mercoledì 15 ottobre 2025

AperiChiacchiera con... Ilaria Vecchietti parleremo degli etruschi (1)

     

 

 

Ciao,

è un popolo che mi ha sempre incuriosito.

 

MC – Dove ci troviamo per il nostro aperitivo?

Ilaria – Buonasera a tutti 😊

Allora visto che parleremo degli Etruschi, direi che possiamo prendere l’aperitivo a Volterra.

MC – Ottimo, e cosa ci offri?

I – Un buon calice di vino, che ne pensi? (certo)

MC – Da dove venivano, dove si sono insediati e a quando risalgono?

I – Gli Etruschi erano un popolo vissuto tra il IX e il I secolo a.C. in Etruria, che corrispondente alle zone di Toscana, Umbria occidentale e Lazio settentrionale e centrale, con rami anche nella Pianura Padana, Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, ma anche Corsica e in Campania.

Come accade spesso, le fonti sono discordanti, ci sono diverse ipotesi, con tre principali:

·         il primo sostiene la provenienza dal Mar Egeo, Tessaglia in Grecia o Lidia in Anatolia;

·         il secondo sostiene l'autoctonia degli Etruschi;

·         il terzo sostiene la provenienza settentrionale, da popolazioni alpine, in particolare i Reti.

 

 

MC – Chi sono i Reti?

I – I Reti erano un'antica popolazione di lingua preindoeuropea e paleoeuropea, originari delle Alpi Centro-orientali, tra Italia e Austria.

MC – Prima degli etruschi c’erano altri popoli?

I – Studi recenti (dal 2013 al 2021) sul DNA hanno confermato la somiglianza con altri popoli come i Latini (che abitavano il Lazio), quindi si presume che fossero un popolo autoctono, per cui erano un popolo molto antico.

MC – Per chi non lo sa, cosa si intende per popolo autoctono?

I – Il termine autoctono significa del luogo, del posto. Quindi quando si usa questo termine significa che è originario di quel specifico luogo… per cui gli Etruschi sembrano non essere emigrati da nessun luogo.

MC – Quali erano le principali città o aere in cui si sono trovati i resti degli etruschi?

I – In molte zone della Toscana, Lazio, Umbria ed Emilia si sono trovati tanti reperti.

Ve ne posso citare alcuni:

- La Necropoli delle Pianacce;

- La Necropoli di Sovana;

- La Necropoli di Tarquinia;

- La Necropoli etrusca di Cerveteri;

- Il Lago degli Idoli;

- L'area archeologica di Frascole;

- La città etrusca di Populonia;

- Vetulonia;

- Veio;

- Kainua;

- Roselle;

- Monte Bibele.

Non a caso poi ho voluto che l’aperitivo fosse a Volterra 😉

 

MC – Avevano una lingua propria?

I – Certo! La lingua etrusca usava l'alfabeto euboico di Calcide, ed è attestata da circa 13000 iscrizioni, 7500 testi.

MC – In cosa consiste questo alfabeto?

I – L'alfabeto etrusco deriva dal greco occidentale.

La scrittura è destrorsa o bustrofedica per un buon numero di iscrizioni precedenti alla metà del VI secolo a.C., mentre in seguito cambierà da destra verso sinistra e in epoca tarda, per influsso latino, ritornerà in alcune iscrizioni destrorsa.

Le parole erano divise da puntini (·) o più raramente da spazi; invece in epoca arcaica quasi la totalità dei testi non aveva divisioni tra le parole (erano cioè in scriptio continua).

MC – Quale era la loro religione?

I – Come tutte le mitologie antiche, erano politeisti, avevano un pantheon di personificazioni antropomorfe, ispirate dalla mitologia greca, ma non solo, ad esempio Voltumna è una divinità locale che non trova corrispondenza nella mitologia greca.

La trinità principale è composta da Tinia, Uni e Menerva.

MC – Voltumnae cosa rappresenta e perché non si ha nessuna corrispondenza con altre divinità?

I – Si tratta di una divinità ctonia, diventato il Dio supremo del Pantheon etrusco, in origine anche Dio della terra e delle stagioni.

Non trova corrispondenza perché è una divinità nostrana, e nella mitologia greco romana il supremo Dio era associato al cielo, invece come appena detto Voltumna era legato al sottosuolo.

MC – Hanno inventato o creato qualcosa di importante?

I – Sì, hanno inventato molte cose, ad esempio tecniche per la lavorazione dei gioielli, l’arco a volta in architettura, il bucchero (una ceramica nera e splendente, che imitava il metallo), forni per sciogliere i metalli con due camere sovrapposte, l’acquedotto con fognature, il subulo (una specie di zufolo a canne) e le necropoli.

MC – Quante cose di cui parlare... mi trovo bene qui a Volterra, che dici continuiamo qui anche per la prossima chiacchierata?

I – Certamente!

MC –Buona serata e non siate timidi nel chiedere....

I – Esatto, se avete domande sono qui. Buona lettura!

MC -  Alla prossima.



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