Entro in casa dopo aver fatto una bella passeggiata nel freddo della sera, fuori il sole si spegne sulla neve caduta durante la notte creando riflessi colorati che mettono di buon umore.
Il freddo mi è entrato dappertutto facendomi ballare sui piedi congelati per cercare di farlo passare, mi spoglio in fretta per liberarmi dei vestiti umidi ed entro nella doccia per permettere all’acqua calda di sciogliere il gelo che sento in tutto il corpo. La felpa mi accoglie e riscalda mentre preparo una tazza di cioccolata calda.
Mi siedo sul divano sotto ad una copertina colorata di ciniglia e la mia gatta si acciambella ai miei piedi, la tivù accesa su un canale dove stanno trasmettendo uno dei tanti film a tema natalizio mi concilia il sonno ed io lentamente mi addormento mentre continuo a pensare ad una notizia che il telegiornale aveva dato nella mattinata: tutte le calze per la notte della befana erano scomparse dalle bancarelle e dai negozi. Come fosse successo e perché, nessuno lo sapeva. I genitori e i nonni che avevano aspettato gli ultimi giorni per acquistarle, nella speranza di poter risparmiare un po’, e così poter fare un regalo più bello ai bambini, adesso temevano di deluderli ed erano furiosi verso le autorità che non avevano saputo trovare una soluzione al mistero.
Un rumore mi sveglia di soprassalto e Maya mi guarda strana, si alza e sempre guardandomi sospettosa si allontana preferendo un cuscino vicino al termosifone. Scuoto la testa, mi alzo per andare in cucina e… mi blocco … la mia schiena.
E adesso????
Con fatica, mi avvio verso la mia camera da letto dove ho le pastiglie per quando mi blocco ed il mio cuscino di sale grosso che, riscaldato, mi darà sollievo dove mi fa male. Cammino lentamente appoggiandomi al muro, passando davanti allo specchio dell’anticamera mi cade l’occhio sull’immagine riflessa e… mi blocco. Ritorno sui miei passi e mi fermo davanti allo specchio per essere sicura di non avere le allucinazioni.
Cosa diavolo è successo?????
- È il regalo che quest’anno la befana ha voluto fare ad alcune persone – Calma, adesso sento pure le voci dentro casa? Mi giro e vedo la mia gatta seduta dietro di me che mi guarda sorniona – Non sarai mica tu a parlare?
- E chi vuoi che sia? Certo che sono io.
Calma, rimaniamo calmi… io sto ancora dormendo e … – spazientita la mia gatta mi dà un morso al polpaccio e mi fissa. – ahiiiiiii.
- Non abbiamo tutta la notte. Concentrati e ascoltami bene.
- Mi sai spiegare perché sono conciata così?
- Sei proprio brutta. Comunque, questa è la regola.
- Regola???
- Certo. Da adesso fino a domani mattina, quando sorgerà il sole, tu puoi andare dove vuoi e fare tutto quello che vuoi a bordo della tua scopa speciale, hai una immunità di invisibilità… ma devi ricordarti che, prima che il sole termini di salire nel cielo, devi essere a casa, altrimenti ovunque ti troverai quando la scopa scomparirà tu ritornerai ad essere di nuovo tu.
- Ma… sono la befana! – Non riesco a credere all’immagine che lo specchio mi rimanda. Il vestito è colorato e un po’ rattoppato come quello delle vecchine di una volta, il cappotto è lungo di colore scuro e al collo ho una sciarpa lunghissima fatta ai ferri e un fazzoletto di flanella legato sotto il mento. Gli occhi sono nascosti dietro ad un paio di occhiali grandi e vicino alla porta vedo una scopa in saggina con il manico grosso di noce scuro.
- Come mai sei così silenziosa? Non sei contenta di poter andare dove vuoi, ma solo dopo che avrai consegnato i regali ai bambini?
- Ma che scherzo è questo…
- Credo che sia stato Babbo Natale a pensarlo.
- COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA??????
- Lo scorso anno la Befana si è lamentata con lui perché voleva prendersi un giorno di pausa il 6 gennaio, ma non poteva farlo per la mancanza di disponibilità da parte delle persone. Così, quest’anno, ha pensato di farle un regalo. Con la magia ha reclutato tante “befane” che potessero sostituirla per una notte. Ha messo alcuni nomi nel suo cappello e, dopo una bella rimescolata con la mano, ha estratto per ogni città una persona e ha fatto un incantesimo speciale per farle diventare le sue sostitute.
