mercoledì 9 luglio 2025

AperiChiacchierata con ... Maria Teresa De Donato - "Genitori e Figli: la veduta che i figli hanno dei genitori"

  

 Ciao,

Questa sera saremo in compagnia di Maria Teresa De Donato (https://mcbuoso.wordpress.com/2020/12/22/una-tisana-con-maria-teresa-de-donato/  e  https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/08/aperichiaccherata-con-mariateresa-de.html) che vuole parlare oggi della veduta che molti figli hanno dei propri genitori.

MT: Salve a tutti. Grazie, Maria Cristina, per avermi di nuovo invitata alla tua AperiChiacchierata. È sempre un piacere essere tua ospite.

Prima di iniziare a trattare l’argomento che ho scelto, vorrei invitarti per un Apericena. Generalmente, in queste occasioni, si sceglie un locale, così come abbiamo fatto una delle volte precedenti, in cui ci siamo godute una bellissima vista della mia città natale, Roma, da una fantastica terrazza.

Oggi, al contrario, trovandomi in Texas, ho pensato a qualcosa di diverso: ti farò mangiare cucina Messicana.

Ce ne andiamo al Fonda San Miguel, un bellissimo ristorante. (spero solo che non sia troppo piccante J )

 

 MC – La regola sarebbe aperitivo in Italia, ma come sai... ci sono eccezioni a cui non so dire di no... e questa è una di quelle J . Mi sembra che non manchi nulla ...

MT – Grazie per aver fatto questa eccezione! (Figurati, mi è sempre piaciuto provare cose nuove e vedere posti che non conosco e poi sono in tua compagnia) Grazie.

MC Allora, prima di iniziare, dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.

MT – Perché è un bellissimo ristorante tipicamente messicano e la cultura messicana è dominante in Texas. Il cibo è eccellente e l’atmosfera è semplicemente fantastica.

MC – Quale aperitivo mi offri?

MT – Per quanto riguarda l’Apericena ho pensato di iniziare con Xila, un aperitivo che si ispira a due culture indigene dell’America latina ed è prodotto con il liquore di agave e il peperoncino con l’aggiunta di altri ingredienti quali pepe nero, ananas caramellato, cannella, chiodi di garofano, ibisco e lavanda. (prima volta che lo sento, non lo conoscevo)  Per cena, io proporrei per entrambe una Enchiladas con tortillas di mais fatte in casa servite con riso e fagioli, poi una bella insalata, composta da un misto di verdure e radicchio, condita con vinaigrette, frutti di bosco di stagione e semi di zucca canditi. Concluderei la cena con una mousse al cioccolato fondente messicano e un caffé espresso. Da bere possiamo ordinare birra e poi per tornare a casa prendiamo un taxi. 😊  (credo che una volta a casa dovrò farmi una grande tazza di thè)

 

 MC -  Hai scelto un argomento veramente insolito, perché proprio questo?

MT – Perché ho notato nella vita che una percentuale molto alta di figli ha la tendenza a vedere nei propri genitori solo la “mamma” e il “papà”, ossia a limitarsi ad identificarli solo con quel ruolo. Questo secondo me è un grave errore.

MC È vero, spesso ci si dimentica che prima di essere genitori sono stati una coppia e prima ancora figli a loro volta. Insomma, dietro al ruolo di genitori ci sono delle persone con delle fragilità, sogni infranti e tanto altro. Per questo, mi viene da chiederti... come mai spesso, noi figli abbiamo difficoltà a capire questo e accettarlo?

MT – Iniziamo con una premessa e cioè con il dire che per amore di conversazione qui dobbiamo generalizzare perché non tutte le situazioni sono uguali. Detto questo e per rispondere alla tua domanda... io penso che le cause potrebbero essere due:

1)     La prima consiste nel fatto che da quando veniamo al mondo tutte le attenzioni dei nostri genitori sono rivolte e concentrate su noi stessi. Cresciamo, quindi, con la convinzione che noi siamo il centro dell’Universo, almeno quello di mamma e papà. Questo tendenzialmente – magari senza che ce ne rendiamo conto – ci porta ad assumere un modo di pensare e di vedere concentrato su noi stessi come figli e sul ruolo che i nostri genitori rivestono nei nostri confronti.

