Ciao,
Questa sera saremo in compagnia di Maria Teresa De Donato (https://mcbuoso.wordpress.com/2020/12/22/una-tisana-con-maria-teresa-de-donato/ e https://mariacristinabuoso.blogspot.com/2023/08/aperichiaccherata-con-mariateresa-de.html) con cui riprenderemo il discorso sul bisogno di star soli che avevamo iniziato a trattare in un precedente articolo.
MT: Salve a tutti. Grazie, Maria Cristina, per avermi di nuovo invitata alla tua AperiChiacchierata. È sempre un piacere essere tua ospite.
Prima di riprendere la trattazione dell’argomento che ho scelto, vorrei invitarti per un Apericena. Generalmente, in queste occasioni, si sceglie un locale, così come abbiamo fatto in una precedente occasione, in cui ci siamo godute una bellissima vista della mia città natale, Roma, da una fantastica terrazza.
Oggi, al contrario, in sintonia con l’argomento che ho scelto, ho pensato di fare qualcosa di diverso organizzando la nostra AperiChiacchierata in montagna.
Che ne dici se ce ne andiamo in Tirolo, versante austriaco, e ci facciamo una bella passeggiata (dovrei dire ‘scalata’) in montagna, magari sull’Axamer Lizum?
(Foto Maria Teresa De Donato©Tutti i Diritti Riservati)
(Foto Maria Teresa
De Donato©Tutti i Diritti Riservati)
MC – La regola sarebbe aperitivo in Italia, ma come sai... ci sono eccezioni a cui non so dire di no... e questa è una di quelle J .
MT – Grazie per aver fatto questa eccezione! (ci vuole un momento di relax)
MC – Allora, prima di iniziare, dimmi perché hai scelto questo posto e questo aperitivo.
MT – Perché voglio rigenerarmi a contatto con la Natura, perdermi e abbandonarmi nel silenzio, nella quiete e nella bellezza del paesaggio... Ogni tanto, soprattutto per coloro che per una ragione o per l’altra vivono in grandi città, c’è bisogno di ‘staccare la spina da tutto e da tutti’ per ritrovare se stessi e ricaricarsi di nuove energie. Qui possiamo parlare tranquillamente, respirare aria pura, goderci il paesaggio e starcene tranquille e serene lontane dai ritmi frenetici delle nostre rispettive città.
Io amo anche il mare e nuotare, ma se devo scegliere, preferisco la montagna. Il mare mi ricarica... a volte fin troppo... e quell’eccesso di energie, di cui io per natura non ho bisogno, si trasforma in nervosismo. La montagna mi ricarica, ma al tempo stesso mi rilassa. Ha un effetto terapeutico su di me e quindi la preferisco. Io poi ho una natura meditativa..., contemplativa e quindi in montagna trovo la mia dimensione ideale.
MC – Vero ... e poi con me sfondi una porta aperta, lo sai che amo la natura. Ma continua pure, scusa per l’interruzione.
MT - Per quanto riguarda l’Apericena ho pensato che sarebbe bello fermarci all’ Axamer Ulm, un accogliente rifugio e apprezzato punto di ristoro in stile rustico tirolese, appena sopra il parcheggio Axamer Lizum. Si tratta di un locale che ha le caratteristiche sia di un ristorante sia di una trattoria (Gasthaus), con camino aperto, un salone accogliente e una terrazza solarium.
Considerando che siamo in inverno, io proporrei di iniziare con i Knödel (= Canederli) in brodo 😊 (una sorta di polpette di pane, erbetta e speck) e di proseguire con Sauerkraut e Wurst (crauti sottaceto e salsicce/wurstel). (mai mangiati) Te li consiglio vivamente. Li puoi anche preparare al sugo o a burro e parmigiano. 😉
(Foto: Tourismusverband Osttirol –
https://blog.osttirol.com/kulinarik/tiroler-knoedel)
(Attribution:
Foto Jeremy Keith –
https://live.staticflickr.com/3089/3409884793_de7d7b151a_c_d.jpg)
Se preferiamo, come secondo piatto, possiamo anche ordinare Tiroler Gröstl, fatto con patate bollite e poi ripassate in padella con cipolla tritata e rosolata, insieme a speck tagliato a pezzetti, un paio di tipi di formaggio grattugiato, erba cipollina, sale, pepe, e uova all’occhio di bue messe sopra al tutto una volta che è servito nel piatto.
