lunedì 24 aprile 2023

Intervista con Elisa Averna

Margherita mix   -   Intervista con Elisa Averna

 

 Ciao,

Oggi parleremo con una nostra amica di una nuova narrazione letteraria...  niente anticipazioni ;)

Domanda - Per cominciare, che ne dici di presentarti?

Risposta –  Come persona

Mi autoetichetto (detesto le etichette… facciamoci del male!) per mezzo della mia profana trinità: AAA, antispecista, areligiosa (non mi identifico in nessuna religione, ma credo nel mistero della spiritualità) e di tendenza anarchica (chiarisco: aborro ogni forma di violenza). Dopo la laurea in Lettere e filosofia con indirizzo demo-etno-antropologico, mi sono specializzata in Conservazione dei Beni Culturali. Mi occupo di progettazione museologica (creo percorsi didattici ed elaboro i relativi pannelli), anche se dovrei dire “mi occupavo”, perché con l’inizio della pandemia ho avuto, come tanti, una brusca interruzione dell’attività. Spero, però, di riprendere presto. (Te lo auguro)

Nel tempo libero, collaboro con una radio, per la quale leggo poesie d’autore. Ho un blog letterario dedicato parte all’editoria esclusivamente No Eap, in cui  intervisto autori, editori e recensori, e parte alla cucina etica.

Nasco in rete nel gennaio 2013 con Cucina BioEvolutiva, con l’obiettivo di divulgare la cultura alimentare cruelty free e salutista (veganesimo, crudismo, fruttarismo).

Sono molto riservata e territorialmente anaffettiva. Mi piace spostarmi e conoscere nuovi posti.

Non sopporto la mia attitudine a sfinire me stessa e gli altri con esigenze d’ordine intellettuale e pratico. Non conosco il relax. Mi sento in colpa anche se mi siedo “cerebralmente cinque minuti”. Sono dissacrante e amo l’ironia e ridere, anche se sono bravissima a crearmi una vita prodiga di lacrime.

Ho un pessimo rapporto con la televisione di oggi, quindi la guardo solo in casi eccezionali, e con la tecnologia, con la quale ho fatto un patto di inimicizia perenne. 

Sto imparando a dire i primi “No” (monosillabo che nel mio personale vocabolario fino a qualche tempo era bandito), a tutela di una parte di me ancora molto ingenua che devo imparare a proteggere dal mondo esterno e del mio senso del dovere spinto all’estremo delle mie energie, eredità materna di cui avrei fatto volentieri a meno.

Il mio sogno impossibile è viaggiare nel tempo. La mia fortuna è che ho un’attività onirica intensissima che mi porta ovunque e in qualsiasi epoca. Fin da ragazzina ho sempre sognato una macchina del tempo per poter parlare con illustri personaggi storici e giocavo, se così si può dire, alle ucronie, anche se non sapevo che si definissero tali: “E se Cesare non fosse stato ucciso dalla congiura guidata da Cassio e Bruto, che cosa sarebbe successo?”. Insomma, mi ponevo domande di questo tipo e fantasticavo sulle possibili risposte. C’è stato un momento in cui mi fissai su Nefertari, forse sulla suggestione di una mostra a lei dedicata. Speravo che mi venisse in sogno e che, prima ancora di mostrarmi il suo guardaroba, mi svelasse i segreti dell’Antico Egitto! Sogni infantili che, a essere sincera, perdurano nella mia età adulta.  (e chi lo sa cosa ci riserva il futuro ;)  )

 

Come autrice e lettrice

Adoro alla follia leggere e scrivere i “drammoni” con complessi conflitti interiori dei personaggi. Poi, se si tratta di unire la mia morbosa passione per la storia a questo aspetto mi trovo a perfetto mio agio.

Non amo le storie a lieto fine. Il “vissero tutti felice e contenti” non appartiene al mio essere.  Sono più da nodo alla gola, anche se lascio sempre una porta aperta alla speranza per i più deboli di cuore.

Amo tutta la letteratura classica, italiana e internazionale e saggistica storico-filosofica e letteraria, lasciandomi affascinare anche da quella scientifica (di fisica quantistica in particolare). Come lettrice sono dunque onnivora. Prediligo particolarmente la narrativa non di genere, ma, in generale tutta la buona lettura mi appaga e rilassa. Leggere, come scrivere, è la mia isola di pace. Non leggo i fantasy (soprattutto quelli con combattimenti tra popoli) come priorità, anche se, paradossalmente, finisco con il recensire solo quelli per uno strano scherzo del destino. Non leggo i romance taballanti in senso concettuale e lessicale, vale a dire telenovelas su carta stampata. Mi annoiano mortalmente. Ogni preferenza è rispettabile, questo sia chiaro. (Magari un giorno leggerai i miei libri e...)

