Ciao,
oggi con Fiori Picco conosceremo l’ultimo libro di un autore cinese molto importante.
Buona lettura :)
Libro: Dolore e rinascita tra le nuvole
Autore: A Lai
Genere: narrativa, romanzo
Traduttrice dal cinese: Fiori Picco
Editore: Fiori d’Asia Editrice
ISBN: 978-88-944762-0-0
Biografia dell’autore: A Lai è uno scrittore cinese, figlio di madre tibetana e padre di etnia Hui. Nasce nel 1959 nel Nord-ovest del Sichuan, nel corridoio etnico al confine con il Tibet. Pluripremiato e tradotto in varie lingue, è presidente della Sichuan Writers’ Association. In Italia è conosciuto per il bestseller Rossi fiori del Tibet. Dai suoi libri sono stati tratti diversi film.
Introduzione di Fiori Picco: Ho conosciuto A Lai in occasione del 5° Congresso Internazionale di Sinologi e Scrittori che si è svolto nell’agosto del 2018, a Guiyang, in Cina. L’anno successivo A Lai mi ha invitata nella Provincia del Sichuan, come ospite sua e della Writers’ Association. Ho visitato la contea tibetana di Aba, suo paese d’origine, e l’ho intervistato. Durante la nostra conversazione mi ha proposto di tradurre il suo ultimo romanzo, che oggi vi presento in qualità di sua traduttrice e curatrice.
Lo scrittore A Lai e Fiori Picco
Fiori, potresti raccontarci qualcosa di lui?
Durante la nostra intervista in Cina A Lai mi ha raccontato che da giovane era un insegnante di scuola media nella sua città. All’epoca gli piaceva solo l’insegnamento, non aveva alcuna intenzione di diventare uno scrittore in quanto riteneva che fosse una professione per pochi eletti. Leggeva e amava i classici della letteratura e canzonava i colleghi che volevano scrivere a tutti i costi. Scrisse il suo primo racconto all’età di ventidue anni, dopo una scommessa. Disse: “Chiunque è in grado di scrivere come voi, adesso ve lo dimostro. Essere letterati è un’altra cosa!” Sfidò i colleghi in una gara di scrittura e il suo racconto fu apprezzato da tutti. Fu pubblicato su una rivista di Lhasa e in quel momento A Lai scoprì che il compenso che veniva dato agli scrittori per un singolo racconto era più alto dello stipendio mensile di insegnante. (di cosa parlava quel racconto?) (non me l’ha detto)
Anni dopo ebbe l’ispirazione e scrisse il romanzo “Rossi fiori del Tibet”, il suo capolavoro, che sottopose a diversi editori cinesi. L’opera fu scartata più volte in quanto considerata troppo impegnativa. Il mercato editoriale richiedeva libri più semplici e scorrevoli ma lui rimase fermo sulle sue idee. Disse: “Perché mai uno scrittore dovrebbe cambiare il suo romanzo e abbassarsi al livello del lettore comune?” Fino a quando un editore credette in lui e decise di pubblicare il libro a prescindere dai rischi. E fu un vero successo. Divenne un bestseller tradotto e venduto in tutto il mondo. (di cosa parla? Hai la copertina?) Il romanzo è una saga famigliare di potenti feudatari tibetani raccontata dall’ “idiota" ovvero il figlio minore del capofamiglia. È ambientato agli inizi del Novecento, in un regno surreale e magico, ma anche violento, brutale, competitivo. I rossi fiori del titolo sono i papaveri che la famiglia coltiva nei campi per produrre oppio.
Che tipo di libri scrive?
Scrive romanzi epici e corali, ambientati nei villaggi tibetani, saghe familiari e storie antiche impregnate di realismo magico, infatti è stato definito il Marquez cinese dalla critica internazionale. Nei romanzi precedenti la sua penna è corposa, densa e descrittiva. In “Dolore e rinascita tra le nuvole” lo stile narrativo è più fluido e lineare. La scorrevolezza delle parole riflette la semplicità del protagonista del libro. (questo modo di scrivere lo ha scelto lui oppure è stato un percorso che lo ha portato a scrivere in questo modo?) La sua penna varia in base alla tipologia di storia che scrive: in Rossi fiori del Tibet i personaggi sono cruenti, carnali, spietati; in Dolore e rinascita tra le nuvole il protagonista è spirituale, riflessivo, mistico.