(Foto Lidl - Tiroler Gröstl)
Da bere possiamo ordinare una birra e, per concludere, un dolce. In passato ti avevo parlato della Sachertorte, la famosa torta austriaca al cioccolato, ma in questa occasione possiamo prendere anche una Bananensplit, un dessert composto da una banana divisa a metà nel senso della lunghezza su cui viene messo del gelato alla vaniglia cosparso di cioccolato liquido.
(Foto: Gute Kueche.at
https://www.gutekueche.at/bananensplit-rezept-13112)
Io terminerei tutto con un caffé espresso, per digerire meglio, anche se con la camminata che faremo dopo per tornare indietro “a valle” non dovremmo avere affatto problemi di digestione. 😉
La cucina tirolese è molto gustosa e, di fatto, resta una cucina contadina. Vivere in Tirolo e non mangiare carne di maiale, salumi, affettati o bere birra è come vivere a Roma e non bere mai il caffé. Puoi farlo, naturalmente, ma sono situazioni in cui ti imbatti raramente. A Roma (così come probabilmente nel resto d’Italia) quasi tutti bevono o ti offrono il caffé e in Tirolo questo vale per il consumo della carne di maiale.
A prescindere, quindi, dalla mia professione come Naturopata, dalle mie abitudini, sane ed equilibrate, e dai consigli che come professionista do in materia di nutrizione, ho pensato, in questo viaggio immaginario, di farti consumare prodotti locali secondo gli usi e costumi della tradizione tirolese. (meglio che non salga sulla bilancia J) Quando sarai arrivata a valle, avrai già digerito tutto. Stai tranquilla!
MC - Hai scelto un argomento veramente insolito, perché proprio questo?
MT – Perché, come ho menzionato poco fa e come ho indicato anche nella nostra precedente intervista sul bisogno di Solitudine, ogni tanto ho bisogno prendermi delle pause dalla quotidianità, dalla routine, di staccare la spina, di ‘disintossicarmi’ dai social, dai rumori e richiami e dai bip di ogni genere della moderna tecnologia che ci ha invasi e senza la quale sembra quasi impossibile vivere.
Ho bisogno di starmene un po’ sola con Maria Teresa, di ritrovare me stessa, di ri-centrarmi lontano dal frastuono della Vita... Voglio compiere un processo di osmosi totale con la Natura e lasciar vagare la Mente, farla riposare, immergermi completamente nel mio Io più profondo, ascoltare il mio respiro, il battito del mio cuore e sentire il flusso del sangue e dell’energia che scorre nelle mie vene.
Fare tutto questo serve a purificarmi e a rigenerarmi.
MC – Secondo te, perché molte persone hanno paura di rimanere da sole con se stesse?
MT – Perché non hanno un buon rapporto con se stesse. Non si sono mai prese il tempo di conoscersi, di ‘ascoltarsi’, di avere un franco colloquio con il loro Io più profondo. Non sanno, quindi, né chi sono né cosa vogliono dalla Vita. Trovano, quindi, spaventoso doversi improvvisamente incontrare e fare i conti con qualcuno che non conoscono: se stessi!
MC – Ci sono persone che non sopportano il silenzio, come mai?
MT – Il silenzio assoluto, come esseri umani, non siamo in grado di sostenerlo. Moriremmo. È la Scienza a dircelo. Il silenzio, quello della Natura, che non è mai assoluto se prestiamo realmente attenzione, ma include piuttosto rumori di sottofondo come quello del vento, del fogliame che viene mosso dal vento, del rumore dell’acqua del mare, di un fiume, di una sorgente, del cinguettio degli uccelli, etc. armonizza con noi, con il ritmo del nostro battito cardiaco, del nostro pensiero, dell’energia vitale che scorre in noi e che è la stessa energia presente in Natura, anzi, per dirla tutta: TUTTO e TUTTI sono costituiti da Energia. Questo è un concetto che abbiamo già visto in passato quando ho parlato delle discipline olistiche e delle mie attività come Naturopata e Omeopata. (vero, ma ripetere le cose non è mi sbagliato J )
MC - Secondo te, le paure delle persone sono uguali in tutti i paesi oppure a seconda del luogo ci sono diversi tipi di paura che sono al primo posto? (spero di essere stata abbastanza chiara)
MT – Sei stata chiarissima. Credo che entrambe le ipotesi siano valide. Possono esserci delle differenze motivate da personalità, educazione, cultura, tradizioni, etc. tutti aspetti che in un modo o nell’altro ci differenziano, ma anche molti altri aspetti che, al contrario, proprio in virtù della nostra natura ‘umana’, fanno parte del nostro bagaglio di esperienze e principi universali.
