Stati Uniti, 1936/ Patrick Quentin
Giovane e promettente regista teatrale di New York, Peter Duluth ci viene presentato nel primo romanzo di cui è protagonista - Manicomio (A puzzle for fools, 1936) - come un uomo distrutto che da due anni aveva «l'abitudine di passare bevendo le otto ore lavorative di una giornata». Si era ridotto così dopo avere assistito alla morte della sua donna, Madeleine, nell'incendio di un teatro senza poter far nulla per soccorrerla.
Ora è in una clinica per disintossicarsi e qui conosce l'attrice Iris Pattison, ricoverata per una forma depressiva, insieme alla quale risolve un caso di omicidio, basandosi soltanto su delle supposizioni e che in seguito sposerà
quando, perfettamente guarito, si trasformerà in un abile investigatore dilettante.
In questo come in altri romanzi di Patrick Quentin, ha scritto Alberto del Monte, «l'imprevista rivelazione di una realtà criminosa coincideva con una crisi etico-sentimentale nella vita del protagonista, che s'avvedeva d'aver sempre sbagliato, d'aver costruito la propria esistenza su una realtà fittizia, di dover procedere a una revisione del suo modo di vivere. ( ... ) la soluzione del
mistero significa anche l'acquisto della realtà».
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