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Comunicato stampa
"Autobahn" di Fabrizio Borgio
Viaggiare significa muoversi attraverso differenti dimensioni parallele?
Roberto e Maurizio, due amici alla soglia della mezza età, vivono la loro vacanza perfetta. In viaggio
per l'Europa, passano attraverso scoperte, incontri ed esperienze come se ogni giorno fosse
l'ultimo. E insieme ritrovano una maggiore confidenza, un confronto più profondo.
Ma tra Amsterdam e Heidelberg, Strasburgo e Colmar, Berna e la val d'Aosta, piccole incongruenze
si palesano. Paesaggi, edifici e geografie che non sono esattamente come dovrebbero essere.
Viaggiare significa muoversi attraverso differenti dimensioni parallele?
In un'atmosfera da film nouvelle vague, tra riferimenti politici, proteste sociali e teorie delle
stringhe, con uno stile ricercato e piacevolmente démodé, Fabrizio Borgio evoca le inquietudini
dell'età di mezzo. Una continua, disperata ricerca dell'equilibrio tra voglia di vivere e disincanto,
trasgressione e conformismo, razionalità e delirio.
Come se solo nel tempo sospeso del viaggio si potesse raggiungere un più intimo contatto con il
proprio sé.
Delos Digital editore, collana Frattali a cura di Maurizio Cometto
143 pagine, romanzo, € 3,99 (versione ebook), € 16 (versione stampata)
Link diretto: https://www.delosstore.it/ebook/55653/autobahn/
Copie disponibili per segnalazioni e recensioni
L’autore: Fabrizio Borgio, classe 1968, piemontese. Ex militare, membro della Croce Rossa italiana.
Fantascienza, horror, mystery, fantastico tout court, gialli e noir sono i generi che maggiormente lo
interessano, ma non si pone paletti di sorta nella scrittura. I suoi libri sono usciti per i tipi di Fratelli
Frilli editori e Acheron Books. Attualmente pubblica per Segretissimo Mondadori. Autobahn, primo lavoro per la collana Frattali di Delos Digital, è l'ennesimo sconfinamento di genere.
DELOS DIGITAL edizioni / delos.digital / comunicazione@delosdigital.it
Ciao,
Ilaria ci porta a conoscere i popoli Bandu e le loro credenze.
MC – Dove ci troviamo per l’aperitivo?
I – Buonasera, ma che bello che parliamo anche di questo popolo 😊
Allora andiamo in un piccolo paesino di montagna, come ad esempio quelli dove abito io (io abito in Valsesia).
MC – E cosa beviamo assieme?
I – Ti piace la grappa? A me quella alla nocciola 😊 (mai bevuta, la provo volentieri, grazie)
MC – Chi sono i popoli Bantu e dove li troviamo?
I – Bantu comprende a un vasto gruppo etno-linguistico di oltre 400 etnie dell'Africa subsahariana e distribuite dal Camerun all'Africa centrale, orientale e meridionale.
MC – Perché si chiamano in questo modo?
I – Bantu, nella maggior parte delle popolazioni, significa gente, quindi è usato per raggruppare le lingue bantu.
MC – Che caratteristiche hanno le mitologie di questi popoli?
I – La mitologia bantu ha un nucleo comune e poi si sono sviluppate tradizioni differenti per i diversi gruppi.
Hanno comunque la credenza di un Dio unico supremo, una figura poco definita e con una pluralità di nomi.
Interessante è che, in genere, non è considerato il creatore del mondo o degli animali. Si pensa invece che abitasse la terra e poi l’abbia abbandonata, offeso dal comportamento degli uomini verso la natura.
E un altro aspetto interessante è che non esiste proprio un culto dedicatogli, perché si pensa che sia troppo lontano dagli uomini per essere interessato alle loro vicende.
MC – Perché ha così tanti nomi diversi e quali sono?
I – Perché vengono identificate più di 500 lingue bantu.
MC – È vero che si sono sviluppate in maniera diversa a seconda della zona in cui troviamo questi popoli?
I – Esatto, come detto prima di parla di più di 400 gruppi e quindi le tradizioni si sono sviluppate in base alle zone geografiche dove abitano e in base alle influenze delle altre culture.
MC – Si potrebbero raggruppare in gruppi in base a come si sono sviluppate queste credenze?
