giovedì 22 settembre 2022

Estratti ... Il mistero dei sei tiramisù Di M.C. Buoso

Ciao, 

oggi vi regalo qualche pagina del mio giallo...

Buona Lettura :)

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Titolo: Il mistero dei sei tiramisù

Collana: Città in Giallo – Padova 1

Autore: Maria Cristina Buoso

Editore: ‎PlaceBook Publishing  (20 settembre 2022)

Copertina flessibile ‏ : ‎ 156 pagine

Peso articolo ‏ : ‎ 231 g

Dimensioni ‏ : ‎ 12.7 x 0.99 x 20.32 cm

10,40 euro

Link per acquisto

https://www.amazon.it/dp/B0BFWX5PD4/

 

I

Caterina stava scendendo dal treno imprecando sottovoce per i predellini alti che le vetture continuavano ad avere e per la difficoltà di trascinarsi dietro una valigia e una borsa ingombranti.  Un paio di settimane prima aveva deciso di partire e di andare al mare con la scusa che doveva incontrare un’amica che non vedeva da un po’. Le ultime regole, emesse dal governo, permettevano di spostarsi di nuovo da regione a regione grazie ai vaccini che avevano iniziato a fare e ad altri accorgimenti adottati per cercare di contenere eventuali contagi da Covid. 

La decisione di andare via per qualche giorno l’aveva presa mentre tornava a casa, dopo aver parlato con gli inquilini del condominio Magnolia. Non era mai stata brava con le mezze verità o con le bugie per cui, se voleva che Claudia le credesse, doveva evitare di incontrarla almeno per qualche settimana. Quella sera le telefonò e, cercando di sembrare il più naturale possibile, le disse che ormai si era arenata e che non avrebbe più potuto aiutarla per la soluzione di quel caso di omicidio. Inoltre, una sua cara amica, che non vedeva da molto tempo, l’aveva invitata da lei per qualche giorno. Era da un po’ che non andava al mare e aveva proprio voglia di fare delle passeggiate in spiaggia e di respirare un’aria diversa da quella cittadina. Il Covid aveva obbligato tutti a rimanere chiusi in casa per un lungo periodo, il tempo di preparare la valigia e di sistemare alcune cose e l’avrebbe raggiunta.

 

III

 La porta dell’ufficio del Commissario Capo Claudia Trini era aperta e lei stava leggendo rapporti, relazioni e annotazioni varie che i componenti della sua squadra avevano scritto in merito al lavoro svolto il giorno prima. Ognuno di loro aveva diversi casi da seguire e sarebbe stato difficile concluderli tutti con l’arresto dei colpevoli. Nella realtà, la maggior parte delle volte rimanevano senza soluzione o senza prove certe per portare i colpevoli davanti a un giudice e, anche se riuscivano a fare l’arresto, non era detto che al processo la persona finisse in carcere. A volte il colpevole riusciva a farla franca per una serie di motivi che il cittadino non capiva e che il poliziotto aveva difficoltà ad accettare, soprattutto dopo un lavoro lungo e difficoltoso per scovarlo.

«Posso entrare?»

Il Vice Questore Aggiunto Antonio Cabras, il funzionario a capo della Squadra Mobile della Questura di Padova nonché il superiore di Claudia, si era affacciato alla porta.

«Certo» si alzò in piedi e gli indicò la sedia davanti alla scrivania. «Accomodati...»

«Hai un po’ di tempo?»

Si sedette tranquillo.

«Certo, di cosa si tratta?»

 

VII

 Petra stava facendo la passeggiata serale con il suo cane di razza mista cocker-Pei che aveva chiamato Marion in omaggio all’architetta Marion Mahony Griffin. L’aveva adottata dalla veterinaria Andrea Stella l’autunno precedente quando aveva accompagnato una sua amica per lo stesso motivo.  Lei non aveva nessuna intenzione di tornare a casa con un cane ma appena la vide non seppe resistere al suo sguardo e si trovò a dover imparare come convivere con un cucciolo, lei che aveva difficoltà a vivere con un uomo.

Dopo le prime settimane in cui ci fu un problema di comunicazione canino-umano e viceversa e dopo essere tornata da Andrea più di una volta disperata perché non capiva come fare, la situazione si era normalizzata e adesso avevano trovano un compromesso e i rispettivi spazi. Petra quando poteva la portava con lei, si informava se l’albergo accettasse animali, se non era possibile la lasciava da Andrea nella sua pensione sapendo che era in buone mani. Altre volte il cane rimaneva a casa, in questo caso era suo figlio Pietro a occuparsene, anche lui architetto, lavoravano insieme da qualche anno.

Mentre passeggiava per il viale, le raccontava come era stata la giornata e aveva scoperto che questa chiacchierata spesso l’aiutava a rilassarsi e a mettere tutto in una prospettiva diversa. Stava guardando Marion che era indecisa dove fare i suoi bisogni serali quando a un tratto si accorse di un movimento luminoso vicino alle villette a schiera tra via delle Ginestre e via Margherita. Guardò meglio e vide che la luce si muoveva nel giardino dell’abitazione che faceva angolo tra le due strade.

 

https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2022/09/il-mistero-dei-sei-tiramisu-di-mc-buoso.html
 

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