Il palazzo in cui è ambientato Rossi fiori del Tibet
Oggi parleremo del suo libro “Dolore e rinascita tra le nuvole”, ti andrebbe di dirci come è nato e quando?
L’idea di scrivere il libro è nata dopo il terribile terremoto di magnitudo 8.0 del 12 maggio 2008, quando gran parte della Provincia cinese del Sichuan fu rasa al suolo e morirono tantissime persone. A Lai visitò i villaggi distrutti e ricoperti dalle macerie e decise di scrivere un nuovo romanzo a tema. All’epoca anch’io vivevo in Cina, precisamente nello Yunnan, Provincia vicina al Sichuan, e quel giorno, nel mio appartamento, avvertii delle forti scosse. Il giorno seguente, al notiziario, vidi il disastro avvenuto nel Sichuan. Ricorderò sempre l’immagine di un bambino rimasto schiacciato dal muro di una scuola elementare di campagna. I media ripresero la sua manina che spuntava da sotto le macerie e che stringeva ancora in pugno una matita. Nel tradurre il libro di A Lai, soprattutto il passo che riguarda la maestra sepolta sotto i resti della scuola insieme ai suoi scolari, ho rivisto vivida quell’immagine.
Come mai ha scelto questo titolo?
Il titolo originale del libro è “Cronaca
di Tra Le Nuvole”. Nel tradurre il romanzo ho scelto un titolo che piacesse ai
lettori italiani. “Dolore e rinascita tra le nuvole” riassume la storia del
borgo antico colpito dal terremoto: dopo la totale distruzione di un luogo c’è
sempre un nuovo inizio, dopo la sofferenza e il dolore c’è sempre un riscatto.
La casa nativa di A Lai
Pur presentando diversi personaggi non è un libro corale, come mai questa scelta?
Nel libro abbiamo diversi personaggi dai nomi tibetani come Rinchen, un giovane funzionario eletto a capo del distretto rurale, Champa, un malavitoso che cerca di trarre profitto dalle disgrazie altrui, o la famiglia di Sheeba che si isola dalla società e vive in una malga in cima alla montagna, ma sono tutte figure che contornano la vita del protagonista Aba, che sembra quasi l’unico vero personaggio del romanzo, infatti la storia viene raccontata dal suo punto di vista, è incentrata interamente sulla sua interiorità, sulle sue riflessioni, sul suo modo di concepire la vita. Aba è un sacerdote della religione Bön, una persona buona, autentica e genuina. Credo che l’autore, attraverso Aba, abbia voluto dare maggior importanza alla visione spirituale del mondo e alla coesistenza idilliaca dell’uomo con la natura. (se ti va di mettere qualche riga...fai pure)
…Aba è seduto accanto al fuoco, sulle spalle ha il mantello della notte, recita parole tramandate nei secoli per generazioni; tutti gli sciamani parlano con i fantasmi… Al torrente si lava il viso e dice alla sorella che dorme sotto all’enorme masso: “Ho salutato tutti quelli che non se ne sono andati, ho detto loro che Aba è tornato”. L’iris blu a un lato del masso è ricoperto di luccicante rugiada.”
Il protagonista è un sacerdote della religione Bön. In cosa è diverso un sacerdote Bön delle zone tibetane dagli altri sciamani cinesi?
In Cina quasi tutte le religioni sono una mescolanza di credenze sincretiche (cosa significa questo termine?) Sincretico è un termine che viene utilizzato in campo religioso e/o filosofico: significa “convergenza di elementi ideologici inconciliabili”. Anche la religione Bön ha elementi derivanti dall’animismo e dallo sciamanesimo. Posso dire che in Cina ho conosciuto diversi sciamani, tutti compiono rituali di divinazione ed esorcismi. Nelle campagne dello Yunnan, per esempio, per predire il futuro e comunicare con gli spiriti utilizzano soprattutto crani di gallina. Nel libro di A Lai invece, il protagonista Aba utilizza scapole di bovino che raccoglie sui monti. Le scalda lentamente sulla fiamma e gli ossi si incrinano. Se l’incrinatura parte dal centro e arriva fino ai bordi è un buon presagio. Le offerte di cibo agli dei sono indispensabili per la coesistenza armoniosa tra l’uomo e i mondi paralleli. Le varietà di offerte si differenziano in base alle zone geografiche interne alla Cina. Possono essere spighe di grano, pannocchie di mais o frutta. Aba, come altri sacerdoti tibetani, usa polpette di farina d’orzo tostata, il prodotto tipico delle zone himalayane. (interessante e affascinate)
Villaggio tibetano
Ci potresti raccontare in breve la storia del libro?