I – Eh, credo che varia proprio da gruppo a gruppo… e quindi, come detto, più di 400 😊
MC – Ci sono storie legate alla nascita del mondo o del loro popolo?
I – Aspetto molto interessante, pare non esserci miti sulla creazione del mondo e degli animali, per i Bantu esistevano già.
Invece c’è il mito (o meglio più miti) della creazione dell’uomo.
Alcuni pensano che i primi uomini siano nati da una pianta. In altre tradizioni, i primi uomini uscirono da una caverna o da un buco nel terreno. Altri ancora narrano dell’arrivo degli uomini nel mondo insieme al loro bestiame.
Ma anche per questi miti c’è una particolarità, riguardano solo l’origine del loro gruppo e non del genere umano in senso lato.
MC – Secondo te, come mai idee così diverse sulla nascita dell’uomo?
I – Una domanda molto interessante, mi sono sempre chiesta come tutte le mitologie avessero una visione sempre diversa… però non si ha nessuna risposta.
MC – Ci sono leggende legate alla nascita ai primi uomini?
I – Ecco, appena spiegato sopra 😊
MC – SI J ma io intendevo se potevi raccontarcene qualcuna di carina o interessante.
I – Oh, sì, scusa non avevo capito… allora posso raccontare quella dei Bantu del Congo.
Loro pensano che sia stato Mbombo a creare l’uomo, divinità che regnava su un mondo oscuro dove c’era solo l’acqua. Mbombo ebbe un forte mal di pancia, che gli fece vomitare il sole, la luna e le stelle. L’acqua evaporò formando le nuvole e così abbassando il livello sorsero le montagne.
Il Dio continuò a vomitare per giorni e giorni, animali, alberi, e anche uomini e donne.
MC – Il mito del camaleonte a cosa è riferito?
I – Interessante è il mito del camaleonte, che spiega l’origine invece della morte.
Dio inviò il camaleonte agli uomini, dicendogli di portare il seguente messaggio: "Gli uomini non muoiano". Il camaleonte si avviò, procedendo lentamente e fermandosi a mangiare lungo la via.
Dopo qualche tempo, Dio inviò la lucertola agli uomini, dicendole di portare il seguente messaggio: "Gli uomini muoiano". La lucertola partì velocemente e giunse dagli uomini prima del camaleonte.
Gli uomini così seppero che sarebbero morti e quando il camaleonte giunse, gli uomini avevano già accettato il messaggio della lucertola, e non poterono accogliere quello del camaleonte.
Poi come sempre ci sono anche delle varianti.
Per via di questa leggenda, camaleonti e lucertole sono considerati animali di cattivo auspicio in gran parte dell'Africa subsahariana.
MC – In altre zone, invece, come vengono considerati?
I – Non hanno significato.
MC – È vero che credono alla vita dopo la morte?
I – Sì, tutti i bantu credono nella vita dopo la morte.
Ritengono che gli spiriti dei morti continuino a vivere e possano influire sul mondo dei vivi, ma è un’esistenza limitata nel tempo: gli spiriti continuano a vivere finché c'è qualcuno che si ricorda di loro.
Gli spiriti dei morti possono comunicare con i vivi attraverso in vari modi: in sogno, per mezzo di presagi o con l'intervento di un divinatore.
Se si offende in qualche modo lo spirito dei propri antenati, essi possono vendicarsi procurando malattia o sventura, mali di cui ci si potrà liberare solo rappacificandosi con gli antenati nei modi stabiliti da un divinatore.
Catastrofi come inondazioni, carestie o invasioni di locuste sono attribuite all'ira degli spiriti.
MC – Cosa succede se non vengono ricordati o se si offendono?
I – Se non vengono ricordati si dissolvono; invece se offesi si possono vendicare anche duramente.
MC – Per loro cosa sono gli spiriti?
I – Gli spiriti non appaiono ai vivi nella loro forma originale, ma in forma di animali (soprattutto serpenti e uccelli, o qualche volta come mantidi).
MC – Ci troveremo per un altro aperitivo per continuare parlare di questo “popolo”, che ne dici?
I – Certamente!
Buona lettura 😊
Ringrazio Andrea per la bella recensione che ha fatto al mio libro sul Blog Respiro di Libri.
Grazie e Buona lettura.
......