 

Domanda – Ti va di parlarci di questo nuovo stile  narrativo?

Risposta –  Chiamata dall’Inferno è il primo romanzo a essere scritto nella nuova tecnica narrativa “Breathless” per via della velocità nella lettura, essendo la narrazione interamente affidata ai dialoghi. Lo stile breathless sposa la struttura dialogica delle pièce teatrali, senza però avvalersi di scenografie e di voci e rumori fuori campo, con l'ansia tipica da thriller. È uno stile studiato apposta per incrementare la tensione e agevolare la concentrazione. La narrazione, proprio perché la tecnica breathless è affidata interamente ai dialoghi, ha lo scopo di catapultare il lettore nella storia, in modo che lui, per così dire, origli il botta e risposta tra i personaggi. Nel caso specifico di Chiamata dall’inferno i dialoghi avvengono per la gran parte  al telefono tra Jessica (la vittima) e Alpheus (il suo carnefice/stalker). Il lettore è come se vivesse un’interferenza telefonica, impotente rispetto a ciò che ascolta.

Domanda – avevi già letto qualcosa e se si, puoi dirci titolo e autore?

Risposta   No. “Chiamata dall’inferno” è il primo romanzo scritto con questo stile. 

  

https://www.amazon.it/Chiamata-dallinferno-Elisa-Averna/dp/B09X1V9GMC/ref=mp_s_a_1_1?crid=FNIJS8ZIPTFJ&keywords=chiamata+dall+inferno+elisa&qid=1679904409&sprefix=chiamata+dall%27Inferno%2Caps%2C201&sr=8-1

 

Lo stile breathless è frutto di un mio personale indirizzo stilistico. "Oh cielo, ha osato infrangere le regole!😮" qualcuno potrebbe esclamare scandalizzato. Ebbene sì, dopo vent'anni di scrittura classica, accademica, e svolto i miei bravi "compitini" nel mio piccolissimo (da ghostwriter, editor, autrice di saggistica storico-antropologica e di narrativa) ho voluto concedermi questo lusso. Operazione discutibile e criticabile? Certo! Ma ho voluto egualmente osare e rischiare.

Tra due anni, farò tradurre in inglese questo romanzo. Divulgare breathless, tra i lettori e gli autori di thriller è ora il mio obiettivo. Progetto ambizioso? Forse. Sognare è una delle poche cose che sono rimaste gratis, quindi perché non farlo? Se metteranno anche la tassa sui sogni, beh… rivedrò la mia posizione.

 

Domanda – Cosa ti ha spinto a scrivere con questo stile particolare?

Risposta –  Da lettrice, e quindi anche da autrice, amo lo stile minimalista, che sappia andare all’essenziale, uno stile quindi scevro da fronzoli, divagazioni e frasi obese, ipernutrite di aggettivi e avverbi, per evitare di perdere il focus della storia e appesantirla. Da giovani, la foga scribacchina porta spesso a essere barocchi. Ed io lo so bene, perché ho un bel po’ di romanzi scritti in giovane età ancora nel cassetto. Al solo pensiero del lavoro di pulitura dal troppo mi sento terrorizzata. Riuscire a dire tanto usando poche parole credo che sia il traguardo agognato di ogni scrittore con un’anima da poeta. Ho maturato l'idea che la scrittura meno è didascalica e più è efficacie. Compito dello scrittore è scrivere affinché il lettore crei il suo film nella sua mente. Leggere e immaginare dovrebbero diventare un’unica azione. Personalmente non amo leggere libri predigeriti dall’autore e affogare nel suo narcisismo. L’autore mi deve preparare il piatto, il suo meraviglioso piatto, ma io lettore non voglio essere né imboccato, né voglio che l’autore mastichi i bocconi del piatto da lui preparato al posto mio. Per questo credo che dosare i dettagli sia basilare.

Non è semplicissimo scrivere nello stile breathless, perché contrariamente ai testi teatrali, non sono descritte neanche le scene e né sono specificati i personaggi che, di volta in volta, prendono la parola e i dialoghi, inoltre, possono essere intrattenuti anche da più di due personaggi. Tuttavia sono certa che gli autori che vorranno mettersi alla prova con breathless si divertiranno tantissimo. (tra le mie poesie visive e libri scritti con poche descrizioni... ;)  )

 

Domanda – come ti è venuta l’idea per questo tuo libro?

Risposta – Per lo stile: avevo appena letto un romanzo troppo “infiocchettato” e avevo bisogno di “pulizia”.

Per la trama: come spesso accade a noi autori, i personaggi mi hanno dettato la storia. L’idea originale era quella di costruire un gioco perverso e sadico strutturato sull’Inferno di Dante. E così è stato.

