Giusy L.
“LE MAESTRE, piccole storie scolastiche di altri tempi” Rosanna Cavallini
(Athesia, Bolzano 2024)
Già dalla copertina, questo libro dal titolo “Le maestre – Piccole storie scolastiche di altri tempi”
di Rosanna Cavallini, invita a essere approfondito. Vi campeggia una donna austera, ma dagli
occhi bonari, con un turbante quasi esotico, mentre sullo sfondo la prima lettera dell'abbecedario
si sussegue in una pagina di esercizi di scrittura. Anche il font del titolo è a tema e, una volta in
mano, questo volume dell'Atheia Edizioni di Bolzano si rivela ancora più pregiato, con la sua
sempre più rara copertina rigida, l'impaginazione curata con dettagli estetici e l'arricchimento
di foto d'epoca e documenti storici.
Il libro vuole essere un tributo alla figura della maestra archetipale, tutrice materna e guida nei
primi rudimenti dell'apprendimento scolastico, attraverso però l'analisi di persone fisiche,
realmente vissute, che con la loro testimonianza ci svelano segreti, gioie, ma soprattutto fatiche
e responsabilità di essere maestre in epoche di povertà o guerre. Sì, perché il viaggio che siamo
invitati a seguire in queste pagine, parla di un luogo e tempo storico ben preciso: del Trentino
sudtirolese, dal periodo austro ungarico al passaggio al Regno d'Italia, fino alla figura della
maestra nel secondo dopoguerra.
Attraverso biografie e testimonianze, scopriamo così quanto fosse ritenuta importante l'educazione,
e di conseguenza la figura della maestra, nell'impero austroungarico, dove quel ruolo era inteso
come una vera missione, tanto da fornire supporti agli spostamenti delle maestre, e vietandone
persino per legge il matrimonio, come a novelle spose della causa. L'impegno e i sacrifici nel
gestire classi di 30-40 bambini, a volte in età scolare diversa, richiede una dedizione totale che
mal si concilia con la vita di una madre di famiglia di quell'epoca.
Grazie a documenti come le giustificazioni dei genitori per le assenze dei figli da scuola, vediamo
come in Sud Tirolo ogni adulto dei primi del '900, pur scrivendo sgrammaticato e con una
povertà di vocaboli evidente, avesse in realtà la padronanza di una scrittura sempre perfetta,
ordinata e comprensibile, a dimostrazione di un percorso scolastico avvenuto, seppure in
maniera incompleta.
Suggestiva anche la testimonianza di due sorelle trentine, come molte andate in servitù presso
famiglie facoltose lombarde, dove si ritrovano a essere molto più acculturate della “Signora”
di casa, dell'alta borghesia, la quale per ogni necessità di conteggio o lettura, si rivolgeva con
fiducia a queste sue suddette.
Fa riflettere, infine, come la figura della maestra venga completamente ribaltata al sorgere del
Regno d'Italia, dove la donna viene considerata totalmente inadatta al ruolo dell'insegnamento in
quanto non nella sua indole l'educazione severa e rigorosa, necessaria per forgiare il carattere tutto
d'un pezzo dei nuovi figli della Patria.
Rosanna Cavallini è un'artista dedita alla pittura, ma con grande passione per la memoria del passato,
tanto da curare dal 1991 interessanti collezioni e mostre per il Museo degli Usi e Costumi della
Gente Trentina. Il libro nasce quindi in quella preziosa ottica che fa del passato una memoria
da non dimenticare, ma di cui fare prezioso tesoro e momento di riflessione.
Nella sua metodica raccolta di documenti storici locali, Rosanna ritrova parecchie testimonianze
di maestre, a partire dall'Ottocento e, grata anche lei a questa figura che nella nostra infanzia abbiamo spesso identificato a una momentanea sostituzione della mamma, decide di farne
omaggio.
La prima parte del libro è autobiografica e narra l'esperienza diretta dell'autrice, che descrive i
suoi ricordi scolastici della prima infanzia, con un linguaggio semplice e amorevole, quasi a
riportare quei momenti rimasti nel cuore con gli occhi della bambina di allora, ma con la maturità
della nonna di oggi che vuole lasciare un ricordo alle nuove generazioni.
Seguono altre maestre: quella del figlio, la storica amica di famiglia che veniva saltuariamente
in visita, e via dicendo, fino a raccogliere, nella seconda metà del libro, vari estratti dal diario
di una maestra a seguito dei sudtirolesi sfollati dalle prime linee di guerra trentina. Non mancano
foto d'epoca, note e bigliettini d'onore, come altri documenti di vario tipo.
Un libro completo, quindi, questo di Rosanna Cavallini, che tra storia di miserie e virtù, attraverso
anche simpatici aneddoti, ci svela la vocazione di un ruolo fondamentale, quello dell'insegnamento, compito servito con abnegazione e assoluta responsabilità dalle maestre di ogni epoca. Un testo
in cui prevale, nonostante le difficoltà, la dolcezza del ricordo di un mondo che fu.
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