La protagonista di “Vorrei Dirti” è Diva, una donna ormai adulta che sente il bisogno di riavvicinarsi al padre, dal quale si era allontanata oltre quindici anni prima per sfuggire al “matrimonio combinato” che lui le avrebbe proposto con il suo amico Bruno. Il padre di Diva all’epoca era sposato con Alice, dopo la scomparsa della madre della protagonista.
Il libro inizia come una sorta di monologo di Diva stessa, riportando gli stralci della lunga lettera che la donna scrive al padre nel tentativo di riallacciare i rapporti e superare silenzi e incomprensioni del passato.
La lettera però arriva al destinatario, torna indietro in quanto lo stesso risulta sconosciuto, e così Diva intraprende un viaggio “investigativo” insieme fisico ed emotivo nel passato per scoprire che cosa ne è stato di quel padre del quale avevo perso le tracce oltre un decennio fa. La moglie, o ex moglie, del padre, Alice, è la chiave del mistero e per capirlo bisogna arrivare a parlare con lei.
Vorrei Dirti è sostanzialmente diviso in due parti, il lungo flashback nel passato, nel quale la realtà emerge attraverso il filtro dei ricordi, e quello del presente dove la stessa si manifesterà in forme ben diverse da quelle ricordate dalla protagonista. La narrazione è inframmezzata dalle “poesie” della protagonista Diva, spesso dedicate al padre stesso, e scritte in una grafica che ricorda la poesia visiva. La poesia finale è composta da tutte le frasi che aprono i capitoli.
Da un’autrice eterogenea come Maria Cristina Buoso, Vorrei Dirti è un libro che sembra nascere da un’esigenza di elaborazione narrativa di un vissuto personale, con elementi nel quale molte persone possono riconoscersi, e che affronta il tema della discrepanza tra ricordi e realtà dei fatti del passato. Una scrittura essenziale e intensa lo rende particolarmente coinvolgente dal punto di vista emotivo.
il 1 luglio è uscito il 3° libro della serie Stagioni di Jess Michaels.
“Un’estate per arrendersi” è un second chance il cui lieto fine arriva dopo un lungo percorso in cui
più che l’amore occorre ritrovare la fiducia reciproca. Troppo dolore e troppi segreti hanno separato
una coppia che dopo tre anni si reincontra e ritrova una passione mai spenta (il livello di spicy è più
alto della media dei libri di Jess Michaels, che è tutto dire…) ma il cui amore è stato mortificato in
modo quasi irreparabile.
Buona lettura
Scheda libro
Titolo: Un’estate per arrendersi (titolo originale: One Summer of Surrender)
Autore: Jess Michaels
Traduttore: Isabella Nanni
Editore: The Passionate Pen LLC (prima edizione in lingua originale: luglio 2016)
Genere: Romance storico
Prezzo ebook: € 4,99 – disponibile anche in Kindle Unlimited
Prezzo cartaceo: da definire
Data pubblicazione: 1 luglio 2025
Serie: Stagioni
Link di acquisto Amazon:
https://www.amazon.it/Unestate-arrendersi-Stagioni-Vol-3-ebook/dp/B0FBT1DMVD/
Trama/Sinossi
Un romance storico altamente sensuale dalla penna di Jess Michaels,
autrice bestseller di USA Today.
Lucien, Conte di Stenfax, è stato fidanzato due volte, ma solo una volta è stato davvero innamorato.
L’oggetto del suo affetto era la giovane che amava fin dall’infanzia, Elise. Quando lei lo lasciò per un
uomo più ricco e di rango più elevato, lui ne fu distrutto. Ora lei è vedova e lui si ritrova nuovamente
attratto da lei, come una falena dalla fiamma.
Elise aveva le sue ragioni per allontanarsi da Lucien, ragioni che lui non capisce. Tornata in società,
ora è in gravi difficoltà finanziarie e sta persino pensando di trovarsi un protettore di cui diventare l’amante.
Ma Lucien continua ad apparire nei momenti più inopportuni ed è solo questione di tempo prima che il
desiderio tra loro esploda.
Il tempo dirà se Lucien riuscirà a superare il suo desiderio di vendetta. E se Elise riuscirà a convincerlo
che merita di più, nonostante il passato.
Lunghezza: Romanzo integrale (circa 70.000 parole)
Grado di sensualità: Alto. Molto alto.
Questo libro può essere letto come romanzo a sé stante,
ma fa parte di una serie (Stagioni).
Estratto
«Qui è dove incontrerai la signora. Parlate e, se riuscite a trovare un accordo, fate come volete.