- E se mi rifiuto?
- Rischi di trovarti così per un anno intero.
- Accidentaccio …. E allora?
- Copriti bene e comincia il tuo giro. Quello vicino alla scopa è il sacco, tu metti la mano dentro e tiri fuori il regalo e lo lasci al bambino che lo ha richiesto.
- Hai detto che posso fare tutto quello che voglio?
- Si, ma solo dopo che avrai terminato la consegna dei regali. Prima inizi e prima termini e più tempo ti rimane per fare... cosa vuoi fare?
- Ho una mezza idea che mi frulla per la testa...
- Prima i regali...
- Ho capito. – Sbuffo esasperata. Prendo scopa, sacco ed esco mentre la gatta mi guarda dubbiosa, sconsolata ritorna a pisolare sul cuscino vicino al termosifone.
Una volta in strada mi sistemo la sacca sulle spalle come fosse uno zaino, devo cercare di capire come posso sedermi senza cadere, ma soprattutto come farla funzionare. Aver letto i libri e visto i film di Harry Potter aiuta, eccomi in aria. Mamma mia come sono in alto e come è veloce. Calma, devo mantenermi calma, però la vista da quassù è bella. Adesso devo solo capire come fare per consegnare tutti i regali, vediamo cosa c’è nel sacco. Ritorno a terra e comincio a rovistarci dentro …. diciamo che il sacco ricorda la borsa di Mary Poppins, praticamente dentro c’è di tutto, allungo la mano e non trovo la fine ma solo tanti pacchetti. Legato con un filo rosso al laccio della sacca c’è un taccuino, lo apro e ci sono i nomi e cosa bisogna consegnare, per fortuna che è suddiviso per quartiere. Inizierò da quelli che sono vicino a casa mia. Fortuna che abito in un paesino di montagna e non ci sono tantissime famiglie.
- Ma come fa la befana a portare tutti i regali tutto da sola?
Sono stanca, mi devo riposare un attimo. Controllo il taccuino per vedere quanti bambini mi sono rimasti e ... per fortuna ne ho ancora pochi. Mi rialzo, risalgo sulla scopa e parto per le ultime consegne. Se mai dovessi incontrarla le regalerò un fine settimana in una SPA, se lo merita, sono distrutta e ho consegnato solo una piccola parte rispetto a quello che deve fare da sola in una notte.
Sono seduta su di una panchina mentre controllo che il sacco sia vuoto ... - ma quanto è profondo questo sacco? - Controllo di aver cancellato tutti i nomi e…. ce l’ho fatta!
E adesso posso cercare di capire che fine hanno fatto tutte le calze, chi le ha rubate e perché.
Da dove cominciare? Il sacco comincia a muoversi come se avesse un attacco di tosse. Faccio un salto e mi ritrovo seduta per terra sul freddo della neve. Il sacco si muove sempre di più e alla fine ecco uscire un musetto dal sacco, prima vedo le narici, poi gli occhi e infine ecco apparire un bellissimo furetto bianco come la neve ma con una macchiolina nera tra gli occhi e il naso.
- E tu chi sei?
- Mi sembra evidente: un furetto.
- Questo lo avevo capito da sola, grazie. Ma ... parli?
- Certo. E prima che tu me lo chieda, mi chiamo Sherlock – si rituffa nel sacco e riappare con un paio di occhiali rotondi sul naso, una sciarpa attorno al collo – bene, allora da dove cominciamo?
- Come?
- Datti una mossa perché è rimasto poco tempo. Da dove vuoi cominciare per risolvere il tuo mistero?
- Vuol dire che mi darai una mano?
- Ma sei sempre così lenta? Perché pensi che sia venuto, ti vuoi decidere?
- Giusto, il mistero. Pensavo di andare in piazza dove si trova il mercatino Natalizio e vedere…
Con un salto è già a mezza strada – allora ti decidi?
- Arrivo. Arrivo. – Salto sulla scopa e in pochi minuti siamo nella piazza del paese. Le luci dell’albero e delle lampadine fuori dai negozi rendono il luogo magico. – Che meraviglia?
- Credo che mi metterò ad annusare attorno alle bancarelle …
- Giusto, tu hai un olfatto molto accentuato – mi guardo attorno in cerca di un particolare che possa aiutarmi mentre Sherlock corre veloce attorno a tutte le bancarelle chiuse, si ferma un attimo pensieroso e ricomincia la sua corsa folle.
- Ci sono diversi odori ... la traccia va verso il bosco.
