mercoledì 22 gennaio 2025

AperiChiacchierata con ... Gordiano Lupi che ci parla degli scrittori Cubani (1)

 

Ciao,

Iniziamo questo nuovo anno con Gordiano Lupi che ci parlerà degli scrittori cubani.

Ma prima dici dove ci porti per l’aperitivo e cosa ci offri.

Gordiano – Non sono un tipo da aperitivo, mia moglie lo è molto più di me, se parliamo di aperitivi metaforici(certo) va bene, comunque. Quando potevo bere ti avrei servito un mohito molto cubano (con tanto rum), adesso al massimo succo di ananas con patatine, anzi con chicharritas, che sono le banane fritte cubane(Buone). L’ideale sarebbe prendere tutto alla Bodeguita del medio (dietro alla Cattedrale), ma è un po’ lontano, il locale preferito da Hemingway insieme al Floridita.(non male come inizio)

MC –  Ti va di parlarci della letteratura cubana?

G – Domanda da un volume di millecinquecento pagine. La letteratura cubana è un mare magnum di produzione artistica. Impossibile parlarne davanti a un aperitivo. Servirebbe un’aula universitaria. Al massimo posso parlarti degli scrittori che più conosco e dirti che dopo il trionfo della Rivoluzione gli scrittori cubani si dividono in autori che scrivono dentro l’isola e autori della diaspora. Non è detto che chi ha scelto di restare sia un autore minore, anzi, sia nella letteratura che nel cinema Cuba produce opere interessanti che riescono a fare un minimo di critica pur all’interno delle ferree regole del regime.

MC -  Cosa intendi con  autori della diaspora?

G – Sono gli scrittori che hanno abbandonato Cuba, di solito per motivi politici, ma anche per motivi economici e che – in un modo o nell’altro – non possono farci ritorno, oppure sono molto ostacolati nelle operazioni di rientro.

MC – La cultura cubana in cosa è uguale e in cosa si differenzia da quella caraibica?

G – La cultura cubana è caraibica(scusa, pensavo fossero due cose distinte L ). Gli aspetti dell’erotismo e della sensualità ci sono tutti, sempre. Persino nella poesia. Zoé Valdés ha scritto poesia erotica stupenda. La narrativa sucia di Pedro Juan Gutierrez è un altro esempio di quanto sia caraibica la letteratura cubana. Direi che Cuba si differenzia per una maggior attenzione alle tematiche erotiche rispetto ad altri paesi, ma anche a un racconto del quotidiano capillare e preciso, secondo le regole del realismo magico.

MC – Cos’è il realismo magico?

G - https://it.wikipedia.org/wiki/Realismo_magico

MC – Come è cambiata negli anni la letteratura e gli autori?

G – Nicolas Guillén, considerato il poeta nazionale, scriveva anche ai tempi di Batista, era comunista e avrebbe voluto la Rivoluzione, così come faceva poesia negra(in spagnolo non è un’offesa, si dice così!) e mulatta, antirazzista, è stato il primo a lottare per la parità. Buon per lui che ha visto solo la parte migliore del castrismo e che è morto prima della fine degli ideali … Virgilio Piñera è il teatro ai caraibi, ma anche la poesia e il racconto breve, il paradosso, il surreale. Amico di Borges, pure lui ha operato prima e dopo la Rivoluzione e ne ha sofferto le conseguenze. A Cuba c’è stata la frattura con il caso Padilla (autore che ho tradotto in Fuera del juego) che ha segnato la crisi tra regime e intellettuali. Il cambiamento forte è datato anni Settanta quando Fidel Castrto afferma: Dentro la Rivoluzione tutto, fuori dalla rivoluzione niente! Padilla fu costretto a emigrare, pover’uomo. Adesso ci sono gli autori di regime (Indio Naborí) - inutili come pochi -, autori coraggiosi (Leonardo PaduraFuentes, Miguel Mejides …), autori che non si impegnano in discorsi politici ma parlano solo di sesso (Pedro Juan Gutierrez).  Ho parlato di persone che vivono a Cuba, chi sta fuori è più libero, ma spesso si limita a comporre il canto nostalgico dell’emigrante. In certi casi è utile pure quello, ma in altri rischia di dipingere il diavolo più brutto di come sia nella realtà. (se ti va, più avanti potremo parlare singolarmente di alcuni di questi autori)

MC –  Nel periodo della dittatura gli scrittori come venivano trattati?