Spero di vederti dopo per bere qualcosa insieme.» Gli fece un cenno con la testa quando lui entrò
e se ne andò.
Stenfax si guardò lentamente intorno. Nell’angolo della stanza c’era un letto coperto da raso
drappeggiato rosso acceso. Il fuoco ardeva nell’enorme camino e davanti ad esso c’era un divano
di velluto nero. Questa era una delle stanze più belle di Vivien, pensò. E non, a quanto pareva, una
di quelle in cui gli altri ospiti potevano spiare. Lo verificò con un rapido scrutinio della stanza alla
ricerca di buchi nascosti.
Soddisfatto, si tolse la giacca e la appese a una sedia vicino al letto. C’era una finestra accanto ad essa e
vi si avvicinò. Poteva vedere la terrazza laterale della sala da ballo e c’erano delle coppie che vi si aggiravano,
baciandosi, toccandosi, una addirittura stava facendo l’amore. Il suo corpo fremette e chiuse gli occhi,
pensando a mani morbide sulla sua carne, a labbra calde che coprivano le sue, pensando a...
Elise.
Aprì gli occhi di scatto e scosse la testa per cancellare l’immagine. No, non avrebbe pensato a Elise
questa sera. Non avrebbe inquinato una notte di piacere con una sconosciuta consenziente.
Neanche a farlo apposta, sentì la porta aprirsi alle sue spalle e un fruscio di gonne prima che la porta
venisse richiusa. Si voltò lentamente, stampandosi in volto un sorriso di benvenuto per la donna che
gli avrebbe procurato quel piacere.
Ma quando la vide, il sorriso svanì. Il sangue gli defluì dal viso e gli cominciarono a tremare le mani.
Fissò la donna che era entrata nella stanza e la sua mente cominciò a urlargli contro.
Elise. Era Elise. Era in piedi davanti alla porta e lo fissava con un’espressione sgomenta e inorridita che
doveva coincidere con la sua.
Ed era bellissima. Non la vedeva da tre lunghi anni, una circostanza organizzata e pianificata in modo
impeccabile perché guardarla sarebbe stato troppo doloroso. E lo era, perché tutto di lei era ancora
più bello di quanto ricordasse.
Era una bellezza statuaria, più alta di due spanne della maggior parte delle donne del loro ambiente.
Questo significava che sovrastava molti uomini, ma mai lui. Era sempre stata perfetta tra le sue braccia.
Ma non era solo la sua altezza a conferirle presenza.
Elise era splendida. Il suo viso trasmetteva intelligenza e, insieme agli zigomi alti, alle labbra carnose,
agli occhi verdi lucenti e ai capelli rosso chiaro, era sempre stata il tipo di donna che gli uomini si
voltavano a guardare quando passava.
Pensò tutto questo nella frazione di secondo in cui la vide davanti, e poi il suo cervello ebbe un sussulto,
riconoscendo non solo che lei era lì, ma anche dov’era quel lì. Elise si trovava da Vivien Manning, una
casa di malaffare, dove gli uomini venivano a divertirsi e le donne a cercare protezione.
Lei era qui in una stanza con lui. Si sentì montare dentro un senso di rabbia mista a tradimento e
confusione a un livello tossico. Deglutì a fatica e trovò la voce.
«Che diavolo ci fai qui
Biografia autore
Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale
pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in
Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata
indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas.
Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti
di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto
per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare.
Biografia traduttrice:
Isabella Nanni si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne ed è iscritta al Ruolo Periti ed Esperti per la
categoria Traduttori e Interpreti. Le sue lingue di lavoro sono Inglese, Tedesco e Spagnolo, da cui traduce verso
l’italiano, lingua madre. A gennaio 2019 è risultata vincitrice ex aequo del concorso di traduzione de “La Bottega
Dei Traduttori”. Dopo un MBA da diversi anni è libera professionista e si occupa di traduzioni, sia editoriali che
tecniche. È inoltre consulente commerciale per editori di testate trade. Ha tradotto sia romance contemporanei che
storici per varie autrici tra cui Jess Michaels, Tess Thompson, Crystal Kaswell, Jill Barnett e Judith Keim.
Coltiva rose di tutti i colori e con una vita di riserva studierebbe arabo, cinese e russo. Non potendo, si affida
ai colleghi traduttori per allargare i suoi confini culturali