Ciao,
tre racconti dal sapore antico scritti da una autrice cinese tradotta in diverse lingue.
Buona lettura :)
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Titolo: Forbici, incenso e canfora
Autore: Lu Min
Città, mese e anno di pubblicazione: Brescia, giugno 2022
Editore: Fiori d’Asia Editrice
Genere: narrativa, racconti
ISBN: 978-88-946118-4-7
Pag.: 160
Prezzo: Euro 16,49
Breve sinossi:
Tre racconti dal sapore antico che rivelano la caducità dell’uomo: un sarto prigioniero della sua omosessualità celata; un eremita e monaco laico sconvolto dall’intromissione di una disadattata; un vecchio che programma il proprio funerale. Forbici, incenso e canfora: tre simboli che rappresentano in successione la carnalità, la spiritualità e la precarietà dell’essere umano.
Personaggi principali:
Mastro Song: abile sarto, straordinariamente delicato ed educato, ha una famosa sartoria in un luogo in cui la volgarità è una prerogativa maschile. Le donne lo adorano e lo contemplano senza capire la sua vera natura. Ha un conflitto interiore causato dalla sua omosessualità che vive con il suo giovanissimo apprendista. Il racconto è ambientato nel passato, in un’epoca in cui l’omosessualità non era accettata e alcuni diritti non erano tutelati. Mastro Song usa le forbici come nessun’altro sa fare e queste lo porteranno alla decisione finale…
Il monaco laico Mu: vive in un eremo in cima a una montagna ma non rifiuta la presenza di fedeli buddisti che lo cercano per avere consigli e conforto. Vive degli omaggi dei pellegrini; il cibo non lo attira particolarmente, bada solo alla qualità degli incensi che rappresentano la spiritualità e la sua dedizione al Buddha.
Jiang: una donna strana con un passato difficile ai margini della società, che con invadenza entra nella vita del monaco al punto di costringerlo a lasciare l’eremo. La sua fine sarà tragica.
San Ye: maestro artigiano di teatrini funebri di carta; si occupa dei defunti e della loro sepoltura. Si sposta con la sua barca di legno ed è isolato dalla gente superstiziosa.
Il vecchio Peng: uomo solo che prepara la sua bara in legno di canfora in previsione della sua dipartita. E’ l’unico che ha un rapporto cordiale con il becchino.
Ambientazione: la cittadina rurale di Dongba; Porta del Cielo (eremo in cima a una montagna).
Tempi della storia: un passato indefinito
Tematiche principali: l’omosessualità, l’omofobia, le malelingue, la solitudine, la spiritualità, il degrado e l’ignoranza in alcuni ceti sociali, il rispetto per i morti.
Nel primo racconto le forbici sono definite uno strumento brutale e risolutivo e rappresentano la seduzione, il talento e la risolutezza del sarto.
L’incenso da sempre è simbolo di preghiera e di omaggio a un’entità superiore. Rappresenta anche la frugalità e il misticismo di chi si dedica alla vita spirituale. E’delicato, profumato ed evanescente. La qualità degli incensi scelta dal protagonista del secondo racconto rivela la sua serietà nell’intraprendere la via monastica rinunciando ai piaceri e agli agi terreni.
La canfora è il legno usato per fabbricare le bare per i defunti. Il terzo racconto è incentrato sui rituali funebri svolti dal necroforo, il quale non si limita a provvedere alla sepoltura ma accompagna il defunto con un corteo di personaggi, baldacchini e cavalli realizzati con carta colorata, per rendere più piacevole la dipartita.
Biografia dell’autrice:
Lu Min, nata nel 1973 nella Provincia cinese del Jiangsu. Inizia a scrivere all’età di venticinque anni. I suoi romanzi e racconti sono stati tradotti in varie lingue. In inglese ha pubblicato “This love could not be delivered” (2016) e “Paradise Temple” (2021). Ha ricevuto diversi premi letterari nazionali, tra cui il Lu Xun. Attualmente vive a Nanchino.
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