G – La dittatura non è mai finita. Cuba è passata da un dittatore a un altro: Machado, Batista, Fidel Castro, Raúl Castro, DíazCanel. Per assurdo l’ultimo è il peggiore perché dotato di poca personalità. Dico solo – a onor del presunto comunismo cubano (che non è tale) – che dopo la Rivoluzione gli intellettuali (passata la crisi degli anni 70) hanno goduto di maggior libertà espressiva rispetto ai tempi della dittatura filo statunitense, ma sempre fortemente controllata e soggetta a censura preventiva di Stato. Guillermo Cabrera Infante (Premio Cervantes) – rivoluzionario della prima ora, direttore di Lunes - è stato costretto a emigrare e Fidel Castro ha cancellato la sua foto da tutte le riviste cubane. Non è dittatura questa?

MC – mi viene spontanea una domanda, se risulta stupida scusami... cosa ha portato Cuba verso la dittatura e perché non riesce ad uscirne e soprattutto...perché  continua ad avere questo “non rapporto” con  i paesi “occidentali”? spero di essermi spiegata abbastanza bene.

G – Ci vorrebbe un libro per tentare di spiegare la disillusione rivoluzionaria. In poche parole la Rivoluzione Cubana doveva liberare dalla dittatura, invece ha trascinato Cuba in un nuovo regime autoritario dal quale è impossibile uscire. I dissidenti ci sono, ma sono pochi, molti di loro sono pagati dalla Cia (Yoani Sanchez) e non sono credibili, pure io sono rimasto incantato dalle loro sirene, ma sono peggiori della stessa dittatura. Ma basta parlare di politica. Ogni paese ha il governo che si merita, no? Guarda l’Italia … (infatti meglio  parlare di altre cose...)

MC – Ci sono anche scrittrici cubane e come vengono considerate dai loro colleghi maschili?

G – A Cuba non esiste disparità di trattamento tra uomo e donna, per la mia esperienza. Certo, la cultura machista ha il suo peso, ma non nella produzione artistica. Per dire, c’è una scrittrice brava come Wendy Guerra che dice cose importanti, sia nella narrativa che nella poesia, forse anche più coraggiosa di tanti colleghi maschi ed è libera di farlo. Ci sono scrittrici donne molto brave, tradotte in tutto il mondo, prendo come esempio Zoé Valdés, che vive a Parigi da molti anni, ma ha vissuto a Cuba durante i primi tempi della Rivoluzione.

MC –  La poesia è di nicchia oppure ha una sua identità e come si è modificata negli anni?

G – La poesia è di nicchia ovunque. Siamo passati dalla metrica perfetta di José Martí e di Emilio Ballagas al sonetto di Nicolas Guillén, alla poesia ermetica di Virgilio Piñera, ai versi politici di HebertoPadilla, alla metrica libera di Zoé Valdés. Adesso i poeti si esprimono – come in Italia – con il verso libero, sia gli autori dell’isola che gli autori della diaspora. Tra i tanti in esilio mi piace ricordare William Navarrete (più classico) e Felix Luis Viera (autore moderno e di grande forza espressiva). Dovresti pubblicare qualche lirica di questi autori sulla tua rivista.

MC – Credo che ci conviene trovarci per il prossimo aperitivo non credi.  E’ veramente un argomento molto interessante di cui parlare.

Alla prossima.

MC

Nessun commento:

Posta un commento