni?
I – All’inizio c’erano solo gli Arcani Minori, quindi le carte con i numeri e i semi, è poi dal XV secolo che si aggiungono gli Arcani Maggiori, formando il mazzo che conosciamo oggi.
MC – Come è nata la suddivisione negli arcani maggiori e minori?
I – Come detto, all’inizio c’erano solo gli Arcani Minori, anche perché sono nati come carte da gioco, come si usano tutt’ora. Si sono poi aggiunti gli Arcani Maggiori per la simbologia collegata e la pratica divinatoria.
MC – Secondo te, cosa ha portato ad essere usati gli arcani maggiori per la divinazione?
I – Gli Arcani Maggiori simboleggiano i grandi cambiamenti, diciamo quelli voluti dal “destino”. Forse chi li ha ideati aveva davvero conoscenze superiori.
MC – Ci sono mazzi più famosi o importanti?
I – Mazzi più importanti di altri non penso, ma più famosi sì, e si tratta soprattutto del Rider-Waite, nato con la scuola inglese, ancora oggi è il più famoso forse anche perché il più semplice da leggere per imparare la cartomanzia.
MC – Perché è quello più famoso?
I – Credo perché al tempo era considerato quello con i disegni più belli e facili da interpretare, e il primo dopo secoli con illustrazioni diversi per tutte e 78 carte.
MC – Cosa ho dimenticato di chiederti di questa scuola?
I – Sulla scuola francese penso che abbiamo detto tutto, quindi possiamo passare a un’altra corrente 😉
Buona lettura a tutti!
Grazie di cuore per la chiacchierata :)
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