giovedì 30 marzo 2023

CHIAMATA DALL'INFERNO Di ELisa Averna


 Ciao,

 Paolo Dal Canto    ci regala la sua Opinione/recensione.

Buona lettura :) 


 

Mi è capitato davvero di rado di divorarmi un libro in due, tre giorni. Di solito mi prendo del tempo,

ho bisogno di respiro, di lasciar sedimentare le parole, depositare i pensieri, ma qui, di tempo

 per respirare non ce n’è, e non per niente lo stile scelto dall’autrice è stato da lei definito

BREATHLESS, “SENZA RESPIRO”.

CHIAMATA DALL’INFERNO è un libro “infernale”, che ti prende e non ti molla più, fino all’ultima

pagina, e anche oltre, con un finale aperto, che lascia in sospeso l’angoscia e la tensione create durante tutto il romanzo.

Elisa Averna, l’autrice, gioca bene le sue carte e vince una scommessa a prima vista azzardata:

 scrivere l’intero romanzo utilizzando solo i dialoghi, nessuna descrizione di ambienti e personaggi,

nessun momento narrativo. Tutto passa attraverso le parole dei protagonisti.

Ci sono una donna, la sua famiglia, i figli, il marito, e poi c’è una prima telefonata, un uomo, una minaccia,

 un gioco perverso e la discesa inarrestabile attraverso i gironi dell’inferno, con le telefonate che

si moltiplicano, e una serie di prove da superare per proteggere i suoi cari ed espiare, espiare un

qualcosa che la memoria della donna ha cancellato.

Il lettore diventa così spettatore dell’angoscia e impotenza della donna e della crudeltà di quella

voca maschile che semina indizi e costruisce continue prove che la protagonista deve superare

se vuole scoprire chi è il suo aguzzino e perché si sta accanendo così su di lei e la sua famiglia.

L’autrice è abile nel prenderci per mano e portarci nei meandri di questa follia, fino ad arrivare a

 intuire di chi possa essere la voce anonima, e a soffrire per l’incapacità della donna di aprire

gli occhi, e affrontare il suo passato e fare i conti con le cose lasciate da troppo tempo in sospeso.

 Emerge così uno dei temi più importanti e interessanti affrontati nel romanzo: la negazione,

 il rifiuto di affrontare il nostro passato, di guardare in faccia il bene e il male che albergano in

 ciascuno di noi, l’incapacità di mettersi in discussione e di fare i conti con noi stessi.

Elisa Averna supplisce bene alla mancanza dei momenti narrativi con un abile uso dei dialoghi

affidando a loro la costruzione degli aspetti descrittivi che ci permettono di immaginare luoghi e

 personaggi. Il suo stile di scrittura è efficace, a volte imprevedibile, e risulta essere perfetto

nel gestire una trama ricca di tensione e colpi di scena e a tenere il lettore appiccicato

alle pagine del suo libro.

Divorato in tre giorni!

Paolo Dal Canto

 

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