domenica 30 giugno 2024

Schegge di Parole di Maria Cristina Buoso... Incipit

   

Si muove in bilico recuperando stilemi ed atmosfere della poesia futurista, della poesia visiva, delle avanguardie e delle sperimentazioni letterarie che hanno caratterizzato i primi decenni del ‘900, la silloge poetica di Maria Cristina Buoso: “Schegge di parole”.

I versi si insinuano, si disgregano, prendono spesso possesso dell’intera superficie della pagina del libro, chiedono spazi e pause di volta in volta diversi; gli stessi segni di interpunzione, le onomatopee, i fonosimbolismi, il raddoppiamento delle consonanti (a creare neologismi), ad esempio, divengono protagonisti fondamentali delle varie liriche, creando così un nuovo rapporto tra lo scritto, l’immagine e di conseguenza il lettore.

Nonostante ciò, le poesie… “Non uccidono alcun chiaro di luna”, come invece tuonava Filippo Tommaso Marinetti nel manifesto programmatico del Futurismo, con lo specifico intento di rompere con la tradizione classica della poesia e della letteratura, esaltando negli scritti ben altri valori come il dinamismo, l’energia, la velocità, l’uso di determinate parole a scapito di altre.

Certamente, le poesie di Maria Cristina Buoso non si perdono in rivoli e descrizioni dettagliate ma conducono all’essenza, al vigore della parola, all’essenzialità anche di una sola parola che diviene verso isolato redatto in maiuscolo oppure in minuscolo rispetto magari al resto della composizione.

A modo loro, anche le poesie contenute in “Schegge di parole” gridano una sorta di indipendenza, una loro voglia “ribelle” di esistere, di non stare alle consuetudini di un margine che le vuole relegate ed allineate a sinistra della pagina.

Ci catapultano perfettamente nel caos di un nuovo mondo contemporaneo che è oggi fatto di tante parole (a volte forse troppe), che ci piovono addosso da più parti: dai mass-media come dalle piattaforme social, eppure in questo caos Maria Cristina Buoso riesce a porre l’accento esattamente su quelle parole che oggi ancora sono importanti e determinanti nel farsi veicolo di sentimenti, di interiorità ed anche di denuncia delle ingiustizie del vivere quotidiano.

Le tematiche infatti affrontate in queste poesie sono le più varie (ed anche in questo senso non rispondono ad un susseguirsi e ad una didascalia precisa): si va dal concetto di bellezza e di anima, agli stati d’animo di donna e dell’essere umano: (“Invidia”, “Rabbia”, “Solitudine”, inadeguatezza nel riconoscersi parte di questo mondo), fino ad assumere i toni della lucida denuncia sociale nel mettere nero su bianco i mali, le storture, i dissidi della società contemporanea: (“Guerra”, “Politica”, “Mafffia”, “Europa”, “Patria”).

Questo libro può considerarsi a tutti gli effetti un breve campionario ma anche un prontuario per riconoscere e per salvare quelle parole che oggi appaiono o che rischiano di rimanere “senza senso e senza futuro”.

Al lettore l’arduo compito di farsi carico, di proteggere ma anche di lasciare andare quelle parole che maggiormente riterrà indispensabili o non indispensabili alla propria vita.

Buona lettura.

 

Alberto Barina 


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sabato 29 giugno 2024

Delitto al condominio Magnolia di M.C. Buoso... Incipit

  

I

 Il suono di una sirena svegliò Caterina di soprassalto. Rimase per qualche secondo ferma nel letto, indecisa su quello che doveva fare. Allungò la mano per guardare l’ora sul cellulare e se c’era qualche telefonata persa.

Le 4.57 di notte. Poi si lasciò andare contro il cuscino rilassandosi. Era in pensione, non era più al lavoro.

Sentì che il suono della sirena si stava spegnendo ma le luci continuavano a lampeggiare, osservò il riflesso nella notte attraverso la tapparella socchiusa. Si alzò dal letto e andò alla finestra per vedere dove si trovasse la macchina della Polizia. Sporgendosi si accorse che si era fermata al condominio Magnolia, lo stabile che si trovava prima della sua abitazione. Per un nano secondo la tentazione di chiamare la Sala Operativa per sapere cosa fosse successo fu abbastanza forte, ma poi decise di tornare a dormire, tutto questo non la riguardava più.

Dal 1 aprile era in pensione e questo voleva dire che poteva dormire senza preoccuparsi di quello che succedeva e decidere cosa fare e chi informare.

Tornò a letto con la speranza di riaddormentarsi. Impresa impossibile.

La testa continuava a formulare ipotesi, mentre Caterina continuava a rigirarsi inquieta e le coperte si attorcigliavano al suo corpo come serpenti nervosi. Fuori, le luci della Volante continuarono a lampeggiare come un muto promemoria di quello che la notte spesso regala, incurante del dolore che lascia dietro di sé.

Finalmente il sonno ebbe la meglio sui pensieri e tornò a dormire.

.....

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giovedì 27 giugno 2024

Libri: L'amore è una danza di Maria Orlandi

 

Giusy Locatelli

  Premetto che il romance non è il genere che fa per me. Niente pizzi e merletti, baci e tradimenti, situazioni strappalacrime e principi fin troppo azzurri. Forse proprio per questo ho letto con piacevole sorpresa il romanzo di debutto di Maria Orlandi: "L'amore è una danza". Sarà che l'autrice è una giornalista e i suoi modi di scrittura sono più asciutti che sdolcinati o per via dell'insolita e poco romantica protagonista, fatto sta che ho affrontato con inusuale solerzia anche la versione Pdf su pc di questo libro.