(Foto Maria Teresa De Donato©Tutti i Diritti Riservati)
MC – Secondo te quali potrebbero essere le prime 3 paure che le persone hanno oggi?
MT – Salute, Guerra nucleare e instabilità economica e finanziaria. Oggi viviamo in un Mondo molto diverso da quello dei nostri genitori e da quello in cui siamo nati e cresciuti noi Baby Boomer. Per certi aspetti questo Mondo è molto più interessante e pieno di possibilità, anche grazie alla moderna tecnologia, ad iniziare proprio da Internet che ha eliminato distanze altrimenti irraggiungibili e reso la comunicazione e l’informazione più approcciabili. L’avanzare della moderna tecnologia non è andata, purtroppo, di pari passo con altri importanti aspetti, tra cui, ad esempio, la stabilità del lavoro. Oggi nessuno può essere sicuro di quanti anni resterà in uno stesso lavoro, in una stessa azienda... e forse neanche nella Pubblica Amministrazione. Al contrario molte generazioni passate hanno potuto contare su un lavoro stabile e sicuro anche se lavoravano in grandi aziende e non nella Pubblica Amministrazione. Da trent’anni a questa parte, forse anche quaranta, le grandi aziende sono state smantellate, da SPA sono diventate S.r.l. Il risultato è stato che milioni di individui hanno perso il lavoro e non hanno mai più ritrovato la stabilità economica di cui avevano goduto in passato.
MC – Le paure cambiano da uomo a donna, da giovane a vecchio? E Perché?
MT – Come ho detto prima, alcune paure possono essere comuni a prescindere dall’essere uomo o donna, giovani o anziani mentre altre possono dipendere da una vasta gamma di fattori. Quando sei giovane, solo per citare un esempio, raramente ti preoccupi di non cadere. Quando sei anziano o molto anziano, devi stare attento e cercare di evitare di fare cadute perché i rischi sulla possibilità di cadere aumentano così come aumentano le conseguenze disastrose di una caduta che può impattare o addirittura determinare il proprio stato di salute a lungo termine.
MC – La solitudine oggi è percepita in maniera diversa da 20, 30 o 40 anni fa?
MT – Sì e no. Ognuno la vive e la percepisce a modo suo, ma sicuramente le nuove generazioni la vivono in maniera più drammatica perché da quando sono venuti al mondo si sono ritrovati circondati da una tecnologia che fa di tutto per tenerli prigionieri, incatenati, farli rimanere “collegati” a qualcosa o a qualcuno senza interruzione, giorno e notte. Le statistiche mostrano che tra le nuove generazioni ci sono individui che non riescono a funzionare se non ascoltano musica assordante tutto il giorno, se non ricevono messaggi di approvazione sui social e così a seguire. (io andrei fuori di testa con tutti questi stimoli L )
Quella che avrebbe dovuto essere una benedizione si è trasformata in una maledizione, in un vero e proprio incubo e... quanto prima ci fermiamo, riflettiamo sul da farsi e cambiamo rotta... tanto meglio sarà per i nostri figli e per i nostri nipoti.
MC – Cosa avrei avresti voluto che ti chiedessi?
MT – Null’altro. Credo che abbiamo toccato molti punti interessanti e spero vivamente che i nostri lettori possano apprezzare i temi trattati e che si sentano ispirati.
MC – grazie, come sempre sei molto esaustiva nelle tue risposte. Alla prossima e... non siate timidi nel domandare J
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