Domanda – I lettori come hanno reagito a questo libro?

Risposta –  Direi bene, anzi molto bene. Ho avuto problemi diretti solo con due lettori. Dico “solo”, perché esponendomi tanto sui social, avrei potuto raccogliere molti ma molti più dissensi. Uno di questi due detrattori non approva neanche che io respiri su questa terra. Fino a poco tempo fa, mi tampinava su Messanger per esprimere la sua totale avversione nei miei confronti, con epiteti coloriti, promettendomi recensioni da una stella (fino a un certo punto ha mantenuto la promessa, poi si deve essere stancato). Ma ci sta. Non si può piacere a tutti. Qualcosa di interessante però me l’ha detta persino lui e per questo lo ringrazio. Per quanto mi riguarda accolgo le critiche ben argomentate e sulle quali investo per crescere come autrice. Ringrazio i lettori che mi danno feedback sui quali riflettere. Il gusto personale è poi insindacabile. (sono d’accordo con te, tutto serve per crescere e migliorarsi) Viceversa, non considero  i commenti inutili, quelli non argomentati o senza alcun nesso logico del "signor Nessuno", anche se sono riferiti a libri non miei.  In generale, quando scrivo su un argomento,  di cui so di avere grande padronanza, e il signor Nessuno dimostra invece di non saper nulla e si mette in cattedra con me, preferisco, se ho pietà di lui, ignorare la sua ignoranza,  e sennò "me lo magno a colazione".

Domanda – ti va di condividere con noi un passo del tuo libro?

Risposta –

***

«No! Dimmi chi sei, vigliacco!»

«“Non omo, omo già fui”. “… per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per loco etterno; ove udirai le disperate strida”. Per te sarò Virgilio e ti accompagnerò nel tuo viaggio nelle viscere della Terra. Jessica, benvenuta all’Inferno! “Lasciate ogne speranza, voi ch’entrate”».

«Chi sei? Dimmi chi sei!»

«Non posso. Finirebbe il gioco. Avrai nove giorni per indovinarlo e non potrai fare più di nove nomi, perché tanti sono i cerchi dell’Inferno di Dante. Ogni giorno sarà dedicato a un cerchio e sarai sottoposta a una prova. Ogni prova sarà anche un indizio per scoprire la mia identità. Se non la supererai, ti punirò, e vuoi sapere come? Colpirò, seguendo la legge del contrappasso, chi della tua famiglia è più colpevole del peccato a cui si riferisce il cerchio del giorno. Dovrai impegnarti, Jessica. Se vincerai tu il gioco, quindi se indovinerai la mia identità, io sparirò dalla tua vita ma, se non indovinerai neanche al nono giorno, io mi paleserò con modi e tempi da me stabiliti. Spero che ti sia tutto chiaro. Vedrai che ci divertiremo»

Domanda – Come mai hai scelto questo brano?

Risposta –  Di “Chiamata dall’Inferno” non è stata resa disponibile l’anteprima, proprio perché non è un estratto che mette in luce breathless. È una tecnica che si svela nella lunghezza e nella progressione della storia. Ho scelto di condividere dunque questo botta e risposta a solo per immettere il lettore nel nucleo della storia. (Grazie)

 

Domanda – se un autore volesse leggere qualcosa su questo argomento per provare a cimentarsi, hai qualche consiglio da dare?

Risposta – Leggere certamente “Chiamata dall’Inferno”. Saprei anche indirizzarlo verso l’editore giusto. Per i eventuali consigli mi renderei certamente disponibile in DM.

 

Domanda – pensi di scrivere altri libri con questo tipo di narrazione? E se si... hai già una idea.....

Risposta –  Sì, ne scriverò altri. Ho anche diverse idee.

Domanda – Se ci vuoi lasciare con  un altro pezzettino del libro....

Risposta -

Per le ragioni di cui sopra, in questo caso preferisco lasciarvi con la presentazione dell’editore.

***

Siete tra coloro che si innervosiscono quando ricevono una chiamata imprevista, magari da un numero sconosciuto o invisibile? Allora preparatevi a scendere nell’inferno di Jessica, lasciatevi risucchiare da questo libro geniale, ansiogeno, sperimentale. Ogni telefonata sarà un gradino che vi condurrà sempre più dentro a un incubo da attraversare con occhi ben aperti. La Dark Abyss Edizioni è orgogliosa di pubblicare questo romanzo che, destrutturando la forma classica della narrazione, vi prenderà per il collo e vi mozzerà il fiato.

 

Editore

Permettimi di ringraziare te, Maria Cristina Buoso e i lettori che hanno avuto la bontà di intrattenersi con noi.

Grazie di cuore a tutti!

Grazie e.... alla prossima J


 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento