venerdì 2 febbraio 2024

Commissario Maigret

 

Belgio, 1929 / Georges Simenon

Dalla sua prima inchiesta, Pietro il Lettone (Pietr-le-Letton, 1929), all'ultima,
Maigret e il signor Charles (Maigret et monsieur Charles, 1972), quando Georges Simenon l'ha mandato definitivamente in pensione, in una casa di campagna a Meung-sur-Loire, con la moglie, il commissario Jules Maigret è rimasto praticamente immutato, come la "sua" Parigi, anche se in fondo, con il passare del tempo, si è comportato sempre meno come un poliziotto e sempre più come un romanziere, più interessato a capire e a descrivere atmosfere e stati d'animo che alla effettiva cattura dei vari colpevoli, anche quando gli danno non poco filo da torcere.

 


Gran parte del fascino delle storie di questo personaggio sta infatti nel suo metodo investigativo: quel calarsi fino ai capelli nell'atmosfera del delitto, quell'immedesimarsi nei pensieri e nei sentimenti della vittima e del colpevole (anche quando quest'ultimo non ha ancora un volto), fino ad appropriarsene, questa sorta di strano "rapporto" che spesso si stabilisce con loro. 
«Io non penso mai», dice talvolta Maigret. Oppure «Io non tiro conclusioni». O anche «Io non ho mai idee». Talvolta, la consegna del colpevole alla giustizia è addirittura del tutto secondaria. D'altra parte lo stesso Simenon non ha alcuna difficoltà ad ammettere che quando si prepara a scrivere un nuovo romanzo del popolarissimo commissario, ne ignora del tutto il tema e, soprattutto, il finale.
«Quel che ho in testa è un certo clima, una certa linea melodica, come un motivo musicale. Spesso comincia con un odore (. .. ). mettiamo, un profumo di lillà ... ».



Entrato nella polizia dopo aver abbandonato la facoltà di medicina, per due anni Maigret aveva fatto servizio di pattuglia per le strade della capitale francese. In seguito era stato promosso, prima al servizio di polizia ferroviaria e poi alla buoncostume, facendo carriera e riuscendo finalmente a diventare
commissario. Non ha l'aspetto che generalmente si attribuisce a un poliziotto
e, come abbiamo detto, conduce quasi sempre le inchieste che gli vengono affidate con metodi personalissimi, lasciando che i suoi collaboratori, gli ispettori Lucas, Janvier, Lapointe e Torrance, si occupino degli appostamenti e delle varie indagini di volta in volta legate al "caso" di cui si sta occupando.



Gran fumatore di pipa (in ufficio ne ha una discreta collezione), massiccio e sempre ben rasato, il commissario Maigret indossa di solito un cappotto col bavero rialzato e ama tenere le mani in tasca. Vive con la moglie in un vecchio appartamento in boulevard Richard Renoir e dopo cena gli piace portarla al cinema o passeggiare con lei per il quartiere.
Ama sopra ogni cosa la buona tavola, anche se non gli vanno molto i cibi sofisticati - in occasione di un invito a pranzo di un suo vecchio amico d'infanzia, Simenon scrive: «I cibi erano senza dubbio speciali ma Maigret non provava alcun piacere in quei piattini complicati con salse invariabilmente costellate di tartufi o di code di gamberi ... », - e cerca di tornare sempre a casa per il pranzo.



In certi romanzi e in certe riduzioni cinematografiche e televisive questa sua passione ha una tale importanza da avere spinto un famoso gastronomi francese, Robert J. Courtine, a dedicare un libro alle ricette della signora Maigret, allegato in Italia all'Omnibus Mondadori A tavola con Maigret.
Pubblicate in Italia dalla Mondadori, le avventure del commissario Maigret sono state trasmesse per radio in Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna,  Irlanda, Montecarlo, Spagna e Svezia; in televisione in Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia (nel nostro paese il ruolo del popolare personaggio è stato affidato a Gino Cervi).



Sono state rappresentate in teatro a Londra nel 1965. Sullo schermo il ruolo del commissario Maigret è stato impersonato da numerosi attori: Charles Laughton, Harry Baur, Albert Préjan, Michel Simon, Maurice Manson, Jean Gabin e Gino Cervi. 



Nel 1966, a Barcellona, una giuria internazionale ha assegnato a Gino Cervi un premio proclamandolo «il miglior Maigret dello schermo».
Negli anni Cinquanta alcune avventure di questo popolare personaggio sono tale disegnate in Francia da Jacques Blundeau con risultati non particolarmente soddisfacenti, dato che è tutt'altro che facile trasporre a fumetti le atmosfere di Simenon e i pensieri del suo commissario Maigret.



Molto bella invece la versione realizzata da Odile Reynaud e da Philippe Wurn all'inizio degli anni Novanta.



Può essere curioso ricordare che nel settembre del 1966 un monumento a Maigret è stato in augurato a Delfzijl, in Olanda, dove Simenon ha scritto il primo romanzo del popolarissimo commissario, Pietro il Lettone, il quinto della serie a essere pubblicato.



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