Ciao,
ecco un'autore che unisce scrittura, ironia e personaggi assurdi creando un mix esplosivo e ricco di risate.
Buona Lettura :)
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Titolo: PSBF² L'ascensione di Vlad
Serie: PSBF² Pensieri Seri in Becere Follie
Autore: Francesco Forestiere
Genere: Racconti Umoristici
Data d’uscita: 15/16 Maggio
Trama:
Lei/Lui, ossia la Morte, è stata sequestrata. Il fedele servitore Vlad si lancia al salvataggio in sella a un pornodrago. All'impresa prende parte anche Vita e a peggiorare la situazione ci si metteranno la Fata dei dentini e uno bambino che dovrebbe dormire. L'Autorucolo riuscirà a raccontare una favola per intero?Ma soprattutto, riusciranno a salvare Lei/Lui?
ESTRATTI:
Lo stampafanciulli
― CAPO, CAPOOOO.
― Che succede, mia celestiale creatura?
― È appena arrivata questa Paradisiaca Lettera Confermativa.
― Finalmente la gratifica. Strano sia arrivata tramite PLC.
― La legga, è peggio di quel che immagina.
― Certo, mia egregia aiutante.
Esimia signora Vita.
Con la presente le comunichiamo l’immediato stop alle sue attività lavorative. Che nessun nuovo fanciullo sia stampato dalla ®Celestial Fabbrique, se non dietro richiesta specifica del nostro dirittogente illustrimagnifico.
Il comitato segreto
― Mia pregevole fata aiutante, l’hai letta anche tu?
― Certo Signora Vita. Speravo di aver sognato.
― La nostra idilliaca attività lavorativa fatta di solo pregevoli azioni…
― Le anime più buone selezionate da Lei/Lui in persona…
― Esatto, tutto questo… gettato nel cesso!
― Mia signora, questi termini.
― Mi sono rotta i coglioni, tutti carini e coccolosi che manco i pinguini in Madagascar, per poi trovarti ‘sta lettera di due righe per fermare tutte cose?
― Capisco, ma perché arrivare alle bestemmie?
― Ma che cazzo me ne frega! Millenni a stampare bambini di ogni forma, colore e misura e ci bloccano così? Ora li chiamo, vediamo che aria tira.
― Pronto.
― …
― Esatto, sono io. Sì, ho letto la vostra PLC.
― …
― Quindi non è colpa nostra, capisco.
― …
― Davvero? Ne sarei onorata. Anzi tutti noi lo saremmo!
― …
― Grazie. Porga i nostri saluti al super dirittogente illustrimagnifico.
CLACK
― Mia signora, che hanno detto?
― Grazie al nostro supremo impegno anche durante il CoViD, avremo la nostra gratifica. Tutti noi.
― Yuppieeeee! Ma, allora… Perché questo stop? Perché si è messa il cappotto?
― Vado a spezzare le ossa a Lei/Lui. Siamo fermi perché ha smesso di falciare anime e non vogliono un esubero numerale!
― E con i lavori in corso?
― Stoppa tutto, pensa alla gratifica. Anzi ferma tutto e monta a bordo!
― Ma io…
― Devo sfogarmi con Lei/Lui o inizio con te?
― Mia Signora, ho sempre desiderato partire con lei!
VROOOOOOM
Mesi dopo.
― Ma allora diventerai mamma?
― Già, siamo contentissimi!
― E dimmi, di quanti mesi sei?
― Diciotto.
― Caspiterina.
― Gestazione lunga.
― Ma non erano nove?
― Il medico ha fatto alcuni controlli. Sai, mio marito è proboscide dotato, quindi mi tocca la gestazione degli elefanti.
― Beata te. Con la miseria di mio marito allora sono stata sfortunata a farne nove!
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Il giglio nero
Lei/Lui era emozionata, non si notava dalle espressioni inesistenti del teschio, ma dal doversi sedere, con le mani scheletriche tremanti erano un segno ben evidente.
Vlad aveva pronunciato le parole magiche. In maniera così gelida avevamo avuto quell'effetto: emozione.
– Mia Signora, Vita sta per arrivare.
– Non ho capito. – disse sbattendo gli occhietti gialli.
– Vita verrà a farle visita.
– A me?
– Mia Signora, lei è Morte? – domando Vlad.
– Beh, sì.
– Ecco, allora la Signora Vita sta per arrivare. – e chiuse la porta, lasciandola brancolare nella trepidazione.
TOC TOC
Per fortuna Lei/Lui non aveva un cuore, altrimenti ne avrebbe mancato qualche battito.
– Avanti.
– Eccotiiiiiii – Malgrado la DeatHouse fosse ubicata nel sottosuolo, la stanza si illuminò a giorno, no, non era il suo sorriso, cioè anche il sorriso era smagliante e pieno di... ovviamente, vita. Era il lume che aveva Vita con sé. A passo svelto le andò incontro e la abbracciò. Forte forte, come fanno i bambini per mostrare il loro affetto. Qualche crack delle ossa qui e là, a cui nessuno dei due badò.
– Che onore.
– Ma va là, era da una me che volevo vederti. – ammise Vita.
Per una volta, il teschio fu la salvezza di Lei/Lui a non mostrare il rossore che si sarebbe dovuto notare.
– Oh, ti ho portato questo! – Vita aprì i palmi a mostrare un semino, li richiuse e vi soffio dentro, una volta aperte ne sbocciò un giglio nero e lo allungò verso Morte. Quando questi lo prese, appassì.
Vita rimase di stucco, Morte attese e lo spirito della pianta apparve.
– Non tutto ciò che muore, svanisce. L'anima è il degno ricordo e anche l'esatto contrario.
Vita rimase a guardare il fiore appassito e l'anima florida.
– Mi porti a passeggio? – domando Vita.
– Ovunque tu voglia!
– Sììììì
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