mercoledì 26 luglio 2023

AperiChiacchierata con ... Elisa Averna - “LA VITA DOPO LA MORTE”

    

Ciao,

È appena iniziata l’ora dell’aperitivo e noi siamo Con Elisa Averna seduti.... A proposito, dove ci troviamo e cosa stiamo bevendo? 

 

Cara Maria Cristina, intanto grazie per il tuo gradito invito e un saluto a chi si vorrà intrattenere in nostra compagnia.

Nell'intervista per la tua rubrica "Una tisana con" https://mcbuoso.wordpress.com/2021/10/06/elisa-averna/   ti invitai in un pianeta fuori dalla nostra galassia. Per questa occasione, invece, vorrei portarti con me in un Mystic Bar molto particolare. Vuoi sapere dove? Molto fuori dai confini italiani, anzi direi dimensionali. Andremo in una terra di passaggio tra l'aldiquà e l'aldilà, chiamata N F T S T (nome acronimo in omaggio a un concetto che amo "nulla finisce e tutto si trasforma"). (dovrebbe essere il Italia il luogo per l’aperitivo, per questa volta farò una eccezione ma che non diventi una abitudine ;) )

Va bene, promesso! Comunque non ti preoccupare, si può fare tranquillamente ritorno sulla Terra (ho vinto un bonus speciale per soggiornarvi solo per il tempo necessario a conversare con te, sorseggiando l'"Elisir di Olian", un drink che potenzia l' "Io cosciente" e che dona pace. Ha un aroma di rosa e un sapore dolce e speziato. (mi ispira, mi sa che è buono)

Purtroppo il bonus non prevede la possibilità di scattare foto nel luogo in cui ci troviamo. Ma è qualcosa di simile a questo:

(foto autrice)

MC – L’argomento che hai scelto è “LA VITA DOPO LA MORTE”, come mai hai scelto proprio questo argomento?

 Elisa - Ti confesso che ero indecisa tra altri temi: viaggi nel tempo (ne ho una vera ossessione), universi paralleli (la fisica quantistica mi affascina da impazzire) o la vita in altri pianeti (esseri interstellari, cospirazione aliena di ibridazione, presunto patto tra Eisenhower e alieni, abduction, ufo ecc.). Poi, però, ho pensato che il tema forse più "utile" e di interesse comune fosse quello della "vita dopo la vita". Preferisco parlare di altra vita. La parola "morte" traina in sé un senso di desolazione e di paura, che la morte, intesa come abbandono dell'involucro fisico, forse non merita. (mi sembra di capire che saranno i temi per le prossine chiacchierate ;) )

Perché no! C’è tanto da dire! Ora ho scelto questo argomento anche perché ultimamente ho bisogno di fare chiarezza in me stessa per trovare un compromesso su ciò che mi piacerebbe che fosse e ciò che ritengo più plausibile che sia.

MC – Quale è stato il primo libro che hai letto su questo argomento e cosa hai pensato una volta terminato?

Elisa –   Non ricordo il titolo del primo libro, ma quasi sicuramente doveva essere un libro sul processo karmico e quindi sul ciclo di morte e rinascita. Ma ho letto davvero di tutto sul tema "ciclo vita-morte" e ogni libro mi ha offerto un tassello in più per mettere ordine nelle mie idee. Ultimamente sto leggendo un testo sui registri akascici e sbircio, ma questo quasi da sempre, sui pensieri di Osho. Zompetto continuamente tra più discipline, compresa la teosofia.

MC – Ho il sospetto che dovremmo tronarci su questo tema perché hai messo un bel po’ di carne sul fuoco... per esempio: cosa sarebbe un processo Karmico?

Elisa - Credo che un po’ tutti conosciamo come funziona la legge del karma e quanto sia inesorabile. Detto con estrema semplicità: il processo karmico corrisponde alla legge causa-effetto. La sorte dell'uomo nella vita e dopo la morte è condizionata dalla sua condotta, dall’intenzione con cui compie una qualsiasi azione. A ogni azione corrisponde un ritorno, nel bene e nel male. Il processo karmico è quindi espiativo ed evolutivo.

MC – Tra tutti i libri che hai letto, ne hai uno in particolare che ti è rimasto impresso? E perché.

Elisa – Sarei profondamente ingiusta se citassi un solo titolo, perché davvero sono tanti i libri a cui devo il tentativo di rispondere ai miei più pressanti "perché".

MC – allora dimmi l’ultimo che hai letto e cosa ti ha lasciato.

Elisa - Gli ultimi due: “Il libro tibetano dei morti” che riporta l'insegnamento sulla vita e la morte del maestro Padmasambhava (VIII secolo), fondatore del buddhismo tibetano e “Coscienza oltre la vita” del Dr. PIM van Lommel- Edizioni Amrita. In realtà il primo lo consulto a più ondate nel tempo. Lo leggo all’occorrenza. In questo momento è sul mio comodino. Il secondo parla di esperienza extra-corporee, di cui ho una mia convinzione (altro argomento che andrebbe approfondito!).

MC – Hai un film che hai visto su questo argomento che ti ha particolarmente colpito? E perché.

Elisa – "Ghost" per ragioni puramente affettive. Quando lo vidi per la prima volta, fu uno strazio, perché allora con la morte avevo un rapporto troppo conflittuale, anche indipendentemente dalla dipartita delle persone amate. Fui però inebriata dall'idea di poter continuare a interagire per qualche via con chi non è più tra noi. Beninteso: non sono interessata a pratiche esoteriche, spiritismo e vattene a pesca. Mi riferisco più che altro a uno stato interiore, meditativo e di comunicazione sottile con il tutto. Credo che il pensiero, in quanto energia, possa arrivare a destinazione.

