Maria Antonella D'Agostino ci parla di un altro libro di Fiori Picco.
Buona lettrua :)
Neve a Kamakura
Storie in haiku
di Fiori Picco
È una sfida, quella di Fiori Picco, innanzitutto con se stessa.
Innamorata delle lingue e delle culture orientali, stavolta si è lasciata affascinare da una forma di poesia giapponese conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, quella degli haiku, la poesia dell’attimo e dell’eternità.
E così, dall’incrocio tra l’approfondimento di questa particolare forma poetica e la sua esperienza narrativa, risentendo forse della reminiscenza dello studio della letteratura classica greco/latina e italiana, ha provato a cimentarsi nella stesura di poemetti in versi, ispirati alla cultura nipponica. Versi haiku, naturalmente.
Come lei stessa spiega nella prefazione, per la natura intrinseca del genere poetico prescelto caratterizzato da sintesi di pensiero e immagine, spetta al lettore lasciarsi trasportare dalle emozioni. E, in effetti, gli haiku nascono proprio per cogliere l’attimo quasi fotograficamente sottendendo in modo non esplicito una serie di emozioni che il fruitore è chiamato a cogliere facendole proprie. Forse proprio questa sinteticità ha permesso a Fiori Picco di narrare in brevi spazi i racconti contenuti in “Neve a Kamakura”, ovviamente con qualche particolare adattamento.
Per comprendere le soluzioni adottate dall’autrice, vale la pena ricordare che gli haiku nella forma tradizionale, oltre ad essere costituiti da tre versi secondo lo schema 5-7-5 (suoni sillabici), traggono ispirazione dalla natura e dalle stagioni. Devono, infatti, contenere obbligatoriamente il cosiddetto kigo (riferimento alla stagione, appunto). Altra loro prerogativa è la semplicità, tanto che il verbo all’interno di essi può risultare ridondante. Fiori Picco rispetta questa semplicità nella narrazione e, non potendo per ovvie ragioni fare riferimento al kigo in ogni “terzina” del singolo racconto, sopperisce alla mancanza collocando ciascuna storia in una stagione specifica ed esplicitando l’elemento stagionale nel primo haiku o talvolta in qualcuno dei successivi. D’altro canto, molti scrittori di haiku moderni, soprattutto al di fuori del Giappone, hanno cominciato ad utilizzare questo genere poetico svincolandolo dalle rigide regole temporali e adattandolo alle più svariate tematiche, una sorta di ermetismo legato ad una precisa struttura sillabica.
Tuttavia, non mancano in ogni racconto versi che, se estrapolati dalla narrazione specifica, mantengono comunque la forma e il valore dell’haiku tradizionale e pertanto, letti al di fuori del testo narrativo hanno una propria valenza e indipendenza poetica. È il caso, ad esempio, dei versi Ho ammirato/la luna di cristallo,/bruma di stelle del racconto di Primavera Un samurai perde l’amore, ed anche Afoso giugno,/pioggia tra i susini,/frutti maturi contenuto in Estate – Un boscaiolo viene ucciso dagli spiriti degli alberi. E ancora nel racconto primaverile incentrato a Kobe: Piovono i petali:/candide piume,/ciliegi rosa. Solo per fare alcuni esempi.
Personalmente non so se nella letteratura giapponese esistano poemi scritti utilizzando come base gli haiku, avendo letto, per interesse diretto a questo genere poetico che di tanto in tanto mi diletto a coltivare, esclusivamente scritti di Matsuo Basho, Masaoka Shiki e pochi altri. Ho interpretato questa raccolta di racconti in haiku di Fiori Picco come un omaggio al Giappone a alla sua forma espressiva più rappresentativa, così malleabile e adattabile, secondo le attuali tendenze, evidentemente non solo a tematiche tradizionali ma anche a forme narrative insolite.
Maria Antonella D’Agostino
Neve a Kamakura- Storie in haiku
di Fiori Picco
Prima edizione: marzo 2023
Editore: Fiori d’Asia Editrice
Copertina e illustrazioni di Asia Picco Zhao
ISBN: 979-12-81424-00-5
Prezzo: Euro 12,00
Link acquisto:
https://www.mondadoristore.it/Neve-Kamakura-Storie-haiku-Fiori-Picco/eai979128142400/
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