mercoledì 29 marzo 2023

Segnalazione: IL MARE GUARISCE di Monica Peccolo

 Ciao,

vi segnalo un libro che non parla solo d'amore, ma di due persone che dedicano la loro vita a proteggere il mare e il pianeta. Si incontrano, convivono forzatamente e superano la paura dellʼaccogliersi e del prendersi cura lʼuno dellʼaltra e si innamorano.

Buona Lettura :)

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"Essere in continenti diversi non conta quando i cuori e le menti sono vicini"

Disponibile da marzo su Amazon, in e-book e cartaceo, Il mare guarisce, quinto romanzo di Monica Peccolo.
Lʼispirazione di questa storia è arrivata dalle fonti più disparate: articoli di cronaca locale e internazionale, oltre che dalla grande passione che ho per il mondo sottomarino.
Mi sono resa conto che cʼera un tema comune a tutti questi stimoli che mi erano rimasti impressi e ho iniziato a unire i puntini e a riflettere su quanta bellezza la Terra ci offre e su quanto siamo interconnessi con il pianeta su cui viviamo.
Queste considerazioni e la pausa forzata imposta al mondo sono diventate occasioni di riflessione attraverso Viola e Kai, i protagonisti del romanzo.
Due persone che dedicano la loro vita a proteggere il mare e il pianeta, si incontrano, convivono forzatamente e superano la paura dellʼaccogliersi e del prendersi cura lʼuno dellʼaltro.

 
“Lʼamore si costruisce attraverso i piccoli gesti quotidiani” 

 

Quarta di copertina:
Le giornate di Viola, dopo il divorzio, sono occupate dalla cura della figlia Lisa, quattro anni, e dalla sua professione di veterinaria allʼacquario di Livorno.
 
Per Kai la ricerca scientifica è una vocazione; si è specializzato per lavorare in Antartide, nella base più estrema del mondo, dove trascorre molti mesi lʼanno come un eremita.
 
Nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano iniziano a verificarsi anomali spiaggiamenti di tartarughe, viene deciso di ricercarne la causa affidandosi a degli esperti. Così, i due scienziati, si trovano a collaborare per capire lʼorigine del preoccupante fenomeno.
 
Interrotti dal virus che ferma il mondo, anche le loro vite ne sono sconvolte. Ciò che è dato per scontato si ribalta e, la quarantena insieme, diventa unʼottima palestra per costruire il loro amore.
 
Perché anche nei tempi più bui è possibile scoprire la propria fonte di luce.

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Estratto:
«Dottoressa Giusti.»
Viola si sentì chiamare mentre allungava la sua bevanda scura con del latte. Si voltò e strinse la mano al ricercatore.
«Dottor Martini. Come lo prende?» gli chiese, indicando le tazzine sulla mensola.
«Macchiato, se è possibile. Grazie.»
Viola inserì la cialda e spinse il bottone. Poi gli indicò dove trovare le monodosi di panna per diluire il caffè.
«Ha svolto un ottimo lavoro di ricerca» affermò lui, mentre mescolava il liquido nella sua tazza. «I suoi dati erano precisi e ineccepibili» affermò, scrutandola con i suoi occhi espressivi.
Se fosse stata il tipo, Viola sarebbe di sicuro arrossita sotto quello sguardo così profondo e per i complimenti, ma neanche da ragazzina era stata una persona timida. Ricevere una dimostrazione di stima da parte di uno studioso che riteneva molto qualificato le faceva piacere. Come veterinaria di un piccolo acquario di provincia non erano molte le occasioni di confronto professionale.
Per atavica diffidenza femminile sperò non fosse uno stratagemma che nascondeva altro e che lui lo pensasse davvero.
«Grazie, Martini. Allora, non sei un ghiacciaio come nelle foto sul tuo profilo Linkedln» commentò senza nascondergli lʼironia.
Kai notò che aveva abbandonato le formalità ed era passata al tu. Ripensò alla sua frase e poi sorrise convinto. 
«Scusami. Non sono più abituato al sarcasmo livornese. Ci metto un poʼ ad acchiappare le battute. Lo era, vero?» le chiese, impacciato.
Viola annuì e sorrise. Se non fosse stato per la montatura di metallo che aggiungeva una certa maturità, lui aveva un viso molto più giovane dei trentacinque anni dichiarati sul curriculum.
Da vicino si accorse che le lenti mimetizzavano solo in parte la sua eterocromia. Aveva le iridi diverse, una verde e una con piccole macchie marrone dorato. Un difetto genetico che rendeva il suo volto davvero particolare.
«Dé, allora ti dovrei abituare alla svelta» sʼintromise Luca con la caratteristica schiettezza labronica. «Altrimenti, come capitano del battello, non ti faccio salire in barca.»
Lei lo aveva cercato.
 

 

 

 

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