 2)     Questa dinamica evidenzia il secondo aspetto, ossia il fatto che, a meno che non abbiamo una natura estremamente empatica, riflessiva, portata alla meditazione e all’analisi di situazioni, di comportamenti, tutto ciò unito ad un GRANDE AMORE per i nostri genitori e per la famiglia in generale, l’atteggiamento fanciullesco ed altrettanto egoistico prevale NON consentendoci di vedere oltre le apparenze e capire che mamma e papà non sono SOLO “genitori” ma anche una donna e un uomo, ciascuno con la propria personalità, il proprio potenziale individuale, i propri limiti, le proprie passioni, i propri bisogni e desideri come Donna e Uomo, come partner, come figli.

Insomma... molti di noi trovano difficile emanciparsi da questa veduta e limitata al ruolo  che i propri genitori in quanto tali rivestono.

MC  Come conseguenza alla domanda di prima mi viene di chiederti un’altra cosa, perché noi li vogliamo perfetti e non accettiamo i loro errori?

MT – A mio avviso per le ragioni che ho appena spiegato, ossia un nostro atteggiamento fanciullesco e, fondamentalmente, altrettanto egoistico che prevale e che ci spinge a concentrarci solo sui nostri bisogni e desideri e sul ruolo che i nostri genitori rivestono (o che secondo noi dovrebbero rivestire) in quanto tali. Insomma, si tratta di una buona dose di egoismo, accompagnata da mancanza di empatia e di consapevolezza. Se vuoi capire veramente i tuoi genitori, ossia vedere la Donna e l’Uomo che sono nella realtà, devi avere il coraggio e l’umiltà di eclissarti, di toglierti dal quadro e concentrarti su di loro, mostrare empatia e sforzarti di capire loro come singoli individui e come coppia.

MC Secondo te, il ruolo di genitori e figli come e cambiato negli anni,  non dico prima della guerra, perché quello era un periodo particolare. Intendo dagli anni ’50 in poi,  per non parlare di questi ultimi 20 anni, in cui, credo che il cambiamento sia stato ancora più radicale, o mi sbaglio?

MT  Non ti sbagli affatto. Io credo che negli ultimi 30-40 anni ci sia stato un decadimento a tutti i livelli, culturale, etico, morale, soprattutto nella nostra società occidentale, e, sfortunatamente e paradossalmente, una inversione dei ruoli tra genitori e figli. Da alcuni decenni in molte famiglie sono i figli a comandare, ad iniziare dalla più tenera età. I genitori cedono ad ogni capriccio dei propri figli. Questi atteggiamenti non sono affatto sani. Il genitore non può né dovrebbe essere solo amico del figlio o della figlia, ma dovrebbe rivestire anche il ruolo di guida, di modello comportamentale.

MC – Provo a capovolgerti la domanda, secondo te, come vedono i figli i genitori di oggi?

MT – Credo che la risposta sia insita in quella che ti ho appena dato, ossia, come puoi pensare come genitore di avere rispetto dai tuoi figli se non glielo insegni? C’è un motivo per cui la maggior parte degli ordinamenti giuridici stabilisce quale debba essere considerata la minore e quale la maggiore età: per dare il tempo e l’opportunità all’individuo di crescere, di formarsi, di avere esperienze, di maturare insomma. Non puoi come genitore farti comandare a bacchetta né da un bambino che fa i capricci né da un adolescente il cui comportamento e pensiero sono dominati dagli ormoni in subbuglio.

Questo, come abbiamo menzionato all’inizio, è un discorso in generale, perché ogni situazione è diversa e a volte, paradossalmente, ti imbatti in famiglie in cui i figli minorenni sono molto più maturi, capaci e responsabili dei genitori. Ma qui si aprirebbe un altro discorso... che sarà tra quelli che vi presenterò nel mio prossimo romanzo...

MC – Ho la sensazione che oggi molti genitori non sanno o non vogliono la responsabilità di educare i figli o peggio... a volte ho la sensazione che ne abbiano anche paura. Secondo te come mai?

