venerdì 26 agosto 2022

HardBoiled: Dick Fulmine


Dick Fulmine, Italia, 1938 / Vincenzo Baggioli e Carlo Cossio

ln parte ispirato al celebre pugile Primo Carnera, Dick Fulmine, che era stato presentato ai lettori come "il grande poliziotto italo-americano terrore dei gangster", agiva come agente in borghese della polizia di un'improbabile Chicago. Pur essendo protagonista di storie un po' grossolane e nazionaliste, questo peronaggio è stato a lungo popolarissimo in ltalia e le sue avventure hanno conosciuto una notevole diffusione prima che la fantasia degli autori si esaurisse e la propaganda facesse sempre più spesso capolino tra un cazzotto e l'altro. Gli abiti usualmente indossati nelle prime serie delle avventure erano un maglione a girocollo giallo e dei pantaloni alla zuava.



 I suoi pugni risolutivi erano le sue armi esclusive e i suoi nemici, alcuni dei quali ricorrenti, erano sconfitti dalla sua forza inarrestabile. Tra gli avversari si ricordano il nero cubano Zambo, il mago e illusionista Flattavion, dotato anche di capacità ipnotiche e Maschera Bianca, fuorilegge armato di pistola a gas soporifero.
E' un agente in borghese della polizia di Chicago, oriundo italiano, smargiasso e dal cazzotto pronto. I suoi antagonisti assecondano i pregiudizi razziali cari al fascismo italiano; combatte soprattutto contro personaggi connotati razzialmente, ebrei, neri, asiatici orientali, sudamericani, tratteggiati come esseri meschini, vigliacchi e traditori: il grosso e brutto nero Zambo, il "sordido ebreo Abramo Levi".



 Spesso l'intervento di Fulmine è finalizzato a difendere, dalle persecuzioni dei nemici, italiani e italiane in difficoltà, personaggi questi descritti sempre come fieri e onesti.
Esordisce il 29 marzo 1938 nel secondo numero della collana Albi dell'Audacia della casa editrice Vittoria della quale vengono pubblicati 80 numeri divisi in due serie edite dal 22 marzo 1938 al 22 ottobre 1939. Le storie del personaggio poi proseguirono nella collana Albogiornale a partire dal n° 36 del 29 ottobre 1939. Alla chiusura della testata nel 1943, le storie del personaggio continuarono sulla serie Albi dell’Audacia Nuova Serie AVVENTURE pubblicata dalle Edizioni Juventus fino al 1947. 



Nel 1947 le storie del personaggio continueranno anche su una nuova serie degli Albi dell'Audacia edita dalla Cremona Nuova che verrà pubblicata per 45 numeri fino al 1949. Alla chiusura della precedente collana Albi dell’Audacia, le Edizioni Ippocampo ne fanno esordiere una omonima dedicata al personaggio e che verrà pubblicata per 48 numeri fino al 1950. Nel 1954 venne edita l'ultima collana dedicata al personaggio, Albi Dick Fulmine, pubblicata per 24 numeri dalla Casa Editrice Selene che chiuderà nel 1955 ponendo fine alla vita editoriale del personaggio anche se le storie verranno più volte ristampata in varie collane negli anni successivi.



Nel 1961 il personaggio verrà riproposto nella collana Amazzonia con testi di Giorgio Scudellari ma con una barba posticcia e rinominato Ursus, gladiatore moderno ma per solo due numeri.



A dire del suo disegnatore, Dick Fulmine era ispirato a Gary Cooper per la parte superiore del viso e alla stessa mascella del creatore, per la parte inferiore. Rimane peraltro evidente anche il richiamo fisiognomico al pugile campione del mondo Primo Carnera, confermato dall'attitudine iperbolica al cazzotto facile e risolutivo. Il suo aspetto generale ne fa uno dei "portabandiera dell'eroismo della virilità" da proporre al popolo italiano. Tuttavia, nella mascella sporgente e volitiva ("mussoliniana") di Fulmine, personaggio "dichiaratamente fascista", è riconoscibile un riferimento fisiognomico all'iconografia popolare e propagandista del Duce.



La sua creazione avviene in una temperie culturale che vedeva l'embargo delle creazioni fumettistiche provenienti da oltreoceano. Sbaglierebbe comunque chi volesse sbrigativamente considerare Dick Fulmine come un fumetto fascista. In seguito alla sua crescente popolarità ci furono anzi numerosi interventi da parte del MinCuiPop, il Ministero della Cultura Popolare, affinché gli autori gli togliessero il caratteristico maglione a collo alto (che lo faceva sembrare troppo americano) e lo facessero più bello eliminando la mascella eccessivamente quadrata. 

Così nella storia "La bottega del cinese", pubblicata il 20 gennaio del 1942, Dick Fulmine subiva un incidente automobilistico e doveva sottoporsi a un'operazione di plastica facciale!



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