Dopo il terribile terremoto il villaggio di Tra Le Nuvole è stato raso al suolo. I superstiti vengono trasferiti in un luogo distante e sicuro, solo Aba decide di tornare sui monti per accudire le anime dei defunti. I fantasmi si sentono persi, non accettano il destino, hanno bisogno di essere consolati per trovare la salvezza. Aba torna ed è disposto a morire pur di non lasciare il luogo a lui caro. Vive accontentandosi delle cose semplici e autentiche, come la compagnia dei suoi due cavalli e di un giovane cervo. Si nutre con gli elementi che trova in natura, dorme sotto le stelle, accende il fuoco come erano soliti fare gli antichi e, mentre parla con gli spiriti, racconta le leggende del villaggio che risalgono alla notte dei tempi.
Il libro ha un messaggio? E se si quale?
A Lai trasmette messaggi importanti, in primis la fede incondizionata di Aba nei confronti di Awutapi, il dio della montagna innevata. Questa storia ci insegna ad avere fede: in una divinità o nel destino, nella vita o nei propri valori. Poi c’è il ricordo costante dei cari defunti, l’importanza della “memoria”, la consapevolezza delle nostre radici e dell’identità culturale e, infine, il rispetto verso il Pianeta e tutte le sue creature.
Secondo te i lettori occidentali riusciranno a capire la vera anima del suo libro?
Chi è addentro alla cultura orientale, cinese e tibetana in particolare, è sicuramente facilitato. Chi è curioso di avvicinarsi a un mondo diverso dal nostro per religione, ideologie e modi di vivere, può apprendere nuove conoscenze.
A Lai con tibetani
Ti andrebbe di scriverci qualche riga del suo libro...
“Ha indicato al dottore alberi di lillà, betulle, abeti rossi e azalee: le specie più belle della vegetazione. Alcuni sono abitati dai fantasmi. Nella veste di sciamano ha chiamato i loro nomi e li ha guidati verso gli alberi. Quando il villaggio scomparirà, potranno scegliere se rimanere lì e scomparire con esso oppure fare compagnia ad Awutapi. I fantasmi, forse perché temono di vagare impotenti nel futuro, hanno scelto tutti di sparire con il villaggio. Aba ha raccontato anche che l’anima di suo padre è racchiusa nella campanella d’ottone che tintinna intorno al collo del cavallo…”
E perché hai scelto questo passaggio?
In questo passo sono concentrati i concetti fondamentali del libro e della cultura e della tradizione Bön: ogni elemento in natura va rispettato e trattato con la massima considerazione in quanto possiede un’anima. Dopo la morte lo spirito si fonde con il tutto, può incarnarsi in un fiore o in un albero o può decidere di sparire nel nulla. Dobbiamo amare gli animali, la vegetazione, il Pianeta e ogni cosa che ci circonda. (il rispetto per la natura e quello che ci circonda è sempre più attuale oggi, non credi?) Queste tematiche sono sempre più attuali, specialmente in questo periodo storico dobbiamo tutelare la nostra Terra. Ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità per il bene comune.
In chiusura, cosa vorresti aggiungere che non ti ho chiesto?
A Lai è uno studioso ricercatore di botanica; in questo libro parla anche di numerose specie di piante che in Cina hanno proprietà benefiche e vengono usate sia in cucina sia nella medicina tradizionale. Una specie protetta sono “Le orecchie di Cervo”, un vegetale rarissimo che prende il nome dalla sua forma particolare. (interessante come argomento, ha scritto dei libri in materia?)In Cina ha scritto libri che riguardano la montagna e la natura.
Grazie, Fiori Picco
M.C.
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