- Allora andiamo a vedere.
Mi salta sulla spalla ed io rimonto sulla scopa e voliamo verso il bosco. Non sono spaventata ma solo curiosa. Chi sono i ladri e cosa se ne fanno di tutte quelle calze e del loro contenuto?
In lontananza intravedo delle luci, man mano che mi avvicino mi accorgo che sono tantissime e formano un cerchio e nel mezzo un enorme falò rischiara tutta la radura. Sono senza parole. Scendo verso il limitare del bosco e mi metto a camminare con circospezione tenendomi vicino agli alberi per non farmi notare mentre Sherlock corre veloce verso le luci, è più curioso di me.
Arrivo nella radura ed mi avvicino al cerchio di luci e rimango senza parole. Le calze sono tutte cucite assieme e formano un enorme e colorato pallone aerostatico con attaccata un’enorme cesta di vimini, dentro la cesta ci sono tutti i barboni del paese, non pensavo che ci fossero così tante persone senza casa. Le guardo muta, non so cosa dire. Ci pensa il mio furetto curioso a farlo al posto mio.
- Ciao.
- Ciao. – Risponde una vecchia signora – Ma tu non sei la befana?
- No. La sostituisco solo questa sera. Ma ... cosa state facendo?
- Avevamo un desiderio.
- Quale?
- Andare verso il sole in cerca di un luogo in cui non avremmo più né freddo né fame.
- E come pensate di riuscirci? - Li guardo tutti con affetto - Non credo che in questo modo andrete molto lontano e rischiate di farvi male.
- Non importa. - Sempre meglio di come stiamo adesso. Nessuno noterà la nostra sparizione, siamo invisibili. – Se si alzano con quel pallone di sicuro precipiteranno appena ci sarà un po’ di vento. Il furetto mi tira per la gonna obbligandomi a piegarmi. Con fatica lo accontento, la schiena mi fa un male...
- Io avrei un’idea, ma devi volerlo anche tu, altrimenti non funziona.
- Di cosa si tratta?
- Tu sei la befana.
- E allora?
- Tu sei la Befana, hai la scopa e il sacco magico.
- Continuo a non capire.
Mi guarda spazientito – Sei la Befana e in questa notte magica tu ... se vuoi, puoi realizzare i desideri di tutti i bambini.
- Ma loro non sono bambini.
Mi dà un morso al naso esasperato.
- Ahi! – Ad un tratto capisco. I vecchi con l’età ritornano bambini. Una strana idea comincia a prendere forma e guardo il furetto che mi strizza l’occhio e mi sorride. – Forse so cosa fare.
Metto il sacco per terra e lo allargo per bene fino a farlo diventare grande abbastanza per contenere la cesta che è attaccata al pallone, li leggo stretti e poi li attacco alla scopa. Faccio salire tutte quelle persone e dico un paio di paroline magiche, che non sapevo di conoscere. Sono tutti affacciati felici e mi salutano riconoscenti mentre si allontanano nel cielo stellato e io sento il cuore riempirsi di amore e di gratitudine, sono felice per loro. La luna li accoglie nella sua luce ed io spero che ovunque andranno ci sia tanta gioia e serenità. Mi giro e vedo la strada che devo fare per tornare a casa, meglio che mi avvii. Sherlock mi saltella attorno contento mentre mi scorta verso casa. Sono stanca, ho freddo e vorrei tanto essere al calduccio nel mio salotto... e il mio desiderio si avvera appena l’ho pensato. Mi sento ancora incredula per l’avventura che ho vissuto, vado alla finestra, Sherlock mi saluta con una zampina e si allontana nella notte. Gli sorrido e poi intirizzita per tutto il freddo che ho patito mi infilo sotto alla doccia bollente. Mi avvolgo nella coperta del mio letto e mi addormento guardando l’albero di Natale che brilla davanti alla mia finestra sotto alla neve che scende.
Il televisore si accende svegliandomi. Tengo gli occhi chiusi mentre sento una notizia che mi fa sorridere. Il giornalista sorpreso riferisce che tutti i senza tetto, i barboni e le persone povere sono scomparse. Per le strade non si trova nessuno e le associazioni di volontari cercano qualcuno che sappia spiegare come sia possibile che tutti sono scomparsi durante la notte senza lasciare traccia. Sorrido, io lo so cosa è successo, è un segreto che la Befana non svelerà mai.
Maya si acciambella ai miei piedi tutta contenta di riavermi a casa con lei ed io ritorno a dormire.
Buona Befana a tutti
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