MT – Qui ci addentriamo in acque torbide e in un discorso che ci porterebbe molto lontano e che, quindi, per ragioni di tempo e spazio, non possiamo fare in una singola intervista. Possiamo però sintetizzare il tutto dicendo:

1)     Se tutto va bene e se non ci sono problemi “clinici” occorrono pochi secondi per concepire un figlio;

2)     Il problema non è, però “concepire un figlio” (sempre che non ci siano problemi clinici che impediscano il concepimento e/o il portare a termine la gravidanza). Il problema è che molte, troppe persone fanno l’amore SENZA RIFLETTERE sulle conseguenze e, soprattutto, sulle responsabilità che il mettere al mondo un figlio comporta.

Sono pronti fisicamente a concepire e a mettere al mondo un figlio, ma non lo sono a livello di maturità, di consapevolezza e senso di responsabilità delle conseguenze che quell’atto e quella scelta comportano.

Questo è il dramma!

3)     Se il genitore non ha saputo farsi rispettare quando il figlio era piccolo e ha assecondato tutti i suoi capricci... il risultato molto spesso sarà drammatico... e le cronache dei giornali ce lo ricordano ogni singolo giorno. Come dice il proverbio: “Ogni cosa che l’uomo semina...questa pure mieterà.”

 

MC – Io credo che molti ragazzi siano allo sbando perché non hanno regole  o perché abbandonati a loro stessi, come si potrebbe ovviare a questo?

MT Rieducando prima di tutto i genitori. Iniziamo con dei programmi d’istruzione ad hoc: all’asilo e alle elementari iniziamo ad insegnare la buona educazione ed il rispetto, per gli altri partendo da quello per i propri genitori e familiari e alle medie e superiori proseguiamo con l’approfondire questi discorsi parlando di rapporti, di comportamenti, di responsabilità che le nostre azioni implicano, dei rapporti di coppia e, perché no, anche di sessualità, ma in maniera equilibrata e professionale.

MC   Una cosa che trovo sbagliata è continuare a scusarli e a chiamarli ragazzi anche se hanno 30 anni. Trovo che sia poco educativo trovare sempre una scusa per loro quando sbagliano, se non gli si insegna che hanno un conto da pagare per un loro comportamento sbagliato non li faremo mai crescere.  Sbaglio in questa mia convinzione?

MT – No, non sbagli. Senza ripetermi, si tratta sempre di insegnare, di educare e di responsabilizzare. Se non ci sono queste tre componenti diventa tutto inutile. Io ho insegnato sia in Italia, sia negli USA. Negli USA ho insegnato in una scuola Montessori a bambini dell’asilo e con mio grande stupore mi sono resa conto di una cosa: i bambini, malgrado la loro giovane età capiscono anche importanti concetti se tu glieli spieghi nella maniera appropriata. Il bambino capisce cosa può e cosa non deve assolutamente fare e perché se tu glielo spieghi e gli fai degli esempi con le domande appropriate. Con il bambino puoi, insomma, ragionare. Certi genitori non riescono a capire concetti semplici e basilari che i loro figli di 3, 4 o 5 anni capiscono perfettamente.

Perché?

Come fanno a non capirli?

Secondo me non si tratta di “capire” o “non capire”, ma di dover fare i conti con se stessi e di accettare (o non accettare) il fatto che si siano fatti degli errori durante il percorso, che non si sia stati all’altezza della situazione. Il problema non è costituito neanche dagli eventuali errori che possono essere stati fatti dai genitori per mancanza di consapevolezza e/o ignoranza. Il problema è l’orgoglio che scatta in alcuni genitori e che li fa mettere sulle difensive ed erigere un muro che non consente loro né di comprendere appieno né, tantomeno, di trovare o accettare la soluzione del problema.

MC – Ti andrebbe di continuare la conversazione su questo argomento ancora?

MT – Con molto piacere. Grazie ancora per l’invito, Maria Cristina.

MC – allora,  più avanti magari lo riprenderemo per il momento buona lettura e non siate timidi nel fare domande... se ne avete J

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