   Christine è una giovane donna di Boston, un'arredatrice di interni senza brame di gloria o particolare vita sociale. Una ragazza nella norma, lontana da fasti e vita mondana, dedita piuttosto a una rassicurante routine quotidiana. Per aiutare l'amica Eleanor nei preparativi delle nozze, conosce un affascinante ballerino, insegnante di danza, tale Jordan, e tra loro è subito... astio! Più che fiamme di passione, una sfida a battibecchi che rivela comunque una mal celata attrazione tra i due. Da qui in poi il loro amore si sviluppa come in una danza: due passi avanti, tre indietro, ma col casquè finale.

   Che ci sia un po' di autobiografia in questa storia di Maria Orlandi? Spero proprio di sì, visto il lieto fine! Auguro anche a tutte le sue lettrici di trovare il proprio Jordan.

 

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mercoledì 26 giugno 2024

AperiChiacchierata... con Ilaria Vecchietti - Mitologia Greca - Paride e l'Iliade

 

 

 

Ciao,

Siamo ancora in compagnia di Ilaria Vecchietti per continuare a parlare della Mitologia Greca, ma questa volta parleremmo di Paride e dell’Iliade.

MC - Ma prima di iniziare dimmi dove vuoi che ci sediamo per questa nuova chiacchierata e che aperitivo ci offri.

Ilaria – Buongiorno, grazie per ospitarmi ancora. (Piacere mio J )

Allora oggi andiamo a Firenze, una città che vorrei vedere un giorno, e vi offro un buon cocktail alla frutta. (Ci sono stati anni fa e mi piacerebbe tornarci)

 

MC – Ti va di presentarci Paride, ma senza svelare tutto?

I – Paride è il figlio di Priamo, re di Troia… ma ma… lui non lo sa. Prima che nascesse era stato profetizzato che avrebbe portato la rovina della città, per cui fu abbandonato e affidato a un pastore.

Il volere delle divinità però lo portò nuovamente tra le mura di Troia… e… beh, mi hai detto di non svelare tutto 😉 (Mi sembra che questi Dei... scendessero un po’ troppo dal loro olimpo J )

 

MC – Vuoi parlarci dell’Iliade?

I – Oh l’Iliade, con l’Odissea, sono i miei poemi preferiti.

Scritta da Omero, narra dell’assedio da parte degli Achei alla città di Troia, città ritenuta impenetrabile.

Perché ci fu questa guerra?

Si dice perché Elena, regina di Sparta, fu rapita da Paride, ma come avevo detto nell’intervista precedente Elena seguì il troiano di sua spontanea volontà perché innamorata.

Menelao, marito di Elena, chiese aiuto al fratello Agamennone per riavere la moglie… e Agamennone non si fece sfuggire l’occasione, lui voleva la distruzione della città perché ostacolava il commercio verso l’Asia.

La città però era così fortificata che avrebbe resistito a un assedio per anni… così Agamennone radunò tutti gli eserciti dei greci, con i migliori combattenti: Achille, Odisseo (o più comunemente conosciuto come Ulisse), Aiace e tanti altri.

La guerra durò dieci lunghi anni, con morti da entrambi gli schieramenti… e si concluse con il famoso “cavallo”.

Ne volete sapere di più? (Certo)

Cosa altro dirvi?

Beh, ci fu un furioso litigio tra Achille e Agamennone, così il più potente soldato greco decise di rifiutarsi di combattere, e questo portò in grave svantaggio l’esercito Acheo. Solo la morte di Patroclo, cugino di Achille, per mano di Ettore, principe ereditario di Troia, rifece tornare Achille a combattere… il quale uccise Ettore in uno scontro.

 

MC – Torniamo a Paride... a cambiare la sua vita, come sempre...fu una profezia.

I – Come sempre nei miti… e non aveva poi mica torto visto la fine di Troia.

 

MC – Cosa lo spinse a tornare a Troia e quando?

I – Come detto sopra, Paride non sapeva di essere un principe di Troia, quindi non pensava di andare in città, viveva come pastore.

Furono poi organizzati dei giochi, in onore di un principe defunto, e a quel punto volle parteciparvi, ormai già grande.

Si trovò così a fronteggiare i suoi stessi fratelli e vincerli addirittura, a quel punto furono i genitori a riconoscerlo e riaccoglierlo a casa.

 

MC – Dopo la fine della guerra di Troia quale fu il suo destino??

I – Eh… il mito dice che lui non vide la fine della guerra, perché muore dopo aver ucciso Achille. Secondo alcuni è Filottete a scagliare la freccia che lo uccide.

 

MC – Secondo te, che cosa insegna l’Iliade?

I – Diverse cose secondo me.

Prima di tutto che non si può sfuggire a una profezia; secondo mai fidarsi di nessuno, amici e nemici che siano, neanche se ti lasciano un “dono”. (vero L )

 

Mc – Interessante e complessa come storia.

I – Sì, ma anche molto avvincente!

 

MC - Alla prossima e grazie J

Grazie ancora tantissimo a te e ai tuoi lettori 😊