MC – In effetti l’energia è dentro di noi e attorno a noi.

Elisa - Esatto.

MC – Hai mai trattato nei tuoi libri questo argomento?

Elisa – Sì, in "Chiodi di ghiaccio". Un romanzo duro sul piano emotivo. Narra la storia di una ragazza, Soleandra, che si scopre sosia di una sua quasi coetanea defunta da poco (Sara). I nomi non sono casuali e hanno a che fare con le loro rispettive vite, la prima nel mondo dei vivi e la seconda nel mondo dei morti, o, meglio, in una dimensione di mezzo, nella quale si trova intrappolata.

MC – Tu credi che ci sia una vita oltre la morte? E se si, perché?

Elisa –  Nella mia vita ho attraversato diverse fasi, da quella più nichilista a quella più "fantasiosa", senza però mai farmi condizionare da alcun credo religioso (sono areligiosa, nel senso che non mi identifico in nessuna religione). Ho maturato una vera fobia per ogni forma di indottrinamento. Cerco di prendere quello che ritengo il meglio per me da ogni religione, pensiero, ideologia, grata di potermi esprimere liberamente. 

Ad ogni modo, ciò che mi fa più paura non è tanto la morte in sé, ma il non esistere più, l'eterna inesistenza. Non essere più io, non avere un io cosciente. Se è vero che siamo spirito, pura energia senziente contenuto in un corpo che ci permette di vivere sulla terra, mi piace credere che, una volta lasciata la carcassa fisica, il nostro viaggio prosegua in un'altra dimensione, in cui l'Io cosciente si possa espandere... quindi altro che perire! Ora rigetto l'idea che sia finita qui. Credo davvero che ci sia un oltre e che quindi la morte non esista, ma che sia trasformazione. Della serie: “di morte non si muore”. Oggi posso dire di credere che sia solamente il corpo a morire. Mi ha divertito la metafora citata da un monaco buddista, del quale in questo momento purtroppo mi sfugge il nome, ossia che "Il corpo è come una camera d'albergo: si fa il check-in, ma, prima o poi, si deve lasciare e fare il check-out in un'altra camera d'albergo". Insomma, mi sto convincendo che, quando lo spirito si libera del corpo, torna da dove è venuto. Pertanto, quando il nostro corpo cessa di esistere, la nostra coscienza continua a esistere.  Qui sulla Terra siamo in una vita, ma poi ritorniamo al nostro vero io.

Penso davvero che, quando la vita sulla terra finisce, lo spirito ricordi chi è e ritorni "a casa" e al suo stato naturale, che recuperi tutti i suoi ricordi. Chissà, magari è anche vero che possiamo pianificare con le nostre "guide" le nostre vite prima di venire sulla Terra. Tutto potrebbe essere pianificato prima della nascita, anche se poi non possiamo ricordare, perché sennò non saremmo messi alla prova. I registri AKASICI parlano di riesame della vita. Interessante!

In realtà, ancora non ho un'idea chiara sulla reincarnazione, ma ora come ora sono portata a credere che abbiamo la facoltà di entrare nella vita più di una volta.

MC - Ho capito che si ritorna diverse volte nella terra per imparare qualcosa, per evolvere, per sistemare cose in sospeso... insomma,  un percorso lungo da fare prima di arrivare al capolinea.

Elisa - Capolinea che in India è chiamato Nirvana… la liberazione dal ciclo delle trasmigrazioni dell'anima dopo la sua completa purificazione. (Grazie per il chiarimento)

Permettimi una citazione da un mio romanzo di formazione intitolato “H.H. Figlia della strada” in cui si parla anche di questo.

“…Ora, la liberazione dell’anima dalle impurità del karma può essere raggiunta con determinati metodi di purificazione, per interrompere il ciclo di reincarnazione e raggiungere il Nirvana, lo stato di eterna quiete. Uno dei metodi privilegiati di purificazione del jīva è la non violenza o ahiṃsā, perché è proprio attraverso la violenza che viene prodotto il karma. La non violenza è applicata non solo alle persone ma anche agli animali e a tutto il creato. Fare del male, creare sofferenza, non fa che allungare il ciclo di reincarnazione e allontanare il jīva dal Nirvana.”

 

MC -  È un argomento particolare che non si può liquidare con poche domande, che ne dici se ci prendiamo un altro aperitivo più avanti e lo approfondiamo, magari con domande che i tuoi followers potrebbero farti?

Elisa Più che volentieri! Il tema è complesso, perché si può affrontare da tantissime angolazioni (NDE esperienze extra corporee, ) e i perché sono innumerevoli. Fermo restando che il problema centrale non è neanche il morire ma il vivere male e non accettare “la morte come il risultato spontaneo di ogni cosa” (attribuzione buddista)… Da intendere non come  "fine", ma come "trasformazione".

MC – E si,  dovremmo preparare un  po’ di aperitivi su questo argomento, per cui pensa al posto Italiano dove sederci per chiacchierare e.... prima di salutarci vuoi aggiungere qualcosa?

Elisa - Ti voglio anticipare il posto italiano: “Lo Zodiaco”, purtroppo ora chiuso. Era il locale più panoramico di Roma, in cima alla collina di Monte Mario, accanto all'osservatorio. (allora....al prossimo aperitivo ;) )

Grazie ancora e un saluto a tutti!

P.S.: pensiamo a vivere bene che il dopo sarà una nuova avventura!

Grazie per la bella chiacchierata.

 

 


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