Amici carissimi oggi continuiamo a viaggiare nella nostra Meravigliosa Italia con la mia cara amica e collega Maria Cristina, Autrice e Blogger. Maria Cristina ha partecipato molto attivamente, insieme ad altri colleghi ed amici, a questa mia Rubrica e invito voi tutti a leggere gli altri articoli per farvi ispirare dalle varie località che sono state presentate nonché dalle apprezzatissime ricette che potrete gustare visitando soprattutto il suo territorio.
Ciò premesso, auguro a voi tutti una buona lettura!
Ciao Maria Cristina e benvenuta di nuovo in questo mio Blog e Salotto Culturale Virtuale.
Grazie a te, Maria Teresa, per ospitarmi di nuovo.
MTDD: Dove ci porti oggi? Continuiamo il nostro viaggio in Veneto?
MCB: Sì, oggi andiamo nel comune di Ariano nel Polesine è il comune più meridionale della Regione Veneto. Fa parte del Parco regionale veneto del Delta del Po e del Parco interregionale Delta del Po.
MTDD: Ci parlerai di bellezze naturalistiche allora...
MCB: Non esattamente perché in un paesino che si chiama San Basilio troviamo una piccola chiesa con una semplice architettura romanica che venne eretta nel IX secolo dai benedettini di Pomposa nello stesso luogo di una precedente struttura presumibilmente costruita tra il IV e il V secolo, e un luogo di culto della più antica comunità cristiana nata del Polesine.
MTDD: Molto interessante! Ha subito più recenti restauri questa chiesa?
MCB: Sì, infatti al termine del XX secolo è stato fatto un restauro conservativo che ha restituito l'aspetto medioevale della struttura.
MTDD: Perché riveste notevole imporanza questa chiesetta?
MCB: Perché è unica in tutto il territorio polesano; è officiata e visitabile; presenta alcune interessanti curiosità storiche e tradizionali legate al sarcofago situato sul suo sagrato e a un'antica colonna marmorea, collocata in una nicchia accanto all'abside citata in alcuni documenti storico-ecclesiastici come miracolosa. Una leggenda racconta che all'interno sono conservati i resti dei paladini di Francia che costruirono l'oratorio. Nel IX secolo i soldati di Pipino, figlio di Carlo Magno, passarono da San Basilio durante la guerra contro i veneziani.
A San Basilio era famosa la Quercia, La quercia di Dante, meglio conosciuta come Rovra di San Basilio.
MTDD: Perché è famosa questa quercia?
MCB: Perché era un albero secolare che si trovava nella sponda sinistra del Po di Goro. Una Farnia (Quercus robur) secolare, si stimano almeno 500 anni di vita, l’albero più vecchio di tutto il Polesine, un monumento naturale. Ventisei metri di altezza con un tronco di sei metri di diametro. Purtroppo nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2013, la “Rovra”, ha ceduto lasciando uno spazio vuoto nell’orizzonte. Era un punto di riferimento per chi passava e si fermava a salutarla perchè ogni volta che qualcuno passava per San Basilio, dopo aver visitato il centro turistico culturale, la chiesetta e gli scavi, finiva la visita con la quercia.
Si narra per l’appunto che Dante tornando a Ravenna da Venezia, salì su un’alta quercia per ritrovare la via di ritorno, e vide così il campanile dell’Abbazia di Pomposa; anche Napoleone Bonaparte, l’ha ammirata quando passò da queste parti.
Una frazione piccola ma con molte curiosità e belle cose da vedere, come ‘omonimo museo’.
Chi volesse approfondire questo argomento è inviatato a visitare i seguenti link:
https://www.museionline.info/musei/museo-archeologico-di-san-basilio
https://www.museionline.info/tipologie-museo/chiesa-di-san-basilio-ariano-nel-polesine
https://www.watermuseumofvenice.com/network/rete-delta-po/museo-di-san-basilio-e-chiesetta-romanica/
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Basilio_(Ariano_nel_Polesine)
https://www.facebook.com/centroturisticoculturalesanbasilio/
https://adria.italiani.it/scopricitta/la-quercia-di-dante-la-rovra-di-san-basilio/
MTDD: Grazie ancora per tutte le informazioni che ci hai provveduto.
Hai preparato anche oggi una ricetta speciale per i nostri lettori?
MCB: Certamente! Oggi propongo la Polenta concia veneta
Ricetta
Polenta concia veneta
Anche questa ricetta ha molte varianti. Si cuoce la polenta con burro e formaggio e quest'ultimo può essere quello tipico della zona o quello che più ci piace. Una volta si usava quello che si aveva o che avanzava.
Ogni zona ha la sua specialità nel Veneto, i più usati sono l’Asiago DOP e il Montasio DOP, che con il loro gusto intenso e leggermente stagionato rendono la polenta irresistibilmente invitante.
Per prima cosa si mette sul fuoco la pentola con acqua per fare la polenta (ormai dovreste sapere come fare 😉 ) se preferite la versione istantanea seguite le istruzioni sulla confezione.
Ingredienti
300 gr di farina di mais; (in alternativa quello istantaneo)
1,2 l di acqua;
100 gr di Asiago DOP;
100 gr di Montasio DOP;
100 gr di burro morbido;
150 gr di speck; (variazione da aggiungere se vi va)
1 porro o cipolla
Sale: q.b.
Procedimento
Versate l’acqua all’interno di una capiente casseruola in acciaio. Attendete che inizi a bollire, aggiungete una presa di sale fino e versate a pioggia la farina di mais. Proseguite la cottura a fuoco lento per circa 45 minuti, mescolando continuamente la polenta con l’apposito bastone o una frusta in acciaio, affinché non si formino grumi e non si attacchi al fondo.
A cottura quasi ultimata, unite alla polenta l’Asiago, il Montasio e il burro tagliati a cubetti e mescolate dolcemente affinché si sciolgano in modo omogeneo.
Tagliate a rondelle sottili il porro e soffriggetelo per alcuni minuti con una noce di burro all’interno di una padella antiaderente. Non appena risulta leggermente appassito, aggiungete lo speck e lasciatelo rosolare a fuoco vivace per due minuti uniteli alla polenta, mescolate ancora e trasferitela all’interno di un tegame rustico in terracotta, altrimenti va bene portato anche così in tavola, deve rimanere al caldo. Servite la polenta concia veneta ancora calda se volete strafare, a piacere della salsiccia arrosto e un’insalata fresca.
Buon appetito.
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